Asgard's Wrath – Recensione

PC

Giocare e redigere una dettagliata recensione dell’impressionante Asgard’s Wrath è stata una bella impresa, resa possibile anche dalla grande duttilità di Rift S. Chiaramente non ho potuto interrompere tutte le mansioni redazionali per quasi quaranta ore di gioco, tempo necessario per veder scorrere i titoli di coda – espletando, peraltro, solo una piccola parte di quest e sfide secondarie – e ho quindi dovuto interfacciarmi col mondo reale attraverso i vari sistemi che le nuove piattaforme Oculus propongono.
Il vecchio e caro desktop in virtuale, naturalmente, ma anche quella sorta di “squarcio dimensionale” che si apre una volta raggiunti i bordi dell’area di gioco, rientrando nell’ambiente reale senza togliere il caschetto e, magari, usare una vera tastiera per rispondere a chat ed email, o ancora la pausa automatica che si attiva quando il visore viene tolto e appoggiato da qualche parte. Tutte attenzioni che, senza impazzire sugli inaggirabili doveri, mi hanno permesso di godere di un titolo davvero straordinario, non privo dei difetti che esporrò in coda alla recensione ma capace di rapire dalla prima all’ultima sequenza, inseguendo in VR un modello ludico al top dei giochi d’azione con contaminazioni ARPG.

DIO DELLA GUERRA VIRTUALE

Complice la contestualizzazione nella mitologia norrena e quintali di dettagli del gameplay, Asgard’s Wrath sembra quasi un riuscito spin-off in realtà virtuale dell’ultimo God of War, debitamente contaminato da una doppia scala di grandezza e dalla relativa percezione sensoriale “divina e umana”, a dir poco maestosa per impatto visivo e quantità di soluzioni giocabili.  Un modello da cui il gameplay riesce a distaccarsi grazie alle peculiari caratteristiche di alcuni degli esseri terreni  (la necessità di questa distinzione vi sarà chiara fra poche righe) che potremo interpretare, mettendo ben in risalto una personalità forte e autonoma anche di fronte ai più lusinghieri metri di confronto. Asgards Wrath recensione

Asgard’s Wrath cita God of War ma riesce a costruire una sua forte personalità, utilizzando al meglio la doppia scala di grandezza “umana e divina”

La lunga avventura inizia nella forma di un essere divino, all’interno di una locanda HUB frequentata da tutti gli Dei di Asgard, debitamente munita di personaggi per craftare e comprare tutti gli item di cui avremo bisogno, concettualmente vicini agli elementi di ruolo inseriti da Santa Monica Studio nel loro magistrale titolo: nelle fasi di esplorazione nei panni di una serie di Eroi, posseduti e guidati dalla nostra essenza divina, potremo collezionare materiali per armi e corazze, ingredienti alchemici per le più disparate pozioni e, proprio nel solco di God of War (citato anche nel nome di uno dei capitoli di gioco, con coerente avversario), oggetti cardine che permettono di sbloccare nuove aree e, dopo la prima creazione, potranno essere usati in diversi punti delle ambientazioni, come semplici chiavi ma anche corni magici, cuori pulsanti e altre disparate forme per convincere, magari, una creatura a farsi da parte, aprire direttamente scrigni, barriere elementali e così via, al punto che descriverli nel dettaglio equivarrebbe a spoiler.
In effetti, questa è un’altra similitudine col capolavoro di cui sopra: al di là del fatto che, naturalmente, lo stesso pathos narrativo non è raggiungibile per comprensibili motivi, Asgard’s Wrath riesce comunque a concatenare i suoi innumerevoli elementi – storia, design dei tantissimi personaggi, introduzione degli stessi, seguaci combattenti, sequenziale inserimento di oggetti chiave, poteri e armi degli Eroi (quasi sempre spiegati in un’arena tutorial, sotto gli occhi del mellifluo Loki) – in modo che la sensazione di “scoperta” animi e caratterizzi tutti i capitoli e i diversi mondi esplorabili che compongono il vasto universo di gioco.Asgards Wrath recensione

In precisi snodi della storia, il nostro essere divino recupera la sua titanica fisicità per sconfiggere nemici altrettanto giganteschi

Una cosa che va sicuramente descritta riguarda le diverse forme della divinità. Una volta uscito dalla locanda degli Dei ed entrato in uno scenario terrestre nei panni di un umano, il nostro essere divino perde la sua ciclopica presenza fisica per trasformarsi in un’aura eterea da attivare in determinate aree, grazie ad appositi altari, per poi poter manipolare taluni elementi dello scenario: principalmente, le mani mosse dagli Oculus Touch possono afferrare gli animali, trasformarli in risorse o, in momenti precisi della storia, mutarli in seguaci che fiancheggiano l’eroe nei combattimenti, possiedono speciali facoltà e possono essere spostati a piacimento in quella parte del livello, spesso per risolvere enigmi con i loro poteri.
La presenza incorporea può anche agire su rovine, totem e pezzi utili all’Eroe e/o fondamentali per procedere, ma niente può superare lo spettacolo dei colossali combattimenti: in precisi snodi della trama, spesso alla fine delle “Saghe” (così si chiamano le varie parti del gioco) la nostra divinità recupera la titanica fisicità per sconfiggere nemici altrettanto giganteschi, torreggiando sulle ambientazioni solcate poco prima dagli Eroi umani, diventate piccole e quasi insignificanti, con una variazione di scala che non può che impattare potentemente sulla resa audiovisiva VR.

MORTALI SPOGLIE E RITORNO ALLA REALTÀ

Si potrebbe quasi dire che “tutto il resto è God of War” servito in un’ottima salsa VR, dal momento che il mix di combattimento, esplorazione, enigmi e sfide è equilibrato in modo molto simile, con una varietà di scorci visivi, elementi di gameplay e crescita dei PG in grado di tenere costantemente alta l’attenzione, comprese le armi principali che possono essere migliorate come tutto l’equipaggiamento degli Eroi, ricomparendo sempre negli slot sui loro fianchi.Asgards Wrath recensione

Asgard’s Wrath impone di rompere l’equilibrio o le difese magiche dell’avversario, così da evitare l’eccessiva facilità dei combattimenti all’arma bianca in VR

Posto che il modo giusto di affrontare Asgard’s Wrath è ai livelli Legendary e Wrath (il gioco al momento è solo in inglese), a meno di non voler godere principalmente della storia, le dinamiche di combattimento sono costruite in modo da eliminare uno dei difetti più gravi degli action all’arma bianca in VR: il movimento libero di scudo e lama con i controller cinetici (discorso diverso per arco e armi lanciabili, naturalmente, ma non è la parte predominante degli scontri) saranno sempre superiori a un povero NPC che reagisce con animazioni predefinite, motivo per cui Asgard’s Wrath impone di rompere l’equilibrio o le difese magiche dei nemici più forti con movimenti dello scudo e dell’arma – anche magica – evitando al contempo gli attacchi imparabili, e di poter fare sensibile danno agli avversari solo se queste condizioni vengono rispettate. Tali fattori, insieme alla buona (ma non ottima, va detto) gestione delle collisioni poligonali in VR, fanno sì che l’azione non diventi un mero passaggio rivolto allo spettacolo, come in altri titoli in realtà virtuale, bensì qualcosa di molto più impegnativo e appagante.Asgards Wrath recensione

Per menzionare, infine, i veri difetti del gioco, uno di questi è senz’altro lo schema di apparizione dei nemici in alcune aree, che saltano fuori dal terreno o scompaiono a determinate distanze rendendo un po’ rigidi i relativi combattimenti; non si tratta di un’astrusa trovata, invero rinvenibile in parecchi ARPG “normali”, per inficiare fughe tattiche eccessivamente sgravanti, ma gli spazi sono davvero troppo ristretti e finiscono per rendere l’azione un po’ frustrante. Accanto, poi, a una gran abbondanza di opzioni per la scalabilità della grafica e la personalizzazione dell’esperienza VR, compresa una nutrita serie di voci per scongiurare il motion sickness (il movimento principale è libero via levetta), i caricamenti risultano davvero troppo lunghi se i file di gioco si trovano su un normale HDD.
Un problema non trascurabile, considerati i cambi di scenario abbastanza frequenti e le possibilità di sconfitta ai più alti livelli di difficoltà, con relativo ritorno ai checkpoint più vicini (sempre segnalati da un appositi menir), a cui si può efficacemente ovviare installando Asgard’s Wrath su un capiente SSD, a fronte di una dimensione su disco di ben 120 GB. Sulla questione alcuni potrebbero volere sorvolare, in attesa di una debita correzione tecnica degli sviluppatori, considerato il ben di Dio (è il caso di dirlo) che il gioco offre, ma si tratta comunque di un limite da segnalare con forza. Per il resto, se non l’aveste ancora capito, c’è solo da godere.

Asgard’s Wrath è uno dei titoli più grandiosi, forse il più ambizioso in assoluto, mai prodotti per la realtà virtuale. Anche i suoi modelli ludici sono elevati – l’ultimo God of War viene citato apertamente – ma il gioco di Sanzaru Games riesce comunque a costruirsi una forte personalità ammantandola di sfida e gusto per la scoperta, complice una doppia dimensione – divina e umana – capace di impressionare per dettagli e potenza dello spettacolo VR. Asgard’s Wrath non è privo di qualche debolezza, talvolta tecnica o di taratura degli elementi del gameplay, ma ciò che offre rimane imperdibile per qualsiasi possessore di Oculus Rift e Rift S.

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Pro

  • Modelli ludici difficilmente raggiungibili, onorati in VR.
  • Spettacolo visivo al top per la realtà virtuale.
  • Notevole longevità.
  • Varietà complessiva ai massimi livelli, anche al di fuori della VR.

Contro

  • Caricamenti frequenti e troppo lunghi, attenuati solo su SSD.
  • Alcune sbavature nei combattimenti.
9.5

Ottimo

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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