La seconda guerra mondiale è sempre quella, ma l’interpretazione di Respawn Entertainment in chiave VR di Medal of Honor: Above and Beyond sembra proiettarci in un mondo del tutto nuovo. Pronti al D-Day?
Sviluppatore / Publisher: Respawn Entertainment / Electronic Arts Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Online Competitivo PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam), Oculus Store Compatibile Con: Oculus Quest/Quest 2 con Link (sistema di prova), Oculus Rift/Rift S, Valve Index, HTC Vive
Poco più di sei mesi dopo l’arrivo del capolavoro Half life: Alyx, che ha spostato di molto i limiti di ciò che ci si può aspettare dal videoludo in realtà virtuale, Respawn Entertainment ci mette il carico con uno dei suoi franchise d’origine, Medal of Honor. Il team statunitense non è certo tra quelli che “la toccano piano”, e ogni componente di questo sparatutto ribadisce non solo il talento degli sviluppatori, ma anche la potenza di fuoco a livello di produzione che si può permettere un gigante come Electronic Arts.
OMAHA BEACH
Durante la presentazione alla stampa di una inizio dicembre, al game director Peter Hirschmann era stato chiesto a quale tipo di limitazioni si era dovuto arrendere il team di Medal of Honor: Above and Beyond a causa della realtà virtuale. A momenti scoppiava a ridere. La VR, per lui e il suo team, è stata tutt’altro che una ristrettezza in cui cercare di cavarsela alla bell’e meglio, anzi, ha aperto le porte a un livello di novità e fascinazioni sia a livello di gameplay, sia sul piano narrativo.
Avere molteplici opzioni davanti a sé non significa però dover per forza stravolgere ogni aspetto del gioco, e infatti in Above and Beyond riconosciamo molto del DNA originale della serie. L’ambientazione è rimasta quella seconda guerra mondiale che nel 1999 non era ancora così abusata. Direi che ultimamente ci siamo ormai liberati dall’affaticamento da WWII, tanto più se raccontata attraverso personaggi scanzonati, quasi sbarazzini, come in questo caso. Il dramma rimane quindi confinato negli eventi storici stessi, ma non trapela dalla sceneggiatura, i cui toni leggeri riescono spesso a strappare un sorriso negli intermezzi tra una sparatoria e l’altra.
Il tempo che passiamo a parlare con i nostri compagni d’arme supera la media degli shooter, proprio perché Respawn ha capito che se fai un gioco in realtà virtuale, vale la pena approfittare dell’immersività di questa tecnologia per farci vivere una storia in modo più intenso possibile. L’ottima recitazione e il fantastico accompagnamento sonoro contribuiscono in maniera fondamentale al risultato finale, specie quando riescono a mettere una pezza a conversazioni un po’ stereotipate che, in mano a professionisti non eccelsi, avrebbero seriamente compromesso diverse scene.
CARENTAN
Uno dei marchi di fabbrica di Medal of Honor è l’accessibilità, e Above and Beyond non fa eccezione. Strutturare il gioco in modo che sia godibile anche ai neofiti porta però con sè delle conseguenze non ideali per i veterani, almeno nelle fasi iniziali. Alt! A questo punto occorre fare un passo indietro e spiegare che ognuna delle sei missioni è suddivisa in nove parti separate, per permetterci di interrompere una partita quando più ci aggrada.
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