In linea di massima, non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla sua copertina o, nel caso di un videogioco, dalla sua pagina sugli store digitali. È difficile, tuttavia, rimanere indifferenti davanti a quella di Void Bastards che, oltre a un titolo meraviglioso, mette sul piatto una grafica accattivante, un nome come quello di Jon Chey – co-fondatore di Irrational Games – e un narratore d’eccezione come Kevan Brighting (ve la ricordate, sì, la voce di The Stanley Parable?). L’IP sviluppata dalla piccolissima Blue Manchu e pubblicata da Humble Bundle si ispira dichiaratamente a capolavori come BioShock e System Shock, ma fa parte di un genere più difficile da inquadrare, visti i suoi tratti FPS mescolati a caratteristiche da strategico e rogue-like. Ciononostante il concetto alla base è piuttosto semplice e riesce immediatamente a coinvolgere il giocatore in un pazzo viaggio nello spazio, nei panni di uno o più sfortunati detenuti, pieno di pericoli e di tagliente umorismo inglese.
SURPRISE, BUTTFACE!
I pochi elementi narrativi di Void Bastards sono mostrati con una serie di divertenti vignette, utili a inquadrare brevemente la bizzarra situazione nella quale ci troviamo. Il resto è puro e semplice gameplay: una voce fuori campo con spiccato accento britannico ci chiede di recuperare e costruire una serie di oggetti per far ripartire il WCG Void Ark, danneggiato dall’attacco dei pirati e abbandonato nel bel mezzo della Nebulosa Sargasso. Ci si sposta dunque da un punto all’altro dello spazio, stando attenti a non consumare le nostre vitali riserve di cibo e carburante, e si visitano quante più navicelle e basi spaziali possibile lungo la via, collezionando (forse sarebbe più corretto dire rubando…) materiali.
Esplorare queste piccole mappe generate randomicamente non è mai una passeggiata al parco
MIGHT I SUGGEST A RAPID EVACUATION?
A metterci i bastoni tra le ruote durante queste escursioni non ci sono solo tanti nemici ma anche una serie di ostacoli non da poco, a cominciare dagli stessi detenuti. Ognuno di essi ha un piccolo numero di tratti positivi (come dita “appiccicose” che raccolgono automaticamente gli oggetti nei paraggi) e/o negativi (dal daltonismo alla tosse cronica), che possono influire pesantemente sull’andamento delle varie missioni. Scegliere il percorso da seguire all’interno della nebulosa, invece, significa anche stare attenti a tenersi ben lontani da minacce come balene e navi pirata pronte ad assalirci in un batter d’occhio. Infine, anche le singole navicelle visitabili sono tutt’altro che ospitali a prescindere dai mostri presenti al loro interno. Oltre che al dover fare i conti con la limitata quantità di ossigeno disponibile, spesso ci si trova a dover riattaccare la corrente per aprire e chiudere le porte, totalmente al buio oppure intrappolati tra strane perdite radioattive e piccoli incendi. Il fatto che ogni mappa sia generata casualmente rende abbastanza diversa ogni spedizione, ma può portare a situazioni veramente difficili da superare e alla conseguente prematura dipartita del nostro eroe di turno.
PLEASE, CONTAIN YOUR EXCITEMENT
Non si può certo dire che Void Bastards manchi di carattere e comicità (a patto che si conosca la lingua inglese, non essendoci una localizzazione in italiano). Durante le dieci ore impiegate per arrivare ai titoli di coda, però, il titolo ha purtroppo riservato ben poche sorprese a eccezione della progressiva introduzione di nuovi nemici e di fantasiose armi da costruire. L’obiettivo principale rimane sempre quello di esplorare le varie navicelle da cima a fondo, frugando in ogni armadietto e cassetto e portando via tutto ciò che si trova.
Le singole navicelle sono tutt’altro che ospitali a prescindere dai mostri presenti al loro interno
Void Bastards prende spunto da tantissime cose – fumetti, FPS, strategici e roguelike – in maniera piuttosto intelligente, immergendo il giocatore in una singolare avventura nello spazio. L’umorismo inglese espresso alla perfezioni dai doppiatori è la ciliegina su una torta davvero creativa il cui sapore, tuttavia, potrebbe alla lunga stancare.