Il lavoro del recensore è spesso visto come un sogno dagli appassionati di videogiochi, e in fondo perché non dovrebbe esserlo? Puoi giocare in anteprima tutte le ultime novità e in più vieni anche pagato, diamine! Però può capitare quel gioco davvero deludente, che ti tocca trattare comunque perché la professionalità è un sacrosanto dovere, nei confronti dei tuoi lettori e del prestigio della testata che rappresenti. E poi c’è Contra Rogue Corps, un gioco che avrei desiderato fosse un vincitore con tutto me stesso, anche solo per il nome e l’eredità che Konami (o quel che resta di lei) gli ha appioppato sulle spalle. Non è andata proprio così.
DOVE ERAVAMO RIMASTI?
La guerra contro gli invasori Red Falcon è terminata da anni, ma la razza umana ha poco da festeggiare. Una città spettrale (Damned City) sorge dalle ceneri del campo di battaglia e il vecchio nemico extraterrestre cede il passo a una stirpe di demoni vomitata dagli inferi, capaci di corrompere con la propria nefasta influenza anche il più puro tra i mortali. Fortunatamente, di puro c’è davvero ben poco nel gruppo di mercenari conosciuto come Jaeger, formato da quattro psicopatici pronti a lanciarsi senza indugio verso il nuovo pericolo, purché la ricompensa valga lo sforzo. È impossibile nascondere la pochezza della trama, sacrificata sull’altare dell’azione a favore di un’ambientazione folle, narrata nell’introduzione da una sorta di graphic novel che penso incontrerebbe l’approvazione di Garth Ennis.
Qui i protagonisti vengono descritti assieme ai loro modi spiccioli: Kaiser è praticamente un Bill Rizer che non ce l’ha fatta, perennemente ritratto con un sigaro in bocca e lo sguardo da serial killer della porta accanto, mentre Harakiri è una bella ragazza, impercettibilmente penalizzata da un abominio alieno che le sporge dal torace. E questi sono i personaggi più normali, giacché a loro si aggiungono BV (o Bestia Vorace, per gli amici) e Gentiluomo, rispettivamente un panda inalberatissimo armato di gatling e una mostruosità aliena in fissa con i lanciafiamme e il bon ton. Possono essere selezionati a piacere dopo la prima missione che funge da tutorial, per affrontare una serie di sortite distribuite in sei differenti zone della città. Basta poco però per notare che l’eccentrica carica dei protagonisti non riesce a brillare come si deve una volta iniziata la carneficina, visto che un reparto tecnico a dir poco anacronistico si sposa infelicemente con una direzione artistica insoddisfacente.
Ci si muove da uno scontro a fuoco all’altro in una serie di mappe dove una palette che sa di depressione sottolinea la monotonia di uno schema di gioco senza vita
Contra Rogue Corps, sostanzialmente, vorrebbe essere un gioco dalla grande rigiocabilità, puntando gran parte del suo appeal sul loot e sullo sviluppo dei personaggi, tuttavia appare subito lampante che il senso di progressione è appannaggio del solo equipaggiamento. Questo perché i quattro ragazzacci si comportano praticamente in maniera identica, e differiscono tra di loro principalmente per una mossa speciale personale, da attivare in seguito al relativo cooldown. A parte questo, ognuno può utilizzare liberamente qualunque tipo di arma, a loro volta suddivise in ordigni principali e secondari: usatele in missione e il soldato di turno aumenterà la relativa competenza, mentre gli strumenti di morte saliranno di livello e potranno essere potenziati, investendo materiali e denaro nell’apposito hub.
ADRENALINA DOVE SEI?
Qui la squadra si prepara ad entrare in azione, migliorando l’equipaggiamento e loro stessi attraverso l’ingegneria genetica. Ogni tizio dispone infatti di quattro slot adibiti ad ossatura, occhi, cuore e arti, da rimpiazzare con protesi bioniche grazie ai servigi di tre diversi chirurghi, differenti per abilità e parcella. Inoltre è possibile concedersi una pausa dai soliti massacri urbani per dedicarsi a mattanze nuove di zecca nella modalità multigiocatore competitiva che, al momento, non ha ancora aperto i battenti, con i server che verranno varati al lancio del gioco. Ci è dunque impossibile scendere nel dettaglio di questa importante componente, ma è chiaro sin da ora che le vittoriose performance portate a casa in nome dell’agonismo ultraviolento saranno ricompensate con una valuta particolare, con cui riscattare ricompense esclusive nell’apposito negozio.
Il gioco in locale consente di fare squadra con altri tre amici e affrontare una serie di spedizioni slegate dalla campagna principale
La volontà di aggiungere un livello di complessità e personalizzazione a un semplice twin stick shooter è dunque lodevole sulla carta, ma allo stato attuale Contra Rogue Corps è semplicemente troppo monotono, spartano e banale per offrire un interesse tale da giustificare la lusinghiera longevità auspicata dai suoi creatori. Come ciliegina sulla torta, Contra Rogue Corps è afflitto da un input lag di quelli importanti: in quei momenti in cui si ha bisogno di saltare rapidamente, magari per arraffare al volo un premio destinato a volatilizzarsi in pochi secondi, è necessario premere il pulsante adibito al salto con sensibile anticipo per evitare di mancare l’appuntamento con la piattaforma di turno, il che è davvero ingiustificabile per un gioco tecnicamente tanto modesto, che gira per giunta su un sistema performante come la Xbox One X usata in sede di recensione. In realtà non vi ho ancora parlato della telecamera a volte schizofrenica, che con i cambi d’inquadratura dettati da un cameraman ubriaco causa spesso perdite di energia altrimenti evitabili, ma direi che è il caso di fermarci qui e passare al commento.
A volte, Contra Rogue Corps sembra un gioco per Dreamcast invecchiato male, ma questo è solo uno dei suoi problemi. È monotono e privo dei guizzi d’ingegno e del coinvolgimento che caratterizza la serie di cui ingiustamente porta il nome, e complessivamente manca di personalità a causa di una direzione artistica per certi versi amatoriale. Sparare però è sempre divertente, specialmente se lo si fa con gli amici accalcati davanti alla televisione: per questo – e solamente per questo – il gioco porta a casa la più risicata tra le sufficienze. In giro, ovviamente, c’è davvero di meglio su cui investire i vostri sudati risparmi…