Sono passati molti anni da quando la saga di Gears of War ha fatto il suo esplosivo ingresso nella scena videoludica mondiale. Marcus Fenix, suo figlio JD e i loro tamarri compagni ci hanno travolto con la loro sagace ferocia trascinandoci nel bel mezzo di conflitti sanguinosi e guerre epocali da cui nemmeno noi sappiamo come ne siamo usciti indenni ma, soprattutto, ci hanno appassionato fin dal primo epico giorno senza mai risparmiarsi, sfidando e beffando la Morte al suo gioco preferito. Adesso, finalmente, il tempo della tregua è terminato. È ora di imbracciare le armi e tornare ancora una volta sul campo di battaglia: è giunto il tempo di Gears 5.
SILENZIO IN PLATEA, IL MACABRO SPETTACOLO STA PER INIZIARE!
I fan della serie sapranno già su quale tipo di spettacolo stiamo per alzare il sipario. L’agitazione tra i posti della prima fila è contagiosa, l’attesa e la curiosità montano sempre più attorno a questa nuova produzione, ma una rapida sbirciata alla locandina non guasta mai: Gears 5 è il quinto capitolo della saga che ha scritto alcune tra le più grandiosi pagine della storia degli sparatutto in terza persona, o TPS, su Xbox One e su PC. Se volessi raccontarlo attraverso una metafora, potrei descriverlo come un brutale riassunto animato che racchiude in sé tutte le fondamentali caratteristiche che un gioco d’azione dovrebbe possedere. Vi ricordo che il biglietto d’ingresso per lo show intitolato Gears 5 sarà disponibile a partire dal 6 settembre per i possessori dell’Ultimate Edition e gli iscritti a Xbox Game Pass Ultimate. La data di lancio vera e propria è fissata per il 10 settembre su PC e Xbox One. Ok, ora che ognuno è seduto al suo posto e che il pubblico si è scaldato al punto giusto possiamo incominciare: su il sipario!
racchiude in sé tutte le fondamentali caratteristiche che un gioco d’azione dovrebbe possedere
Dopo aver passato diverse ore a sbudellare abomini d’ogni genere mi è rimasta addosso, oltre alle frattaglie, anche la sensazione che
The Coalition abbia fatto tesoro dell’esperienza maturata con quel suo
Gears of War 4 un po’ troppo conservativo.
Gears 5 è la naturale evoluzione del suo predecessore e, al contempo, la matita rossa che s’è presa la briga di correggerne le imprecisioni e sistemarne le mancanze. Gli sviluppatori questa volta non hanno avuto remore a intervenire per
modificare alcuni aspetti storici del gameplay, ovviamente senza stravolgere una formula di sicuro successo ma cercando di rinnovarla seguendo i consigli dell’appassionata community. Mi duole esser avaro d’informazioni in tal senso, ma tant’è: anche se un paio di battute me le concederò, non posso né voglio svelare alcunché circa la trama che farà da sfondo agli incessanti combattimenti. Forse non saremo di fronte al più elegante e raffinato dei copioni, d’accordo, ma a parer mio il susseguirsi degli eventi e il ritmo con cui vengono presentati riesce nel suo intento principale, ossia tenere il giocatore incollato al pad fino all’ultimo (corto) atto senza che la noia prenda il sopravvento. La storia comincia a ingranare con maggior decisione dopo che ci ritroveremo a combattere contro i nostri stessi robot e, a dispetto di alcune (invero ormai bell’e dimenticate) dicerie degne delle peggio puntate di “Ciao Darwin”,
la coraggiosa decisione di affidare a Kait il ruolo di protagonista risulta azzeccata, perché la ragazza si rivelerà essere custode di un mistero che, scontro dopo scontro, scatenerà nel giocatore l’empatico desiderio di aiutarla a svelarlo a qualsiasi costo. La Campagna che ci permetterà di scoprire i risvolti della storia è suddivisa in quattro atti per un totale di quindici capitoli colmi di sangue, budella, massacri e goliardia. Per arrivare all’epilogo senza perdersi in troppe chiacchiere sono necessarie una dozzina di ore circa, ma se ci si dedica all’esplorazione degli ambienti con calma allora si possono raggiungere e superare le venti ore.
Per aumentare la conta del tempo di gioco, infatti, basta rallentare il passo e osservare con attenzione, giacché i collezionabili tramite cui approfondire la lore sparsi in ogni luogo sono tanti e alcune location prevedono punti d’interesse e anfratti nascosti a una vista superficiale.
il susseguirsi degli eventi e il ritmo con cui vengono presentati riesce nel suo intento principale
Gears 5 non è un open world, intendiamoci; la sua naturale predisposizione alla guerriglia in spazi claustrofobici non è stata (fortunatamente) snaturata, però la differenza strutturale di alcune mappe salta presto all’occhio. Per quanto siano presenti i canonici scenari dai percorsi più o meno guidati,
gli sviluppatori hanno optato per un’alternanza tra ambientazioni aperte e chiuse che dà maggior respiro all’esperienza narrativa nel suo insieme. In alcune mappe molto più ampie rispetto al passato, ad esempio, per raggiungere i nostri obiettivi dovremo utilizzare lo Skiff, un mezzo di trasporto a vela capace di percorrere velocemente distanze notevoli. Tra esterni maestosi e interni angoscianti, la bellezza e la varietà offerta dalle curate ambientazioni saprà rapire lo sguardo del giocatore, ma prima di fermarsi ad ammirare uno scorcio è sempre bene assicurarsi di aver ripulito la zona dai nemici, come da tradizione. L’intensa Campagna è affrontabile in single player oppure in co-op, con i nostri compagni che potranno scegliere di impersonare gli altri gears oppure
Jack, un robot che fornirà supporto alla squadra durante i combattimenti e l’esplorazione. Questa aggiunta si rivela essere
molto più che una semplice meccanica di contorno fine a sé stessa, perché avanzando nel gioco ci permetterà di personalizzare il nostro stile a seconda delle abilità del bot che decideremo di sviluppare. Jack può equipaggiare un’abilità di supporto, una relativa l’assalto e una passiva, offrendo un
ventaglio di opzioni e di approcci agli scontri decisamente più vario rispetto agli standard cui eravamo abituati: accecare i nemici per stanarli dalle loro coperture, piazzare trappole elettriche in determinati punti strategici oppure irrobustire la nostra corazza sono soltanto alcune delle abilità su cui potremo contare.
la bellezza e la varietà offerta dalle curate ambientazioni saprà rapire lo sguardo del giocatore
Per potenziare queste skill è necessario trovare i componenti e più svilupperemo una certa caratteristica, più risorse richiederà il livello successivo. Oltre ciò, possiamo sfruttare il drone per fargli aprire porte e passaggi, spedirlo a recuperare delle armi troppo lontane per poi riportarcele come fosse un fedele cane di metallo oppure indicargli alcuni elementi dello scenario da attivare per sorprendere i nemici. È interessante notare come alcuni frangenti possano risultare semplici o difficili da superare a seconda delle competenze di Jack, perché in quegli attimi si ha l’impressione che le nostre decisioni, anche se riguardano un robot privo di vita, finiscano comunque per avere un peso anche sulle nostre sorti.
FERMI LÀ, LE NOVITÀ NON SONO FINITE: LO SHOW È SOLO A METÀ!
Le novità di Gears 5 non si limitano al fido Jack, perché gli sviluppatori hanno implementato una nuova modalità co-op chiamata Fuga, ideata per tre giocatori. Al contrario di quanto avviene nella modalità Orda, questa sarà letteralmente una lotta contro il timer perché dovremo evacuare il più rapidamente possibile la mappa per non rimanere coinvolti nell’esplosione da noi stessi provocata. Ovviamente, numerosi gruppi di orrori di vario tipo cercheranno di obbligarci a rimanere alla scoppiettante festa in ogni modo, perciò bisognerà farsi largo tra i nemici nel solo modo che i gears conoscono e adorano, con brevissimi momenti per rifiatare, riorganizzare l’equipaggiamento e calmare il battito cardiaco. A fine partita non mancheranno le statistiche legate al tempo impiegato per fuggire e un riassunto delle performance. Chi invece ha intenzione di dedicarsi anima e cuore alla cara, vecchia modalità Orda può dormire sonni tranquilli, o forse farà prima a dimenticarsi di dormire proprio: la sfida co-op in cui una squadra composta da cinque giocatori deve sopravvivere a 50 ondate di mostri in un’escalation continua di difficoltà è stata oggetto di migliorie stuzzicanti. Con l’aumentare delle ondate i conflitti si fanno sempre più estenuanti, i nemici sempre più numerosi, forti e pressanti, ma grazie al cielo i giocatori possono contare sul miglioramento dinamico delle loro abilità passive e attive durante il match per resistere fino all’ultimo. Con miglioramento dinamico intendo una meccanica simile a quella dei MOBA: si decide su quali talenti passivi puntare (rigenerazione della salute, più munizioni, aumento dei danni, resistenza) e poi, a forza di massacrare nemici, queste qualità migliorano, aiutandoci a sopravvivere. La seconda novità riguarda i personaggi, che presentano perk e abilità tali per cui si è reso necessario dividerli per ruolo. Marcus ad esempio è un tank, è resistente e possiede l’abilità di potenziare la propria copertura e quella degli alleati vicini, fornendo a tutti un bonus che garantisce di effettuare solo headshot per un temporaneo lasso di tempo.
Chi ha intenzione di dedicarsi anima e cuore alla cara, vecchia modalità Orda può dormire sonni tranquilli
Ogni personaggio ha la propria abilità unica e tutto ciò ruota intorno a un sistema di progressione suddiviso in livelli – che, una volta raggiunti, ci consentiranno di sbloccare carte-abilità da equipaggiare negli slot e da potenziare ad un determinato costo.
Diventa quindi presto chiaro quanto l’esperienza sia personalizzabile (niente di troppo complicato ovviamente, parliamo di talenti passivi e abilità da potenziare di pari passo con l’esperienza accumulata e l’aumentare del proprio livello), frenetica come sempre ma con un pizzico di strategia extra che non la rovina o ne rallenta il ritmo. Trovare l’equilibrio migliore in base alle abilità che ci sono in squadra sarà quindi fondamentale, com’è facile immaginare. Anche Jack sarà utilizzabile per curare e fornire supporto alla squadra, mentre le varie mostruosità uccise faranno cadere risorse energetiche che ci permetteranno di fortificare le difese e creare utili strumenti difensivi, valendo il rischio di esporsi al fuoco avversario nel tentativo di raccoglierle. Le modifiche non stravolgono le meccaniche base e aggiungono elementi interessanti che, se mischiati con successo, possono salvarci la pelle nei momenti cruciali, trasformando l’Orda in una piacevole escursione in salsa Gears nel mondo dei tower defense che, con la sua gradevole ventata di freschezza, riesce a far risaltare la versatilità del titolo dei
The Coalition. La nuova modalità Fuga, la rinnovata Orda, la conferma del consolidato PvP in tutte le sue varianti (Deathmatch, Corsa agli armamenti, Dodgeball, Escalation, Esecuzione, Guardiano, Re della Collina, Deathmatch a squadre e Zona di guerra), evidenziano chiaramente come questo sia il capitolo più massiccio a livello di contenuti.
Le possibilità a nostra disposizione per quanto concerne il multiplayer sono decisamente tante e l’aspetto che più sorprende è il fatto che ognuna di esse aderisca perfettamente ai poderosi contorni del gameplay di Gears. A dire il vero tutto ciò non è più incredibile, visto che non scopriamo certo oggi quanto la struttura multiplayer della saga sia incredibilmente solida, diversificata e stimolante, oltre che divertente. Le meccaniche di gioco precisamente incastrate tra loro, il sistema di coperture sempre puntuale e pulito, i combattimenti frenetici e perfino la dinamica della ricarica attiva funzionano egregiamente durante la Campagna, ma
nell’adrenalinica orgia delle arene online sembrano esaltarsi senza ritegno, fors’anche al punto di provare pura eccitazione dinanzi alla violenta brama di competizione che si respira tra un rantolo e l’altro.
Le modifiche non stravolgono le meccaniche base e aggiungono elementi interessanti
I cambiamenti principali riguardano quindi la Campagna con le sue mappe aperte e uno sviluppo dal respiro più ampio, i nuovi contenuti come la modalità Fuga, i miglioramenti di quelle già presenti come l’Orda e, infine, alcuni aspetti più pratici legati direttamente al gameplay. The Coalition, memore delle critiche e dei feedback ricevuti, questa volta ha provato a osare maggiormente. Forse qualche giocatore meno interessato al multiplayer troverà le novità relative la Campagna meno rivoluzionarie e stuzzicanti del previsto, ma lo sforzo degli sviluppatori nel cercare di dare una rinfrescata al single player in ogni caso si nota. Oggettivamente
palese è invece il tentativo di rinnovo che coinvolge l’aspetto più pratico del gameplay, con la presenza della barra di salute sui nemici che dà un tocco più strategico ai combattimenti e rende più intuitivo capire quando possiamo finire un avversario con l’esecuzione finale. Fortunatamente per i più tradizionalisti, quest’ultima feature è disattivabile e non sarà un obbligo accettarla passivamente. Le altre modifiche che questo
Gears 5 porta con sé riguardano il mirino che cambia colore in base al punto colpito (bianco sul corpo, rosso in caso di headshot e dorato se azzecchiamo il tempo della ricarica) e il combattimento melee, dotato ora di una maggiore flessibilità e opzioni diverse. Personalmente ho avuto la sensazione che i movimenti in generale abbiano subito un ulteriore lavoro di rifinitura, perché mi pare che ci si muova con un’agilità che non ricordavo. Il sistema di copertura, inoltre, sembra essere più in forma e più fluido che mai, offrendo risposte sempre reattive, precise e puntuali che lo rendono senza timor di smentita pressoché perfetto. Stesso identico discorso per quanto concerne il gunplay e lo shooting a livello di impressioni globali, perfettamente in grado di regalare soddisfazioni e godimento per il semplice fatto di essere realizzato come da manuale.
QUESTO SWARMAK È DAVVERO GRAZIOSO, CON IL SUO STOMACO RIFINITO
Con una simile mole di contenuti e un gameplay così adrenalinico sarebbe un peccato mortale se la realizzazione tecnica rovinasse tanto succulento materiale. Nessuna paura: come di consueto, il lavoro svolto sotto questo punto di vista è di qualità elevata. Tra dettagliate ambientazioni aperte e oscuri tunnel pieni di mostruosi nemici, tra un conflitto a fuoco nel teatro e una corsa con lo Skiff, il motore grafico riesce a muovere con fluidità una quantità di elementi di tutto rispetto senza mai balbettare, tranne giusto durante qualche caotico combattimento negli spazi urbani all’aperto, ma nulla cui non si possa rimediare smanettando con le impostazioni grafiche. I dettagli degli effetti, così come quelli che caratterizzano ogni personaggio, non lasciano mai dubbi, mentre i giochi di luce/ombra sono ottimamente realizzati e, nei momenti di maggior tensione, capiterà spesso di voltarsi di scatto con l’angoscia, o la speranza, di trovarsi un essere immondo alle spalle. L’ottimizzazione è in linea con gli standard della serie e generalmente buona, mentre le impostazioni grafiche cui accennavo poco fa sono numerose, così che anche le configurazioni meno performanti possano riuscire a godersi lo spettacolo senza che i compromessi visivi lo rendano simile a Minecraft. Il comparto audio si mostra degna spalla di quello grafico, accompagnando i nostri passi senza mai dare l’impressione d’esser fuori luogo ma anzi aumentando il senso d’immersione.
capiterà spesso di voltarsi di scatto con l’angoscia, o la speranza, di trovarsi un essere immondo alle spalle
Ci sarebbe altro da raccontare, come la personalizzazione dei propri personaggi tra skin, stendardi ed emote, la capacità di creare e condividere le proprie mappe, il fatto che in determinate occasioni è possibile evitare alcuni scontri sfruttando un approccio stealth fatto di coperture e uccisioni alle spalle, oppure gettare uno sguardo su quel lato competitivo infarcito di classifiche e statistiche, ma a questo punto forse diventa un superfluo esercizio di scrittura girarci attorno. Chiaramente, in attesa che la comunità si riversi nelle mappe multiplayer, la valutazione di questa importante componente non può fare a meno di essere legata alla situazione dei server al momento della prova, anche se un’idea, per quanto limitata, è possibile farsela. Questo nuovo capitolo si preannunciava come il più grande e vario della serie, doveva essere il rilancio in grande stile delle ambizioni di The Coalition e mettersi alle spalle un predecessore forse fin troppo ancorato alle tradizionim. Missione compiuta:
Gears 5 è di fatto il nuovo punto di riferimento per quanto riguarda i TPS in esclusiva su Xbox One e PC.
Ogni singolo elemento, ogni dinamica e ogni meccanica funzionano assieme come ingranaggi di un meccanismo perfetto e armonioso, un progetto di aliena fattura in cui le sue tante componenti mantengono sempre un notevole equilibrio. The Coalition è riuscita a ricordarci, se mai ce ne fosse stato il bisogno, che la serie di
Gears of War è più viva e tosta che mai, oggi come ieri in grado di divertire e appassionare diverse tipologie di giocatori per lungo tempo grazie alla sua struttura granitica, divertente e impreziosita da una cura per i dettagli che trasuda passione ad ogni colpo andato a segno. Un’esperienza single player in verità non lunghissima ma varia e bene articolata, un comparto multiplayer profondo e pieno di sfumature PvP/Co-op capaci di soddisfare le esigenze più disparate oltre che una qualità globale molto alta rendono questo nuovo capitolo il migliore a livello di contenuti e di diversificazione del gameplay. Alcuni sporadici difetti marginali come l’errata traduzione di qualche testo o dei (rari) casi di animazioni meno convincenti assumono contorni sfumati che passano in secondo piano data la loro estemporaneità durante l’intera esperienza: come direbbero i protagonisti del gioco, “
Gears 5 è tanta roba, spacca di brutto!”.
The Coalition osa di più rispetto al recente passato e lo fa con cognizione di causa, senza stravolgere inutilmente le storiche meccaniche che hanno reso famosa la serie ma andando a evolvere quella formula vincente che sta alla base del suo successo, proiettandola verso il futuro. La carne al fuoco è davvero tanta così come quella da maciullare e, come sempre, farlo è dannatamente divertente che si tratti di single player, Co-Op o PvP. Probabilmente, qualcuno si aspettava una maggior convinzione nel rinnovamento della Campagna, ma la somma e la qualità degli elementi presenti rende questo Gears 5 il capitolo più versatile e ricco che ci sia, grazie anche alla varietà offerta. I fan non rimarranno delusi, mentre tutti gli altri adesso avranno un motivo in più per avvicinarsi al genere e far saltare le teste che spuntano dalle coperture.