Ministry of Broadcast – Recensione

PC Switch

Il Grande Fratello ti annoia? L’Isola dei famosi è troppo trash? Pechino Express è in ritardo? Che ne dici di un reality con in palio… la libertà?

Sviluppatore / Publisher: Ministry of Broadcas Studios / Hitcents PLAYISM   Prezzo: 12,49€   Localizzazione: Assente (testo in inglese)   Multiplayer: No   PEGI: +16   Disponibile su: PC, Switch

Se pensavate che i reality nostrani avessero avuto quanto meno il merito di svelare cosa ciascuno è disposto a fare per raggiungere i propri scopi, Ministry of Broadcast è qui per scardinare ogni vostra convinzione. Dimenticate gli insulti alle madri o i furti di cibo: avete mai visto un concorrente pronto a sacrificare la vita dei suoi compagni di avventura per arrivare per primo al traguardo?

OLTRE IL MURO DELLA DISTOPIA

Certo bisogna ammettere che il premio in palio in Ministry of Broadcast è ben diverso e molto più importante: la libertà. Le atmosfere messe in piedi dall’omonimo team di sviluppatori sono quelle di un regime distopico dal sentore est europeo, zona geografica da cui provengono anche i suoi sviluppatori (Repubblica Ceca, per la precisione ndII-V). Un muro separa in due il paese, e chi si trova al suo interno ha un solo modo per raggiungere i propri cari all’esterno: vincere un reality show.

Ministry of Broadcast Recensione

L’ironia dark abbonda fin dalla schermata introduttiva. Uno degli aspetti migliori del gioco.

Già da questa premessa si notano le evidenti influenze su cui i quattro ragazzi del team di sviluppo hanno fondato le premesse del loro gioco, su tutte il romanzo 1984 di Orwell, ma molte altre (e molto meno scontate) scalpitano per essere scoperte sotto la cortina di superficie. Per iniziare, però, bisognerebbe capire quali siano le regole di questo reality in cui tutti paiono avere un ruolo, tranne il protagonista dai rossi capelli. Dopo essere stato condotto all’interno del perimetro del muro, al nostro personaggio viene assegnata una brandina e nulla più. Al suo risveglio non solo le sue scarpe sono sparite, ma anche il suo compagno di branda. Tutti, fuori dal dormitorio, sono già in scena e paiono avere un ruolo da interpretare: chi guardia e chi contestatore.

IL GAMEPLAY DEL DISTOPICO MINISTRY OF BROADCAST È UNA GIOIOSA CONTAMINAZIONE DI ELEMENTI CLASSICI E MODERNI

E noi? A noi non resta che affidarci alle parole di un ben poco incoraggiante corvo che ci guida verso quella che definisce un’arena, ovvero un ambiente in cui la nostra sopravvivenza sarà affidata non solo alle nostra abilità con le piattaforme, ma anche alle nostre doti di problem solving. Come accennato poco fa, i riferimenti nobili di Ministry of Broadcast sono molteplici. Dal punto di vista narrativo, ad esempio, la suddivisione tra poliziotti e prigionieri rimanda subito al film The Experiment, anche se poi le simpatiche gag di fine giornata – in cui tutti i partecipanti al reality dittatoriale si scambiano commenti sugli acciacchi – ne smorza il carattere drammatico, mentre il nero pennuto che fa le veci del grillo parlante è un’ovvia strizzata d’occhio a Edgar Alan Poe. Allo stesso modo, il gameplay di Ministry of Broadcast è una gioiosa contaminazione di elementi classici e moderni che collaborano alla realizzazione di un platform a cui certo non mancano le idee.

UN FLASHBACK DEL PRINCIPE DEL LIMBO

Se le primissime fase di gioco riportano alla mente Flashback o Prince of Persia, anche per una certa rigidità intrinseca nelle movenze del personaggio, mai comunque limitante e parecchio intonata alle fattezze in pixel art. Dopo poco, però, appare chiaro che la sola abilità manuale non sarà sufficiente a guadagnarsi il biglietto d’uscita dal reality. L’uso, scontato a questo punto, della materia grigia, non è tuttavia introdotto a costo zero.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Puzzle originali e mai troppo impegnativi.
  • Atmosfera centrata in pieno.
  • Ironia e narrazione ammirevoli.

Contro

  • Controlli non sempre precisissimi.
  • Le fasi di inseguimento a volte innervosiscono.
7.8

Buono

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