Nemmeno un oceano ricco di tributi, opere più o meno riuscite e cloni, ha frenato Frogwares e Bigben Interactive dall’immergersi da capo a piedi nei frutti della mente di H. P. Lovecraft. Lo studio ucraino, noto per la serie di titoli dedicati a Sherlock Holmes, non ha dovuto far altro che ricorrere alla sua esperienza pregressa per dar vita al protagonista della sua nuova IP, The Sinking City, ambientata nell’America degli anni ‘20 e ispirata proprio al più famoso dei Great Old One, Cthulhu. E pur senza pipa e deerstalker, il detective privato Charles W. Reed riesce a essere all’altezza della situazione, coinvolgendo i giocatori in un horror poliziesco ben costruito, ricco di misteri e creature ripugnanti. L’ex soldato della marina è tormentato da terribili incubi da quando la nave sulla quale ha prestato servizio durante la guerra è scomparsa misteriosamente. Quando capisce di non essere il solo a soffrirne, l’uomo inizia una lunga indagine che lo conduce da Boston fino in Massachusetts, dove viene a conoscenza della misteriosa città di Oakmont.
A TU PER TU CON LA FOLLIA
The Sinking City è interamente ambientato in questa bizzarra località portuale nascosta dalle mappe, parzialmente sommersa da un’inondazione e, per questo motivo, caduta in rovina. Il fatto di non poter andare oltre i suoi confini, però, non è mai davvero un problema: la mappa, sorprendente ampia e ricca di quest, è totalmente aperta sin dall’inizio e visitabile in lungo e in largo a piacimento, a piedi o tramite l’uso di piccole imbarcazioni che permettono di attraversarne indenni i lunghi canali. I diretti collegamenti con la più celebre Innsmouth sono palesi – ci sono parecchi cenni ai Marsh, all’Ordine Esoterico di Dagon e persino al razzismo dilagante – e passeggiare tra le sue vie malconce e colme di pesci in decomposizione è un’esperienza altrettanto surreale e inquietante. Ma non sono solo l’aspetto e i suoi diffidenti abitanti a rendere Oakmont un posto sgradevole in cui trovarsi anche solo per un weekend. La città è infestata da assassini, pericolose sette e orrende creature venute dal mare capaci di far ammattire chiunque le osservi a lungo, nonché estremamente aggressive.
Non sono solo l’aspetto e i suoi diffidenti abitanti a rendere Oakmont un posto sgradevole
UN VERO POLIZIESCO
Frogwares ha infatti puntato tantissimo sull’investigazione e sulle meccaniche a essa correlate per dar vita a The Sinking City. A spingere la narrazione di capitolo in capitolo è la progressiva risoluzione di casi che coinvolgono i disperati abitanti di Oakmont, e certe volte persino il povero Reed. Ciò che sorprende di più è il fatto che, a prescindere dalla difficoltà selezionata, il titolo tenga per mano il giocatore il meno possibile, spingendolo a calarsi completamente nella parte e ragionare su quanto ascoltato e visto sullo schermo. Gli indizi raccolti durante le nostre indagini si accumulano pian piano nel nostro Diario, contrassegnati da simboli diversi a seconda della loro tipologia, ma capire cosa farci non è sempre automatico. È molto raro, per esempio, che ci venga fornita una meta precisa da visitare e perquisire o una persona da interrogare. Nella migliore delle ipotesi ci viene dato il nome del quartiere e una via, magari seguita da un piccolo punto di riferimento, ma sta a noi trovare il punto preciso nel quale recarci consultando la mappa della città, mentre altre volte siamo letteralmente costretti a risalire alle informazioni più utili spulciando i vari archivi della stazione di polizia, dell’ospedale, dell’università o del giornale, filtrando le poche informazioni in nostro possesso con un controllo incrociato di tre variabili.
A renderci la vita un po’ meno complicata ci sono due meccaniche piuttosto singolari
Anche con i suoi (pochi) difetti, The Sinking City riesce a brillare proprio là dove rivali come Call of Cthulhu – pubblicato lo scorso ottobre – hanno barcollato. Non abusa di jumpscare e inutili boss per forzare la sua parte horror, ma si concentra invece su un sistema investigativo ben pensato e coinvolgente e su piacevoli parti d’azione, che portano con naturalezza il giocatore a scoprire le mostruosità degli abissi e a pentirsi amaramente della propria curiosità.