TT Isle of Man - Ride on the Edge 2 – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Dopo un buon esordio Kylotonn torna sulle strade dello Snaefell Mountain Course con un secondo capitolo ancora più catartico ma non abbastanza simulativo.

Sviluppatore / Publisher: Kylotonn Racing / Bigben Interactive   Prezzo: €49,99   Localizzazione: Interfaccia   Multiplayer: Competitivo PEGI: +6   Disponibile su: PS4, Xbox One, Switch, PC (Steam)

Il Tourist Trophy quest’anno non si correrà. Un evento che non è abituato a fermarsi e dubitare nemmeno quando un suo partecipante lascia sull’asfalto l’anima in una chiazza di benzina, tira un respiro profondo e si fa da parte, come è giusto che sia. Questo giugno sull’Isola di Man ci sarà un silenzio surreale, il frastuono dei motori lascerà spazio al vento che accarezza le sue campagne smeraldine, la bellezza dei suoi panorami, la pace di un angolo di mondo che sembra così distante dall’emergenza che stiamo vivendo, come protetto da quei 260 temerari che sul suo asfalto hanno dato tutto, perdendo tutto, la magra consolazione di entrare nella leggenda dell’evento motoristico più pericoloso al mondo.




Lo Snaefell costretto al letargo quest’anno non divorerà chi osa sfidarlo. Il rito si fa virtuale, azzerando i pericoli ma non le emozioni di chi, pad alla mano, si ritrova intrappolato tra casco e cupolino, le mani sudate e il cuore in gola mentre sfiora col ginocchio l’ennesimo muretto, un millimetro che divide vita, morte e miracoli di chi è aggrappato al manubrio come alla speranza di scendere da quella maledetta moto, dopo 6 giri da 60km l’uno, cercando di incantare il serpente, sguardo vitreo e veleno che gocciola dai denti.

BESTIE DOCILI

Il primo TT Isle of Man era un’opera decisamente più sporca tecnicamente, ruvida, aggressiva, e i suoi difetti fisici, per assurdo, davano un feedback talmente instabile alla moto da risultare realistico, credibile.

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La Norton, tutta cromata e psicologicamente scostante, sembra esposta in un museo per le strade dell’Isola.

Qualcosa da guidare in ansia, preda degli umori della bestia meccanica. La bestia in questi due anni è stata ammaestrata, addolcita, non più animale da strada ma da box. Pur disattivando tutti gli aiuti le moto sono oggi più morbide da guidare, precisissime e servizievoli, quasi distaccate dall’asfalto, incuranti dell’attrito. Solo la potenza, se non modulata attraverso la manopola/grilletto è capace di far imbizzarrire il mezzo, soprattutto uscendo da curve particolarmente lente, trovandoci a gestire impennate letali e incontrollabili.

la paura, in un prodotto del genere, va protetta, coltivata, come se avesse una relazione tossica con l’adrenalina

Non si derapa aprendo tutto all’improvviso, non si rischia di perdere aderenza staccando alla disperata senza ABS, pinzando con tutta la forza che abbiamo in corpo. Grip assoluto, dannatamente arcade, che va ad annullare ogni concetto di peso ed inerzia, dando la sensazione di regredire di una generazione se paragonato a prodotti come Ride 3 e MotoGP 19. Dopo i primi chilometri di ambientamento si capisce il trucco e non si guida più col terrore. Ma la paura, in un prodotto del genere, va protetta, coltivata, come se avesse una relazione tossica con l’adrenalina.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Lo Snaefell Mountain Course è un monumento, l’Olimpo del motociclismo, ricreato alla perfezione.
  • Se giocato in soggettiva e con le cuffie diventa un’esperienza incredibile…

Contro

  • …Ma la sua natura ibrida, indecisa tra sim e arcade, può respingere chi vuole un racing profondo.
  • I 30 fps su console sono un limite, nonostante l’ottima sensazione di velocità.
6.9

Sufficiente

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