Theatrhythm Final Bar Line – Recensione

PS4 PS5 Switch

Con trentacinque anni di servizio alle spalle, il canzoniere di Final Fantasy ha accumulato un numero di successi tale da giustificare abbondantemente un nuovo capitolo della serie Theatrhythm. Ecco a voi il nuovo Theatrhythm Final Bar Line.

Sviluppatore / Publisher: Indies Zero / Square Enix Prezzo: 59,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Co-op offline / Competitivo online PEGI: 16 Disponibile su: PS4, Switch Data di uscita: Già disponibile




Del resto il quantitativo di brani da suonare parla chiaro, con la bellezza di 385 tracce pronte a rievocare ricordi (“non sono scarso con Roses of May, sono le lacrime a ostruire la visuale”) ed esaltare i fan della Squaresoft di ieri e della Square Enix odierna. La scusa ideale per entrare nel mood giusto in vista del – si spera – dirompente debutto di Final Fantasy XVI il prossimo giugno, insomma.

Theatrhythm Final Bar Line fa ballare anche Ifrit

L’arrivo della serie sulle piattaforme SONY ha mandato giocoforza in pensione i comandi touch con cui ci siamo fatti le ossa nei due capitoli precedenti per 3DS, sostituiti però egregiamente dalla combo composta da tasti e levette analogiche. Funziona tutto benone: come sempre le “note” del brano suonato si avvicendano verso la parte destra dello schermo pronte per essere attivate col giusto tempismo, mentre varianti come pressioni prolungate o contemporanee di più input rendono l’esperienza più movimentata e gustosa.

è presente una versione semplificata dei comando che sfrutta la pressione di un unico tasto per permettere anche ai più imbranati virtuosismi degni di Nobuo Uematsu

È uno schema di gioco che risulta semplice e intuitivo dopo le prime, imperative sessioni di tutorial, adattissimo a qualunque tipo di giocatore: tra le alternative disponibili è presente addirittura una versione semplificata che sfrutta la pressione di un unico tasto per permettere anche ai più imbranati virtuosismi degni di Nobuo Uematsu, ma i professionisti dello spartito potranno scegliere tra quattro livelli di difficoltà con un ultimo – opportunamente chiamato Supremo – destinato a un ristretto numero di brani e ai più esperti, possibilmente dotati di colpo d’occhio fulmineo e di tempi di reazione degni di un ninja caffeinomane.

Theatrhythm Final Bar Line

La prima sequenza perfetta non si scorda mai. Ora via, replichiamo su tutti gli altri brani!

Parte del gargantuesco catalogo musicale è inizialmente subordinato a una corposa modalità campagna (Missioni di serie) in modo da donare un appagante senso di progressione all’esperienza. Sulle prime è possibile scegliere un solo percorso tra i circa trenta dedicati a un impressionante selezione di capitoli e spin-off che gravitano attorno all’universo di Final Fantasy, ma andando avanti sarà possibile scegliere altre strade e saltare liberamente dall’una all’altra, qualora ci trovassimo di fronte a un brano particolarmente impegnativo. Perché qui entra in gioco l’anima “ruolistica” di Theatrhythm Final Bar Line.

Suonala ancora, Sephiroth!

Ogni percorso intrapreso ci regalerà una manciata di personaggi con cui creare un gruppo composto da quattro membri, da far salire di livello guadagnando esperienza per mettere progressivamente le mani su magie e potenziamenti vari. Il party così riunito combatterà durante l’esecuzione del pezzo contro serie preimpostate di nemici, ottenendo un risultato che andrà a braccetto con la qualità della nostra performance. Essere bravi significa dunque far combattere bene i nostri uomini, un obiettivo da perseguire se si desidera riscattare i premi speciali che ciascun brano mette in palio per coloro che sapranno soddisfare particolari condizioni; se dunque all’inizio si tratta di richieste modeste, presto queste sfide diverranno palesemente destinate a gruppi dotati di una buona sinergia e di livello sufficientemente alto.

Il nostro party combatterà durante l’esecuzione del pezzo contro serie preimpostate di nemici, ottenendo un risultato che andrà a braccetto con la qualità della nostra performance

Ad esempio, potreste completare agilmente il percorso dedicato a Final Fantasy VII arrivando con qualche esitazione di troppo al termine di One Winged Angel, ma per ottenere il massimo risultato dovrete far secco Safer∙Sephiroth, un avversario che non riuscirete mai a sconfiggere prima dell’ultimissima nota senza un gruppo efficiente. Non si tratta solo di livelli e forza bruta, giacché i personaggi hanno diverse aspirazioni, con i guerrieri ovviamente specializzati nel fare male e i difensori pronti a limitare i punti ferita persi a ogni nota sbagliata.

Theatrhythm Final Bar Line

I boss sono particolarmente duri: senza una buona squadra finirete il brano senza averli sconfitti, un vero peccato.

Se vi definite completisti e puntate a ottenere tutto tra oggetti (donano vantaggi se selezionati prima di iniziare a suonare), carte con cui migliorare le caratteristiche di determinati guerrieri ed elementi cosmetici, c’è la possibilità che tra una cinquantina di ore sarete ancora lì, testardamente intenti a sbattere la testa contro quella sequenza apparentemente impossibile da eseguire senza errori, e questo ovviamente è bellissimo!

Ne voglio ancora!

Il fatto che premi vari (le utilissime evocazioni, ad esempio) vengano elargiti su base regolare semplicemente migliorando il punteggio globale non fa altro che incrementare la voglia di continuare a giocare e, quando penserete di intravedere la fine del percorso, Theatrhythm Final Bar Line vi premierà con una modalità infinita dove suonare interminabili catene di brani fino all’ultimo punto ferita. Per spassarsela liberamente senza pensare a boss e percorsi vari c’è comunque la sezione Tappe Musicali, dove troverete tutte le canzoni completate nella campagna; vale la pena segnalare che in tutte le modalità offline è possibile giocare assieme a un amico in qualunque momento, semplicemente scegliendo l’opzione apposita e distribuendo i controller prima di iniziare. In questo modo si esegue la melodia contemporaneamente, con due distinti spartiti dedicati a ciascun giocatore.

In tutte le modalità offline è possibile giocare assieme a un amico in qualunque momento

Se poi avrete bisogno di più compagnia non c’è niente di meglio del gioco online: qui fortunatamente esaurire l’energia significa perdere una vita e tornare immediatamente in prima linea per combattere gli avversari a colpi di note inanellate, ma il vero valore aggiunto è rappresentato da una serie di atroci cattiverie da riversare all’indirizzo dei rivali in perfetto stile Super Puzzle Fighter II Turbo, tra note-trabocchetto pronte a depistare gli altrui riflessi a chocobo formato famiglia che ostruiscono la visione. Alla fine della fiera, l’unico appunto è rivolto alla grafica: lo stile chibi e le limitate animazioni di eroi e nemici erano funzionali e adatte ai limiti del 3DS, ma sarebbe stato più che lecito aspettarsi una completa rinascita stilistica da far coincidere con il debutto della serie su piattaforme molto più potenti.

In Breve: Se considerate la colonna sonora di Final Fantasy degna di essere annoverata tra i patrimoni dell’umanità, allora Theatrhythm Final Bar Line è il gioco musicale che fa per voi. Ricchissimo di brani e adatto veramente a tutti, con un livello di difficoltà molto ben calibrato. Peccato non abbiano svecchiato l’estetica, distintiva ma innegabilmente poco più che funzionale.

Piattaforma di Prova: Switch Oled
Com’è, Come Gira: È un gioco musicale dove il ritmo la fa da padrone; la cosmesi, per quanto oggettivamente funzionale, è un aspetto tutto sommato secondario. Nulla che metta sotto torchio le oramai modeste capacità di Switch, insomma.

 

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Pro

  • Canzoniere semplicemente immenso. / Un viaggio tra i ricordi imperdibile per ogni fan di Final Fantasy. / Modalità multigiocatore ben fatta, offline o online che sia.

Contro

  • Visivamente era lecito fare un passo avanti.
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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