Rainswept – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Frostwood Interactive porta su console un’avventura grafica (ma soprattutto narrativa) a cavallo tra Kentucky Route Zero e Twin Peaks.

Sviluppatore / Publisher: Frostwood Interactive / 2Awesome Studio Prezzo: 9.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam, GOG.com), PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch

Subito dopo essere riemerso da un prima sessione di un paio d’ore, ho pensato che Rainswept fosse il gioco perfetto per il mio amico appassionato di Lynch e Twin Peaks. Così ho preso in mano il telefono e gli ho scritto: “Prova Rainswept, secondo me ci trovi le tue atmosfere”.




Mi ha risposto nel giro di un’ora: “L’ho provato. Nella prima scena un tizio si spara in testa in cucina. Grazie per aver pensato a me”. In effetti forse avrei dovuto essere più specifico.

COLPEVOLE AL PRIMO SGUARDO

A dirla tutta, però, Rainswept qualche problema con la prima impressione ce l’ha davvero, a partire dall’orribile thumbnail che svetta nei diversi shop e che non rende per nulla l’idea della pazzesca direzione artistica che grazia il gioco: quel rude detective, nerboruto e disegnato con un tratto greve è quanto di più lontano ci possa essere invece dalle atmosfere rarefatte e misteriose realizzate da Frostwood Interactive. Altro che quel bruto, il detective Michael Stone protagonista di Rainswept è una trasfigurazione in rettangoli del Dale Cooper di Twin Peaks.

Come in ogni cittadina, sotto l’apparente tranquillità di Pineview si nascondono segreti e cattiverie.

La scena sembra quella del classico omicidio-suicido con nessun segno di effrazione, ma Stone sa che c’è qualcosa dietro

Proprio come il suo antenato televisivo, Stone è un poliziotto di città chiamato ad occuparsi di un efferato delitto scoperto in un tranquillo paesino di provincia, dove la polizia di solito deve occuparsi al massimo di gattini rimasti su un albero. Basterebbe questo a fare di Stone un ospite poco gradito, invece il nostro protagonista ci mette anche del suo a non farsi benvolere incaponendosi nel volerci vedere chiaro in quello che alla polizia locale sembra un classico caso di omicidio-suicidio: Chris e Diane sono stati trovati in cucina, la pistola tra le mani dell’uomo, nessun segno di effrazione. Perché insistere dunque?

SALUTAVANO SEMPRE

Perché il detective Stone sente che c’è qualcosa che non torna in questa faccenda: Chris e Diane (un nome familiare anche a Dale Cooper) si erano trasferiti da qualche tempo a Pineview, ma dopo i primi tempi in cui erano sembrati a tutti una coppia felice avevano sostanzialmente smesso di farsi vedere in giro, ritirandosi nella loro dimensione familiare senza legare con nessuno degli abitanti della cittadina.

La presenza di Stone non va molto a genio ai poliziotti locali.

A questo si vanno ad aggiungere le crisi di Stone, squarci visionari che lo proiettano altrove, forse nel pozzo della sua coscienza: il fatto che sia stato colto da una visione proprio di fronte ai due cadaveri può significare qualcosa? Di sicuro, quest’episodio gli è valso l’assegnazione di Amy Blunt come spalla, cane da guardia della polizia locale, ma anche l’unica a riporre un briciolo di fiducia in Stone. Con una premessa così radicata negli stereotipi di genere sarebbe facile sfociare in un’accozzaglia di luoghi comuni.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Atmosfere pazzesche.
  • Ottima regia.
  • Scrittura mai banale.

Contro

  • Molto blanda come avventura grafica.
  • Svolgimento lineare.
7.8

Buono

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