Empire of Sin – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Brenda e John Romero ci trasportano a Chicago nell’epoca del Proibizionismo, ai tempi di Al Capone e dei fiumi di alcool che scorrevano negli speakeasy, tra a una capatina al casinò e una al bordello.

Sviluppatore / Publisher: Romero Games / Paradox Interactive Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam), PS4, Xbox One, Nintendo Switch

La schermata introduttiva del gioco – a dire il vero un po’ spartana – mi accoglie con una selezione di boss malavitosi tra i quali scegliere quello che sarà l’alter-ego durante la mia prima partita. Inevitabilmente la carrellata si ferma subito su di lui, Alphonse Gabriel Capone: certo, iniziare a giocare interpretando il leggendario “Al” sarebbe piuttosto scontato, per questo decido di dare un ulteriore sguardo ai personaggi disponibili.




Ecco che balza subito alla vista Elvira Duarte, nientepopodimeno che la bisnonna di John Romero. Leggo le sue abilità: bonus alla sicurezza dei casinò e ai costi di gestione dei bordelli, mentre in combattimento può provare a prendere il controllo di un nemico. Sì, direi che fa proprio al caso mio. Modifico ulteriormente i parametri della partita impostando il livello di difficoltà, il numero degli avversari e dei quartieri, poi è tutto pronto per iniziare. Chicago sarà tutta mia.

TUTTA MIA LA CITTÀ

Empire of Sin svela immediatamente le sue carte quando, ancora prima di mandare il boss tra le strade della città nordamericana, lo fa sedere al tavolo delle discussioni. Qui si svolgono dei dialoghi in cui è possibile scegliere quali posizioni far prendere al personaggio, influenzandone lo sviluppo personale e del futuro impero del crimine di cui sarà a capo. Non mancano delle vere e proprie scelte morali in stile RPG, e proprio dai giochi di ruolo Empire of Sin prende in prestito i check sulle statistiche, quali persuasione, intimidazione e leadership.

Empire of Sin recensione 05

Passeggiando per le strade di Chicago non mancano occasioni per scambiare due chiacchiere con i PNG.

Queste migliorano superando le prove dialettiche, partecipando a determinati eventi casuali che si verificano in quel di Chicago, oppure ogniqualvolta si sale di livello dopo aver accumulato un certo numero di punti notorietà.

A lungo andare, gli scontri diventano tutti un po’ troppo uguali tra loro

Il titolo di Romero Games non è quindi un semplice gestionale: la presenza di quest, dialoghi più o meno ramificati, e una progressione del personaggio incentrata su livelli e statistiche lo rendono un ibrido piuttosto interessante, sebbene le componenti prese in prestito dai giochi di ruolo rappresentino comunque un piccola parte dell’opera. La maggior parte del tempo, infatti, la si trascorre spostandosi in tempo reale tra le strade della città dell’Illinois, assoldando gangster e attaccando i business dei boss rivali attraverso un sistema di combattimenti tattici a turni che ricorda i moderni XCOM.

Continua nella prossima pagina…

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Un buon ibrido tattico/gestionale/RPG. / Ambientazione eccellente. / C’è anche Al Capone!

Contro

  • Diversi problemi tecnici, anche se in lenta via di risoluzione / Scontri troppo simili tra loro. /
7.5

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

Password dimenticata