Call of the Sea – Recensione

PC Xbox One Xbox Series X

Gran bell’esordio quello di Out of the Blue, che con Call of the Sea confeziona un’avventura ricca di fascino, puzzle intriganti e scorci mozzafiato.

Sviluppatore / Publisher: Out of the Blue / Raw Fury Games Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: PC (Steam), Xbox One, Xbox Series X|S

Si discute molto dell’effetto che l’Xbox Game Pass avrà, alla lunga, sul mondo dei videogiochi. Abituare il pubblico ad avere nuovi giochi, spesso disponibili già al giorno del lancio, per una cifra contenuta potrebbe un domani influire negativamente sulle vendite dei singoli titoli. Per ora, tuttavia, siamo ancora in quella fase in cui il servizio di Microsoft mostra solo, o quasi, effetti positivi.




Uno di questi è senza dubbio la sicurezza economica garantita a piccoli studi (o esordienti) per le loro produzioni. Una politica che dà buoni frutti: ne è un ottimo esempio Call of the Sea, primo gioco di Out of the Blue, studio che raccoglie diversi veterani del settore.

UNA CURA IN CAPO AL MONDO

Norah soffre da sempre di una strana malattia, che si manifesta con delle strane macchie su mani e braccia. È un morbo indecifrabile, che perseguita la sua famiglia da sempre. Nel corso delle sue esplorazioni, tuttavia, suo marito Harry si è convinto di aver trovato tracce di una cura, che lo hanno condotto verso un piccola isola nel Pacifico. Harry da lì non è mai tornato: al suo posto, Norah è stata raggiunta da una strana lettera con le coordinate per raggiungerlo. Come resistere a un mistero?

L’ISOLA DEI MISTERI

È per questo che all’avvio troviamo Norah nella sua cabina, intenta a raccogliere il necessario per sbarcare sull’isola indicata da Harry, la cui sua sagoma abbondante di vegetazione ormai si staglia all’orizzonte. Questo momento iniziale serve al gioco per introdurci non solo allo stile brillante con cui Norah commenta, ad alta voce ma tra sé e sé, gli eventi che le accadono, ma anche al suo prezioso diario, fonte di indizi e indicazioni. Ciò che la attende a terra è una lunga sequenza di misteri ed enigmi, spalmati su sei distinti capitoli. Ogni capitolo è una sezione chiusa, che raccoglie al suo interno tutti gli elementi necessari alla risoluzione dei puzzle.

call of the sea recensione

Pur senza miliardi di poligoni, Call of the Sea sa regalare scorci mozzafiato.

In alcuni casi sarà necessario osservare l’ambiente e intuire quale oggetto recuperare nei paraggi, in altri invece gli enigmi prevedono soluzioni più complesse, per la cui risoluzione è indispensabile guardarsi attorno e ricavare informazioni e interpretazioni dallo scenario. In questo senso è proprio il diario di Norah a venire incontro al giocatore: al suo interno, infatti, la donna annota tutto ciò che può tornare utile.

UN RAPIDO SGUARDO AL DIARIO CI CONSENTE DI CAPIRE SUBITO SE SIAMO SULLA PISTA GIUSTA

Ciò significa che un rapido sguardo alle pagine, scritte con pregevole grafia dalla nostra protagonista, ci consente di capire subito se stiamo seguendo la pista giusta, o se abbiamo preso fischi per fiaschi. Non che questo escluda del tutto la possibilità di bloccarsi. Nelle sette/otto ore necessarie per portare a completamento Call of the Sea mi sono capitati almeno un paio di puzzle che mi hanno costretto a staccare per far rifiatare occhi e meningi, prima di essere colpito dalla proverbiale illuminazione e tornare di corsa a cercare il pad tra i cuscini del divano. La media dei rompicapi è comunque abbastanza abbordabile: le similitudini con The Witness riguardano più lo stile grafico che i processi logici richiesti dai puzzle.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Atmosfera pazzesca / Enigmi ben congegnati / Graficamente sublime.

Contro

  • Per correre bisogna premere un tasto / Qualche muro invisibile.
8

Più che buono

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