Dopo un capitolo antecedente non particolarmente brillante, Sword Art Online: Last Recollection si propone sul mercato come una spaccatura fra il passato e il presente dell’iconico franchise, non riuscendo però a colpire debitamente nel segno, specie nel suo game design.
Sviluppatore/Publisher: Aquiria / Bandai Namco Entertainment Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Presente PEGI: + 12 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile
La resilienza è qualcosa che, nel mondo attuale, è fondamentale. Essa conduce attraverso strascichi e momenti fondamentali, capaci sia di mostrare un punto di forza ben delineato e, al contempo, di palesare quanto effettivamente sia importante puntare sul presente, portandolo all’estremo. È il significato che rende, in tal senso, eloquente puntare su saghe che hanno impattato particolarmente il panorama videoludico, non andando a scalfirlo. È il caso di Swort Art Online, anche chiamato SAO, che non ha mai effettivamente mostrato alcunché di nuovo e non ha saputo essere al passo con i tempi.
Lo ammetto, al netto di una storia interessante e di momenti realisticamente coinvolgenti, Sword Art Online: Last Recollection è un prosieguo non particolarmente a fuoco ma comunque capace di dire la sua, come se avesse la concreta necessità di mostrarsi forte e di stracciare un passato che non ha mai effettivamente proposto dei titoli capaci di coinvolgere i giocatori sotto il profilo di game design. Quando, tuttavia, si parla di trama e di narrazione, di personaggi iconici come Kirito e di molti altri elementi, l’opera si mostra in tutte le sue forze, proponendo un racconto efficace.
UNA TRAMA AVVINCENTE E COINVOLGENTE
Tralasciando gli spiegoni sul gameverse di Sword Art Online e altrettanti elementi che potrebbero apparire estremamente prolissi, occorre interfacciarsi con gli altri titoli del franchise per apprezzare le sfumature della trama principale di Sword Art Online: Last Recollection.
Si poteva fare qualcosa di più?
Comunque, ecco, diciamocelo: la trama di quest’ultima iterazione dedicata allo Spadaccino Nero colpisce e intrattiene, delineando un racconto che si estende per tutto l’Underworld, un mondo ora più ricco e integrato di elementi che sfiorano tematiche importanti come l’amicizia e il sacrificio, complice il complesso e intricato cammino verso il Castello di Obsidia, l’obiettivo dello Spadaccino Nero e del suo gruppo. Al netto di qualche incertezza narrativa, specie nell’ultima parte, questa nuova epopea dimostra una maggiore consapevolezza da parte di Aquiria, che pur presentando un racconto ricco e ben delineato, non ha approfittato a dovere delle ottime sfaccettature che il titolo sarebbe stato in grado di offrire. Sia chiaro, nulla di grave o discutibile, poiché rispetto al passato e a Sword Art Online: Alicization Lycoris, questa volta il racconto non va di fretta ed è suddiviso in modo meno confusionario, anche se ci sono elementi non particolarmente esaltanti al suo interno in fatto di game design.
IL SOLITO, CLASSICO SWORD ART ONLINE
Con tutti i suoi difetti, le sue conclusioni affrettate e inconcludenti, e soprattutto un gameplay che non intrattiene e non lascia spazio a nulla, neppure a un appagamento personale. Perché sì, va detto dopo tutti questi anni: Sword Art Online è una serie da apprezzare per la sua narrativa, e da criticare per una struttura di gioco che non riesce mai, in nessun caso, a risultare efficace e ben implementata.
Niente di nuovo, niente di completamente diverso dal passato
Tutto si esaurisce così, purtroppo, e non viene approfondito null’altro, neanche ciò che renderebbe l’opera efficace. Ho avuto la costante consapevolezza di avere davanti un videogioco frammentato, poco incline a voler effettivamente lasciare andare il passato per offrire un’esperienza diversa e migliore – anche se coinvolgente, se non si prendono in considerazione le fetch quest proposte nello stesso modo di NieR, con la differenza che il titolo di Yoko Taro indica i punti d’interesse sulla mappa (anche se è complesso riuscire a trovarli).
SE SOLO FOSSE USCITO SU PS3…
Se penso che Sword Art Online: Last Recollection è un titolo unicamente della generazione corrente, una parte di me comprende che c’è effettivamente qualcosa di sbagliato, di enormemente sbagliato nell’intero progetto – decisamente una spanna sopra il resto del franchise, anche se lontano dall’essere un buon videogioco. L’impatto grafico, in tal senso, ricorda i tempi andati di PlayStation 3 e Xbox 360, facendo rimpiangerli completamente.
Oltre a un numero esagerato di compenetrazioni, a colori ambientali e a texture poco definite, Sword Art Online: Last Recollection è un colabrodo tecnico, sprovvisto di una direzione artistica in grado di accompagnare il giocatore al suo interno. È un titolo adatto agli appassionati e poco altro, un capitolo conclusivo di un’epopea ludica che, purtroppo, ha ben poco in comune con l’anime. Un’occasione sfruttata a metà.
In Breve: Sword Art Online: Last Recollection, al netto di una buona trama e di un contesto interessante, non riesce comunque a coinvolgere ed emozionare attraverso il suo game design. I grossi dubbi arrivano nell’ibridazione tra il single player e il multigiocatore, con entrambi che non riescono in alcun modo a convivere l’uno con l’altro, presentando un pastrocchio non particolarmente efficace. Una conclusione che sarebbe dovuta dimostrarsi degna, ma che è solo discreta.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5:
Come, come gira: Qualche sbavatura sul lato tecnico, con compenetrazioni brutte da vedere. Una maggiore cura, forse, avrebbe potuto offrire un comparto migliore.