È giunto il momento di terminare il viaggio leggendario: per Kratos e Atreus è ora di regolare i conti con Odino e scoprire il segreto dietro la profezia di Loki.
Sviluppatore / Publisher: Santa Monica Studio / SONY Interactive Entertainment Prezzo: 79,99 euro Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: Playstation 4, PlayStation 5 Data di Lancio: 9 novembre 2022
Dopo trenta ore di gioco impiegate per terminare l’avventura principale e completare un rispettabilissimo numero di missioni secondarie, sono giunto alla conclusione che il sistema di combattimento di God of War Ragnarök è ancora ben lungi dallo stancarmi. La dotazione iniziale che comprende sin dalle prime battute l’ascia Leviatano e le Lame del Caos apre immediatamente la strada a una notevole flessibilità, con un moveset che si espande a ogni potenziamento e un sistema di input intuitivo basato su combinazioni, ritmo e pressioni prolungate, ideale per creare immediatamente la memoria muscolare con cui trasformare un esercito di nemici assetati di sangue nel parco giochi di uno scontroso dio della guerra spartano.
Assieme a un bestiario più variegato e dinamico rispetto a quello oggettivamente ripetitivo del primo capitolo, il secondo tempo della grande storia di Kratos e Atreus è una vera e propria gioia da giocare. Il risultato non reinventa la ruota dopo il reboot del 2018, ma perfeziona la formula aggiungendo dinamismo e nuove variabili con cui fare i conti, vedi le resistenze elementali dei cattivi da fiaccare con fuoco e ghiaccio a seconda dell’arma attiva e a una mobilità nettamente maggiore, con Kratos che sfreccia da una sporgenza all’altra usando le Lame del Caos (vengono usate in presenza dell’apposito indicatore senza il bisogno di equipaggiarle, tranquilli) per seminare morte dall’alto. Il fatto che smembrare i campioni di Odino sia tanto piacevole è un gran vantaggio nell’economia di un gioco con qualche problema di ritmo, dovuto a un’innegabile ripetitività di situazioni.
God of War Ragnarök ama narrare una gloriosa storia
Eravamo in giro tra i ghiacci di Helheim quando Atreus mi confida con tono sconsolato che avevamo davanti un altro ingranaggio da congelare. L’ennesimo, per essere precisi. Raramente mi sono sentito tanto in sintonia con il protagonista di un videogioco come in quel momento, e ammetto di essere arrivato ai titoli di coda col fiato corto, spinto principalmente da un’azione irresistibile e da una storia che mi ha tenuto incollato allo schermo con la curiosità e il timore di quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco, popolata da attori digitali ben caratterizzati, interessanti e glorificati da un doppiaggio assolutamente stellare, un campo in cui i blockbuster SONY hanno davvero pochissimi rivali.
Come già detto in sede di anteprima, la conoscenza degli eventi passati è assolutamente cruciale, dato che Ragnarök si presenta come la seconda parte di un’epopea che perde la propria raison d’être se non goduta nella sua interezza, e dà per scontato un ovvio background da parte del giocatore. Nel menu principale è presente un riassunto a uso e consumo di smemorati o nuove leve, ma a questi ultimi consiglio caldamente di recuperare il gioco originale, oramai disponibile a un prezzo molto contenuto e tuttora godibilissimo.
la principale pecca del gioco va individuata nel ritmo dell’esplorazione
Le cosiddette frecce sigillo mostrano un solido valore in battaglia, capaci di inibire i poteri più fastidiosi e rendere tangibili avversari altrimenti eterei come i fuochi fatui, ma sul versante degli enigmi permettono di propagare le proprietà elementali delle armi di Kratos attraverso sfere energetiche da collegare in sequenza. È un’idea originale e sfiziosa, non sempre facile da attuare perché la distanza a volte rende poco intuitivo stabilire il corretto concatenamento dei proiettili, ma quando si innesca con successo una “carambola” la soddisfazione è grande.
A spasso per i nove reami
La critica iniziale rischia di essere amplificata dalla scala del gioco, che è francamente enorme. I due protagonisti stavolta avranno modo di attraversare tutti e nove i regni e, sebbene la loro estensione non sia sicuramente omogenea, presentano un’area esplorabile di tutto rispetto, destinata addirittura ad ampliarsi nell’endgame. Sì, ci troviamo prevalentemente ancora una volta di fronte a lunghi corridoi (“wide-linear”, come li definiscono gli stessi sviluppatori) con abbondanti deviazioni dove andare a caccia di casse e bauli assortiti, ma non mancano aree più vaste da passare al setaccio vogando a bordo di canoe o correndo su una slitta trinata da lupi. In queste zone si nascondono solitamente le sorprese più stimolanti, con soste o approdi generalmente organizzati come mini dungeon dall’interessante level design, specialmente se siete determinati ad arraffare tutto.
Sebbene l’estensione dei regni non sia omogenea, presentano un’area di tutto rispetto
Per sconfiggere avversari simili non basta solo un sistema di combattimento tirato a lucido, ma la preparazione è fondamentale. Come prima, Kratos può equipaggiare tre pezzi di armatura, ma stavolta sono presenti numerosi scudi con cui intercettare l’offensiva altrui ottenendo vantaggi vari. Si va dall’invalicabile protezione a torre per chi ama giocare in difesa a quello che ricompensa una parata perfetta con una violentissima carica con cui accorciare le distanze e portare il massacro davanti al grugno del nemico; ogni oggetto può essere poi migliorato con pomelli e oggettistica varia con cui attivare poteri o attacchi extra, ma la novità maggiore per chi è determinato ad affrontare le sfide più ardue è sicuramente l’Amuleto di Yggdrasil, dove incastonare particolari gemme in appositi alloggiamenti per ottenere bonus di tutti i tipi a seconda dei set ottenuti.
la novità per chi è determinato ad affrontare le sfide più ardue è l’Amuleto di Yggdrasil
Vale la pena accennare al fatto che in diverse situazioni saremo chiamati a impersonale Atreus, per motivi di trama su cui è bene tacere; nonostante la sua maestria dell’arco possa rappresentare una boccata d’aria fresca rispetto alle granguignolesche risse del violento spartano, la brevità di simili eccezioni, assieme a una rosa di abilità da potenziale tutto sommato ristretta, relegano le sortite nei panni del ragazzo al rango di semplici distrazioni, per quanto gradite.
Uno spettacolo divino
All’incredibile sonoro celebrato all’inizio, God of War Ragnarok abbina una grafica di grande impatto, frutto di una cura maniacale per lo studio dei particolari e l’uso della tavolozza, esaltata da scelte di regia capaci di lasciare davvero a bocca aperta. Su PS4 PRO l’azione mira ai 60fps, con qualche visibile calo durante momenti particolarmente frenetici e nell’esplorazione delle aree di più ampio respiro, ma complessivamente la nuova avventura del Fantasma di Sparta sfrutta le fondamenta di un predecessore solidissimo per confezionare una delle più impressionanti esperienze audiovisive mai viste sull’ormai passata generazione
.God of War Ragnarok offre una grafica di grande impatto, frutto di una cura maniacale per lo studio dei particolari e l’uso della tavolozza, esaltata da scelte di regia capaci di lasciare davvero a bocca aperta
C’è un però: la modalità prestazioni (quella votata alla qualità grafica mira come sempre ai 4K in cambio degli impopolari 30fps) vanta 60fps stabili e stavolta inamovibili, ma un’opzione extra permette di spingere la potenza di PS5 un po’ più in là se siete muniti di un pannello che supporta i 120hz. Come risultato, sul mio LG C2 OLED ho sperimentato l’intera avventura con una fluidità che ha viaggiato sempre attorno agli 85fps, anche nei momenti più caotici: inutile dire che godersi scontri tanto viscerali e coinvolgenti con una simile qualità mi ha restituito una sensazione a dir poco elettrizzante. E se per caso strada facendo riuscirete a portarvi a casa una PS5, potrete riprendere il cammino sulla nuova console in modo indolore, con i vecchi salvataggi organizzati in un’apposita sezione (Sistema PS4) che attendono solo di essere nuovamente caricati.
Mettiamola così: il God of War del 2018 è stato il primo tempo di un bellissimo film che vi siete gustati nel più bel cinema della vostra città. Stavolta, per la seconda parte, potete tornare nella stessa, ottima sala o scegliere – se ne avete la possibilità – di sedervi nella comoda poltrona di un anfiteatro nuovo di zecca che promette un’esperienza ancora migliore: in entrambi i casi non resterete delusi. Parlando di opzioni, è rimarchevole l’ampia rosa di scelte mirate all’accessibilità: si va dalle dimensioni del font all’evidenza degli elementi interattivi tramite particolari scelte cromatiche, passando per le facilitazioni durante i QTE e tanto altro.
In Breve: Brutale, profondo ma sopratutto divertente: il sistema di combattimento di God of War Ragnarök è degno del dio della guerra in persona! L’esplorazione mostra il fianco a una certa ripetitività che alla lunga tende a stancare, ma l’epicità della trama e la sontuosa realizzazione tecnica rendono la conclusione del viaggio di Kratos e Atreus uno spettacolo degno di essere vissuto fino in fondo.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: God of War Ragnarök conserva il medesimostile dell’illustre predecessore, presentandosi come uno dei più impressionanti titoli nella ludoteca PlayStation 4. Su PS5 lo spettacolo è assicurato dall’ineccepibile stabilità dei 60fps e dalla marcia in più concessa ai possessori di uno schermo adatto. In ogni caso c’è da leccarsi i baffi.