Ogni narratore ha bisogno di una storia da raccontare e condividere, una storia che coinvolga e attiri l’attenzione di quel pubblico che, rapito, cerca di tener teso l’orecchio per ascoltare ogni passaggio dall’inizio alla fine. Nel corso del tempo l’autore ha cambiato volto, ma non tipologia di racconto. Ci siamo trovati ad ascoltare storie di dei ed eroi narrate da un aedo cieco, abbiamo ascoltato i commedianti su un palco recitare i testi di Shakespeare e abbiamo, forse in maniera più edulcorata, ascoltato storie di bardi e menestrelli pronti a rievocare le gesta di maghi e cavalieri.
Bard’s Tale se vogliamo può tranquillamente appartenere all’ultimo filone, quel concept fantasy che ha rapito la fantasia di molti di noi che, partendo da un libro game o da una serie di romanzi dedicati, si è appassionato prima al mondo del gioco di ruolo cartaceo, e poi a quello multimediale e videoludico. La serie che ha compiuto trentacinque anni (e poi dicono a me di essere vecchio!) sta cercando di tornare alla ribalta, e il modo migliore secondo InXile è stato quello di creare The Bard’s Tale IV – Director’s Cut per console, comprensiva di tutti gli elementi post-lancio.
CANTAMI O DIVA
Facciamo finta che tutti, ma dico proprio tutti, non abbiano mai giocato a Bard’s Tale. Il quarto capitolo uscito un anno fa su PC propone la classica avventura in un universo fantasy originale, utilizzando però come gameplay un sistema ibrido, suddiviso in fasi di esplorazione libera in prima persona attraverso degli scenari 3D e fasi più strategiche, appartenenti come filone ai dungeon crawler più classici. Arrivati al momento del combattimento comparirà infatti una piccola griglia su cui muoveremo gli avatar, appartenenti al gruppo, turno dopo turno, facendo chiaramente di tutto per evitare che uno di questi muoia repentinamente. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, anche Bard’s Tale IV propone un processo di creazione del personaggio, nel quale è possibile scegliere la razza e la classe, tra una rosa contenuta di opzioni, del nostro alter-ego digitale.
Affrontare i combattimenti con la giusta pianificazione ripaga sempre
E se il combattimento già soddisfa per la sua campionatura ibrida tra strategia e azione, anche l’esplorazione libera regala un minimo di compiacimento al giocatore, soprattutto quando si è alla ricerca di denaro extra o side quest da aggiungere al proprio taccuino. All’inizio la città di Skara Brae potrà sembrare piccola e male arredata, soprattutto nei bassifondi, ma giocando sarà possibile scoprire tante zone nascoste, compiendo persino un viaggio che ci condurrà a Baedish, Inshriach e Stronsea (l’ultima non è una parolaccia eh).
Girovagando per i dungeon si possono incontrare tanti nemici, compresi anche diversi bug
LA TECNICA IN PROSA
Il corposo aggiornamento della Director’s Cut di Bard’s Tale IV ha permesso agli autori di inserire tantissimi extra a livello di contenuti, migliorando al contempo tutta la parte tecnica che, a rigor di logica, dovrebbe gratificare i sensi della vista e dell’udito.
La prova effettuata su PlayStation 4 standard ha messo in evidenza gioie e dolori del comparto grafico, ben adattato all’hardware della console, ma ancora accompagnato da texture un po’ sbavate, compenetrazioni di oggetti e personaggi e qualche bug random sparso qua e là. Mi sono trovato più volte a vedere il gioco crashare durante qualche combattimento, fortunatamente quelli importanti dove il gioco salva un checkpoint all’inizio, mentre alcuni caricamenti tra un’area e l’altra li ho trovati un po’ inutili e discretamente lunghetti. A livello sonoro ci troviamo davanti a un’opera di qualità, soprattutto in merito a doppiaggio e colonna sonora. Peccato per la localizzazione, giacché il titolo è solamente fruibile per i testi solo in lingua inglese.
The Bard’s Tale IV: Director’s Cut determina un ulteriore passo avanti per InXile Entertainment nei confronti della community. In tutto il tempo che abbiamo giocato in compagnia di bardi, guerrieri e maghi pronti a tutto per farci la pelle, il nostro unico pensiero è stato quello di andare avanti per scoprire cosa ci aspettava nel prossimo dungeon. I difetti ci sono, chiaramente, ma il biglietto su console vale la pena a patto che siate “idrovori” di questo genere.