Gli sviluppatori di Frozenbyte sembrano aver capito la lezione. Il terzo capitolo della serie Trine, rilasciato nel 2015, non fu affatto lodato come i precedenti. La scelta di implementare delle sezioni 3D, così come quella di metter mano al sistema di progressione (senza contare, poi, i problemi tecnici) fecero storcere il naso ai giocatori, abituati a ben altri standard dal team finlandese. Ecco quindi che con Trine 4: The Nightmare Prince i ragazzi di Helsinki hanno provato a “farsi perdonare”, facendo un lieto ritorno al passato della serie senza comunque disdegnare qualche piccola aggiunta che ben si sposa con il loro incantevole puzzle-platform 2.5D. Ci sono riusciti? Direi proprio di sì.
SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA
Trine 4 si apre con un bel mistero: il Principe Selius è sparito dalla Accademia Astrale e non esistono al mondo eroi più adatti ai quali affidare l’importante compito di recuperarlo di Amadeus il mago, Zoya la ladra e Pontius il cavaliere. I tre, che di battaglie ne hanno ormai viste a bizzeffe, accettano di imbarcarsi in questa nuova avventura che, come da copione, si rivelerà ben presto molto più complicata del previsto. Le gesta del gruppo, narrate di tanto in tanto dall’ormai storica voce di Terry Wilton come una vera e propria fiaba della buonanotte, si snodano lungo una serie di scenari, divisi in cinque atti, caratterizzati da una moltitudine di paesaggi diversi, colori, creature magiche e, naturalmente, enigmi da risolvere.
il Principe Selius è sparito dalla Accademia Astrale
In gruppo, le cose si fanno decisamente più interessati: Trine 4, con il suo multiplayer co-op in locale (anche wireless con più console) e online aperto fino a quattro giocatori (una novità rispetto ai precedenti capitoli), offre infatti una buona dose di divertimento in compagnia grazie alla possibilità di vedere all’opera l’intero gruppo e persino più versioni dello stesso personaggio. Va comunque detto, però, che l’esperienza in questo caso sembra perdere un po’ della sua già non eccessiva difficoltà. La sfida più grande del gioco, infatti, rimane quella degli enigmi, non essendoci più veri e propri nemici sparsi per la mappa, e la loro risoluzione diventa più semplice con l’aiuto di qualcun altro. Le sessioni di combattimento sono comunque rimaste, anche se relegate in piccole porzioni chiuse della mappa dalle quali non potremo uscire se non dopo aver abbattuto gli avversari; purtroppo, vista la poca varietà di mostri proposti e la facilità con la quale possono essere eliminati rendono queste piccolissime parti hack ‘n’ slash un po’ monotone, o comunque decisamente non all’altezza delle vere e proprie boss battle.
FIABA PORTATILE
La prova effettuata su Switch non ha dato quasi nessun problema. Dal punto di vista puramente estetico, Trine 4 è una gioia per gli occhi al pari dei precedenti capitoli.
La sfida più grande del gioco rimane quella degli enigmi
Cambiare da un personaggio all’altro nel corso del gameplay, come detto in precedenza, è semplice e immediato, così come la maggior parte dei controlli di base. Tuttavia, più in là nella campagna, l’utilizzo combinato di più abilità in movimento (fortunatamente in pochissime situazioni) e qualche salto in spazi stretti è risultato un po’ più scomodo del previsto. Bene invece la fluidità, sia in modalità portatile che con la console collegata al televisore, al netto di un unico bug che mi ha tenuta rinchiusa nella piccola porzione di mappa a combattimento finito, costringendomi a ricaricare l’ultimo checkpoint.
Frozenbyte ha saputo recuperare alla grande il piccolo passo falso fatto con The Artifacts of Power. Trine 4: The Nightmare Prince è un degno successore dei prim capitoli, con il suo carico di puzzle, piattaforme, nemici ed eroi pronti a tutto pur di riportare a casa il principino perduto. Al netto di qualche problema, quest’ultimo atto della serie riesce a regalare una buona manciata di ore di divertimento in compagnia, o una più interessante sfida ai giocatori solitari.