Quello degli Arena Shooter non è un genere che latita sulle piattaforme VR, ma se finora in cima alla classifica di gradimento sono saldamente rimasti i vari “Echo” dei redivivi Ready at Dawn, da qualche giorno un nuovo contendente è sceso nell’Arena. Space Junkies porta la firma dello studio Ubisoft Montpellier, alla sua prima esperienza seria con la realtà virtuale.
Gli FPS a Zero-G su dispositivi VR consentono un’immersione totale nell’azione ma possono dare anche seri problemi se lo sviluppo non va nella direzione giusta fin dall’inizio. Il primo ostacolo che bisogna superare è rappresentato dai problemi di movimento nello spazio, che devono essere abbastanza veloci da pompare adrenalina nel cuore ma sufficientemente comodi per evitare che il giocatore dia fragorosamente di stomaco. Al tempo stesso il gun shooting e gli spostamenti devono garantire un buon feedback, essenziale per evitare che l’esperienza sia più simile al fluttuare della celebre particella di sodio di un noto spot. Per quanto riguarda il mood la libertà d’azione è invece totale. Il team di sviluppo può optare per un tono serioso o uno stile molto più leggero, proprio come quello di Space Junkies. Il tono “light” del titolo Ubisoft si riflette soprattutto nel character design, sospeso tra l’epicità di Halo e lo stile grottesco dei film sci-fi degli anni ‘50. I protagonisti ruotano le armi come dei pistoleri del vecchio west, si esprimono con emoticon e mimano il cuore con le dita. Insomma siamo di fronte a un gioco che non si prende molto sul serio e che forse proprio per questo diverte.
VELOCI E LEGGERI
Pochi secondi bastano per buttarsi nella mischia, con una mezza dozzina di armi a disposizione e un po’ di gadget a dare pepe al tutto. Purtroppo fin dall’inizio è evidente che il termine “leggero” è applicato in senso negativo anche alle bocche da fuoco che maneggerete. Optare per un paio di pistole, uno sniper o un lanciamissili non fa molta differenza. In termini di handling avranno tutti un feedback simile a quello di un fucile ad elastici. Ben differenziate invece le classi tra cui potete scegliere, che spaziano dai classici tank ai personaggi più rapidi come il Buzzkill.
Il controllo dei movimenti è fondamentale almeno quanto i riflessi
C’È SEMPRE QUALCHE “MA”
Purtroppo ogni rosa ha le sue spine e nel caso di Space Junkies queste sono rappresentate da una certa penuria di modalità di gioco, che si limitano al “tutti contro tutti”, un paio di Deathmatch (1v1 e 2v2) e l’immancabile King of the Crown. Altrettanto grave è l’assenza del supporto ai PS Move per la versione PlayStation VR. L’unico modo per giocare consiste nell’adattarsi allo scomodo utilizzo del DualShock 4, non certamente il massimo per uno shooter che prevede anche l’utilizzo di doppie armi anche se la risposta ai comandi (specialmente quello della ricarica) è sorprendentemente veloce.
ogni rosa ha le sue spine e nel caso di Space Junkies queste sono rappresentate da una certa penuria di modalità e dall’assenza di supporto ai PS Move
Vale quindi la pena dare fiducia a questo Space Junkies? La risposta è “sì” se ciò che cercate è uno sparatutto VR dal tono scanzonato e senza troppe pretese dal punto di vista del gameplay. Se invece siete a caccia di un titolo più adrenalinico, tattico e serioso sotto ogni profilo allora la scelta non può che essere una… ma c’è davvero bisogno che la nominiamo ancora una volta?