Poison Control – Recensione

PS4 Switch

Siamo d’accordo sul fatto che ogni rosa abbia le spine, ma il veleno al centro di questa recensione non ha nulla a che vedere con il gruppo di Bret Michaels. Però di groupie, in Poison Control, ce ne sono un sacco…

Sviluppatore / Publisher: Nippon Ichi Software / NIS America Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PS4, Nintendo Switch

È già una seccatura risvegliarsi all’inferno sapendo di non aver mai tirato effettivamente le cuoia, figurati se ci sommi la classica amnesia di rito. Al nostro protagonista (ragazzo o ragazza che sia) questo però non basta, e riesce a scalare rapidamente posizioni nella premiata classifica dei più sfortunati dell’altro mondo scontrandosi con Poisonette, un’energica dama dei veleni priva anch’essa dei ricordi. Quel che ne risulta è un’inimmaginabile alleanza tra uomo e demone, costretti a condividere lo stesso corpo al fine di scovare un modo per riacquistare la memoria e tornare ognuno per la sua strada.




Una condizione sicuramente spiacevole, tuttavia non disperata: pare infatti che per uscire a riveder le stelle sia sufficiente purificare le anime di un certo numero di dannati, un compito tutto sommato anche abbastanza triviale, giù negli inferi. Solo che questi differiscono parecchio dagli stereotipati stilemi danteschi a base di forconi e fiamme, e ogni anima va liberata all’interno della sua dimensione privata, modellata riflettendo il suo carattere o i desideri che anelava in vita.

poison control recensione

Il gioco non si fa problemi a tirare in ballo la cultura pop. Dopo Doraemon, più avanti sarà la volta di Kenshiro.

Nei suoi dedali trovano posto i Klesha, aggressivi spiriti nati da interminabili macchie di onnipresente veleno, ovvero la rappresentazione della delusione che sgorga dalle emozioni negative dei padroni di casa. Fortunatamente il dinamico nonché involontario duo offre la sinergia ideale per affrontare il compito, visto che Poisonette può trasformarsi in un un’arma da fuoco avvinghiandosi al braccio dell’eroe, consentendogli di fare strage di Klesha in quello che è sostanzialmente un dungeon crawler con combattimenti in terza persona.

POISON, MA SENZA ROXY

Il problema sono però le scarse munizioni, ma c’è un rimedio anche a questo, visto che la dama può separarsi dal suo ospite per muoversi autonomamente in un ristretto raggio, assorbendo il veleno al suo passaggio o ripulendone grandi quantità a patto che definisca un’area con il suo girovagare. Praticamente come Qix di Taito, ma tra demoni e pozze venefiche; un bel vantaggio, considerato che le aree liberate rimpolpano punti vita e accelerano il riempimento del caricatore, oltre a rivelare segreti celati e potenziamenti vari. Poison Control è un gioco interessante, caratterizzato da un character design squisito e un uso acceso del colore che dona un aspetto ricco di personalità alle avventure dei due investigatori dell’occulto.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Scrittura divertente e intrigante / Direzione artistica piacevole.

Contro

  • Schema di gioco semplice e ripetitivo / Poca varietà di nemici / Quasi banale nella sua facilità.
6.8

Sufficiente

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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