The Dark Pictures: Little Hope – Recensione

PC PS4 Xbox One

The Dark Pictures: Little Hope è il secondo episodio della serie horror targata Supermassive Games, e presenta nuove ambientazioni, nuovi protagonisti e nuovi orrori.

Sviluppatore / Publisher: Supermassive Games / Bandai Namco Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer Cooperativo online e locale PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4, Xbox One

Seduto tranquillamente nel suo studio, il Curatore esamina con attenzione un volume appena estratto dalla sua ricca biblioteca. Lo osserva, ne legge alcuni brani, annuisce e scuote il capo.




Come ci spiega brevemente guardandoci negli occhi, si tratta di un racconto dell’orrore, una di quelle storie da brivido in cui l’irreale si fonde con il reale, l’assurdo con il concreto, la morte con la vita. Una storia che si muove tra passato e presente e ci conduce nella piccola cittadina di Little Hope, in cui l’unica vera speranza è quella di sopravvivere…

UNA GITA FINITA MALE…

Abbandonati gli angusti spazi che fungevano da palcoscenico di Man of Medan, la seconda avventura della serie The Dark Pictures Anthology propone un’ambientazione più ampia e ariosa, ma non per questo meno pericolosa. Un viaggio in una città spettrale, avvolta nell’oscurità della notte e resa ancora più inquietante da una fitta nebbia, nel quale sarà necessario fare i conti non solo con il presente, ma anche con un passato funestato da eventi nefasti e tragici.

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Il viaggio a Little Hope ha inizio con un incidente. Da questo punto inizierà l’incubo dei cinque protagonisti.

Tra costruzioni che sembrano destinate a cadere a pezzi da un momento all’altro ed edifici che contengono ancora ricordi di un tempo ormai svanito, i protagonisti dell’avventura si trovano catapultati in un incubo popolato da mostruose creature e accompagnato da visioni legate a uno degli eventi che ha segnato la storia di Little Hope, ovvero la caccia alle streghe.

IL CAST PRESENTA CARATTERISTICHE DIVERSE RISPETTO A QUELLO DELLE PRECEDENTI PRODUZIONI DI SUPERMASSIVE

Un cast composto da cinque personaggi che presenta caratteristiche diverse rispetto a quelle che abbiamo avuto modo di conoscere nelle precedenti produzioni di Supermassive Games, e che abbandona il tipico stereotipo del gruppo composto da soli ragazzi per innestare al suo interno anche delle figure (due per la precisione) adulte. Per fortuna, lo metto subito bene in chiaro, è stata evitata qualsiasi “standardizzazione” dei ruoli e sono stati evitati percorsi banali e prevedibili che portano a scontri generazionali e a contrapposizioni tra agire in maniera impulsiva o riflessiva. Il quintetto è fluido nelle sue reazioni, non ancorato a classici stereotipi.

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La storia di Little Hope è legata alla caccia alle streghe. Nel corso dell’avventura diversi flashback permetteranno di rivivere eventi del passato.

Altruismo, egoismo, meschinità, paura, coraggio, arroganza e dolcezza sono tratti che possono appartenere a tutti o a nessuno, e che si sviluppano in maniera più o meno marcata a seconda delle scelte operate. Anche seguendo strade diametralmente opposte a livello di scelte, i comportamenti risultano essere tutto sommato coerenti nella stragrande maggioranza delle situazioni. Qualche piccola crepa è presente, ma nulla di eccessivamente fastidioso. L’effetto farfalla è ben implementato, con un considerevole quantitativo di diramazioni che aprono (o chiudono per sempre) interi scenari. Ogni decisione conta e, come ho sperimentato sulla mia pelle in due run differenti, sono sufficienti anche solo un paio di scelte diverse in linee di dialogo all’apparenza “tranquille” per decretare la salvezza o la morte di un personaggio.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Trama interessante e con numerose diramazioni / Struttura di gioco rifinita rispetto a Man of Medan / Colonna sonora azzeccata.

Contro

  • Il finale potrebbe non piacere a tutti / Ancora qualche incertezza nelle interazioni tra i personaggi.
8.3

Più che buono

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