Le navicelle di Redout, prima di essere dedicate alle gare, dovevano combattere. Redout: Space Assault ci spiega come…
Sviluppatore / Publisher: 34BigThings / 34BigThings Prezzo: 9,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch
Probabilmente ricorderete Redout, un brillante gioco di corse futuristiche uscito nel 2016 per PC e console che, pur non essendo il titolo più originale della storia (attingeva infatti a piene mani da Wipeout e simili), ha avuto un notevole successo di critica e di pubblico grazie al suo gameplay semplice, ma nient’affatto banale.
Ebbene, alla 34BigThings hanno ben pensato di allargare un po’ l’universo del gioco, donandogli uno spin-off che, a ben vedere, potrebbe anche essere considerato un prequel: Space Assault, infatti, è ambientato nel 2395, molti anni prima che cominciassero le gare di Redout, e le navicelle non sfrecciavano nello spazio per il gusto di farlo, ma perché poteva essere questione di vita o di morte. Servivano, infatti, come caccia spaziali ed erano spesso coinvolte in azioni di combattimento durante la tumultuosa era della colonizzazione del sistema solare. Un’epoca fatta di grandi speranze per l’umanità, ma anche di spaventose guerre interplanetarie.
SPARA, LEON, SPARA!
Con Redout Space Assault, possiamo vivere l’odissea di Leon Barret, pilota spaziale di navicelle spaziali della flotta spaziale di una colonia spaziale, attraverso nove capitoli composti da diverse missioni ciascuno, in cui si alternano elementi di corsa, di esplorazione (pochi) e di combattimento (molti), che serviranno a comporre gli eventi di una storia e, così ci si augura accoratamente, a farci divertire come matti.
L’impostazione è decisamente arcade: seguendo un po’ lo stile di Starfox, ma anche di molti altri giochi del trapassato come Microcosm e il laser game Star Blazer, ci troviamo di fronte a un rail-shooter in terza persona in cui, per la maggior parte del tempo, non siamo liberi di spostarci nella direzione che vogliamo ed esplorare liberamente l’area circostante, ma siamo automaticamente incanalati in un percorso – un po’ come essere sulle montagne russe – conservando solo la libertà di spostarci nelle quattro direzioni per evitare i proiettili nemici, raccogliere monete sospese nello spazio e naturalmente sparare, sparare e ancora sparare, contro tutte le navicelle avversarie. Insomma, è un po’ come giocare a R-Type con la navicella vista da dietro.
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