In Death Unchained – Recensione

PC

L’eterna condanna dell’arciere di In Death servita nella leggera libertà di Oculus Quest. Senza catene, appunto.

Sviluppatore / Publisher: Sólfar Studios / Oculus Prezzo:N.D. Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: N.D. Disponibile su: Oculus Quest (In Death, versione PC, su Rift, Rift S, Vive, Index)

I lettori di The Games Machine appassionati di VR dovrebbero conoscere bene In Death: online ne abbiamo parlato qui, mentre su TGM 359 è uscita la recensione in cui, ancora una volta, abbiamo evidenziato le tante qualità di questo roguelite “ultraterreno” in realtà virtuale.




Oggi ci troviamo a parlare della trasposizione riveduta e corretta sul sistema stand-alone di Oculus, per descrivere la quale – in caso, appunto, abbiate già letto la review per Rift, Rift S, HTC Vive e Valve Index – potrebbero pure bastare poche righe: al solito, chi ricerca una maggiore prestanza grafica, ha un buon PC e per lo stesso motivo si è messo in casa un visore wired può rivolgersi senza problemi al gioco nella sua forma originale; quest’ultima, tuttavia, brilla più per atmosfera che per una grafica spacca-mascella, con tanto di canti gregoriani che ci introducono maestosamente all’aldilà, benché la riduzione grafica di Unchainded risulti comunque vistosa. Chi, invece, non conosce per nulla In Death mi segua nelle prossime righe, meglio se alla ricerca di un titolo VR dall’elevata e carismatica sfida.

ALL’ANIMA DEL ROGUELITE

Se nella nuda descrizione i contenuti di gioco suonano affascinanti, beh, sappiate che lo sono: negli eterei panni di un arciere passato a miglior vita (si fa per dire) dovremo scontare tutti i nostri peccati combattendo in diversi scenari di ispirazione religiosa – in particolare, stilemi cattolici resi più cupi dall’oscurantismo medievale, tanto da sfociare in una sorta di dark fantasy; prima di emergere in una luce davvero benigna passeremo attraverso trasfigurazioni del Purgatorio, dell’Inferno e del Paradiso (anche questo tutt’altro che ospitale, per la verità) ricreate proceduralmente a ogni morte, accanto a una lunga sfilza di ostili entità tra oscuri monaci armati di arco e frecce, guerrieri crociati, maligne anime fluttuanti, demoni di varie fogge e tanti altri nemici più o meno ispirati alle stesse fonti, scanditi intelligentemente durante la progressione in modo da essere generati, una volta apparsi per la prima volta, nelle prime fasi delle run per aumentarne la varietà.in death unchained recensione

Negli eterei panni di un arciere passato a miglior vita dovremo scontare tutti i nostri peccati combattendo in diversi scenari di ispirazione religiosa, generati proceduralmente a ogni morte

In questo caso, la definizione “lite” accanto a “rogue” non dipende da particolari poteri che diventano permanenti dopo essere stati sbloccati, come in altri titoli del genere, bensì da particolari soglie che possono essere superate per accedervi direttamente all’inizio della partita, a fronte di una difficoltà piuttosto elevata rispetto alla media della VR. Altri dettagli mettono in evidenza come gli sviluppatori si siano posti e abbiano affrontato con efficacia l’obiettivo di rendere meno ripetitivo il nostro incedere, ad esempio con portali che conducono a sezioni alternative ancora più ostiche o veri e propri boss ben collocati lungo il percorso, non troppo fantasiosi nella forma e nelle arene a loro dedicate ma comunque validi per spezzare il ritmo, spesso introducendo ulteriori nemici secondari al loro fianco.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Grande atmosfera anche in questa versione.
  • Impianto roguelite ottimamente concepito.
  • L'elevata difficoltà si affronta meglio senza fili.
  • Carisma pazzesco.

Contro

  • Al solito, la riduzione grafica su Quest è vistosa.
  • Qualche ulteriore ritocco al gameplay sarebbe stato gradito.
  • Al momento di scrivere manca il movimento libero, ma è in arrivo.
8.5

Più che buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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