Avete presente quel meme che ogni tanto spunta fuori dai meandri social riguardante Final Fantasy VIII che ritrae il momento in cui Rinoa e Squall si incontrano, con la prima che, senza troppi filtri, dà del “bel ragazzo” al nostro protagonista? Il riquadro successivo è un focus sul viso pixelloso di Squall che, in realtà, è un vero e proprio mostro di Frankenstein, altro che splendore. Ecco, Final Fantasy VIII Remastered sembra sia stato concepito con l’obiettivo di cancellare dalla faccia della terra questo meme. E nulla altro più.
FANTASIA FINALE OTTO
Nel momento in cui ho fatto partire il titolo non sapevo ci fosse una freccia tesissima pronta a colpirmi al cuore: fondale nero e la bianca scritta Squaresoft in primo piano. Diavolo! Davvero sono passati circa venti anni? Due decadi di chiacchiere social, petizioni e richieste per un porting degno o, appunto, una remastered del tanto amato e criticato capitolo, successore dell’ancor più acclamato Final Fantasy VII (di cui, invece, vedremo presto un remake). Di di questo franchise non sono mai sazio, pur avendone divorati a decine, spin-off compresi, e nonostante una relazione all’epoca mandata in fumo per le troppe ore in compagnia di amici su Dissidia (senza nasconderlo, ho amato alla follia l’ultima sua incarnazione, anche nella versione Royal) sono pronto a scendere in seria guerra con chiunque mi dica che Final Fantasy XV è un gioco bucato. Ma tolti questi piccoli feticci, la remastered in questione mi ha lasciato abbastanza freddino. Non tanto deluso dall’operazione, ma per come sia stato confezionato il tutto e lanciato in pasto a tutti noi, fan e non.
I SEED, L’ORGOGLIO DEL GARDEN
Tagliamo subito la testa al toro: senza nessuna sorpresa, Final Fantasy VIII Remastered non aggiunge assolutamente nulla di nuovo in termini di contenuti al gioco originale, prefigurandosi quindi come semplice riscoperta di un classico JRPG, sicuramente ancora valido nelle sue meccaniche, con tutta la gestione dei Guardian Force e Junction che risulta ancora oggi tanto ostica, quanto raffinata. Insomma, esattamente come venti anni fa, si perderà molto più tempo nel menù a ritoccare tutte le statistiche e relativo bilanciamento di ogni personaggio, che nelle effettive sessioni di gioco.
non aggiunge assolutamente nulla di nuovo in termini di contenuti al gioco originale
Tutte queste piccole feature rovinano a mio avviso= l’esperienza di gioco
RENZOKUKEN!
Al netto di ciò, parliamo sempre di un capitolo tra i più belli e narrativamente affascinanti che siano mai stati creati, nonostante alcuni momenti che sicuramente, se messi a paragone con altri, non smuoveranno veri e propri ”feel”. Final Fantasy VIII Remastered rimane un titolo stratificato in fase di narrazione, con sogni, paradossi temporali, possessioni di streghe e sessioni spaziali che riempiono gli occhi e la pancia di grandi emozioni – complice anche la fatica per arrivare a quel punto -, come gli stessi personaggi, alcuni ben approfonditi, altri meno (decenni di chiacchiere hanno mostrato come ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare – vedi Rinoa). È sempre un piacere vedere come conoscere Squall, la sua natura di ragazzo soldato e il disprezzo per il mondo adulto, vada a toccare temi tutt’ora caldi, roba che lo stesso Kojima con MGS ha portato avanti in ogni suo capitolo. Passatemi dunque queste ultime considerazioni personali: scrivevo di quanto i fondali siano meno rifiniti rispetto alla versione a noi conosciuta. Considerando che, nel diventare Square Enix, la casa nipponica (per motivi di diritti e altri feticci contrattuali) non ha mai detenuto i codici sorgenti di alcuni dei suoi titoli più gloriosi degli anni ’90, non è mai stato nascosto che, nel lavorare su operazioni del genere, gli sviluppatori abbiano messo mano a delle build lontane dalla versione finale e ottimizzata del gioco. Questo giustificherebbe, in parte, la mancanza di migliorie per i fondali e le tracce audio confuse, ma al netto di tutto è un difetto di poco conto e più un feticcio da indagare per i più curiosi.
Final Fantasy VIII ancora oggi funziona e vive della sua bolla, come gioco che ha cercato di cambiare le carte in tavola riuscendoci quasi in parte, anche se poi con FFIX Square tornò alle origini. Rimane tuttavia un piacere infinito ritornare nel Garden di Galbadia, andare a sconfiggere streghe e lasciarsi coccolare dalle avventure oniriche di Laguna. Questa remastered colpisce perfettamente nel segno, emulando un gran bel titolo, lasciando intatta la struttura di gioco ma con aggiunte alle meccaniche di gioco discutibili (che basta disattivare per godere della massima esperienza.