Nippon Marathon - Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Non capita spesso di imbattersi in un gioco sfacciatamente, volutamente ed esageratamente stupido come Nippon Marathon, un party-game demenziale in cui gli improbabili corridori devono gareggiare in un chiassoso percorso a ostacoli, affrontando otto lunghe tappe in altrettante località giapponesi. Il gioco vuole essere “nipponico” a tutti i costi estremizzando, fino ai limiti concessi dalla parodia, tutti i luoghi comuni del Sol Levante, almeno per come ci vengono trasmessi da anime, manga e videogiochi. Nippon Marathon, dunque, ripropone su PC e console la stessa follia di trasmissioni come Takeshi’s Castle e Mai Dire Banzai, portandola però a livelli estremi.

I QUATTRO PODISTI DELL’APOCALISSE

Gli improbabili atleti che possiamo impersonare, almeno inizialmente, sono quattro. Zenbei “Xen Bae” è un nonno pelato che crede di essere una teenager e, per tanto, veste la tipica gonnellina da liceale delle Sailor Moon; Elizabeth Nishimori è la giovane rampolla di una ricca progenie di industriali, ma preferisce dedicarsi alla salvaguardia dei narvali piuttosto che agli affari di famiglia, mettendosi un lungo corno in testa che, però, dà continuamente luogo a malintesi imbarazzanti; Snuguru Maestro è un bel ragazzo atletico e alla moda, ma ha la testa di un cane e nessuno ci fa caso; infine c’è J Darwin, un tizio che ha sviluppato una curiosa ossessione per le aragoste e, per tanto, indossa un ridicolo costume dotato di chele e zampette.

Gli improbabili atleti che possiamo impersonare, almeno inizialmente, sono quattro

I quattro si trovano sovente a gareggiare tra di loro o contro altri personaggi, tra cui spiccano i cattivoni: Felix Arizona, un americano palestrato che veste un ambiguo costume da gatto in pelle rosa; Shiro Hideko, la diabolica sorellastra di Elizabeth; Lord Handsome Hizuki, combattivo plurivincitore delle edizioni precedenti della competizione e infine KG Park, non-più-famosa celebrità della musica K-pop in cerca di visibilità.

BELLA STORIA! O FORSE NO

Possiamo comprendere i legami tra queste persone affrontando il gioco in modalità storia e scegliendo, successivamente, un personaggio diverso. In questo caso possiamo assistere, tra una gara e l’altra, a scenette animate così spartane da sembrare capolavori trash: modelli 3D basilari, animati in modo isterico e riempiti con texture che paiono uscite da qualche antica collezione su CD-ROM, si muovono in location appena accennate e parlano tra loro con un font simile al Comic Sans, solo più brutto.

L’umorismo che permea questi passaggi è stucchevole, anche se spesso regala sorrisi

L’umorismo che permea questi passaggi è stucchevole, anche se spesso regala sorrisi. Poco importa: le sequenze di intermezzo si possono skippare e finire la storia di almeno un personaggio consente di attivare le maratone, in cui si possono affrontare solo le gare (a gruppi di quattro o tutte e otto) senza fastidiose scenette di intermezzo. Così possiamo goderci il gameplay senza appesantirlo, in singolo o in compagnia. A ben vedere ci sono anche un paio di minigiochi, ma non pesano granché nell’economia generale del prodotto.

GARE CHIASSOSE E…

Ogni tappa prevede un lungo percorso irto di ostacoli architettonici o naturali e, visto che essi non bastano a rendere il tutto abbastanza caotico, fanno la loro comparsa anche buche, rampe, salti, pedoni, ciclisti, cani che azzannano o che sbucano addirittura dal terreno, terremoti e chi più ne ha più ne metta, il tutto allo scopo di bloccare gli strambi podisti che l’affrontano. L’obiettivo di ciascun corridore è distanziare sufficientemente gli altri in modo che essi “spariscano” dallo schermo: in questo caso, il superstite guadagnerà una stella e gli altri ne perderanno una (se semplicemente distanziati), o addirittura due (se incappassero in qualche ostacolo normalmente letale, come per esempio un burrone). Ogni volta che la gara si interrompe e viene assegnata una stella, si riprende da un punto lì vicino, con tutti i quattro contendenti, e il ciclo si ripete fino al traguardo. Solo a quel punto, in base ai bonus raccolti, alle disavventure capitate e soprattutto al numero di stelle ottenute, verrà proclamato il vincitore della tappa. Nel caso di una partita in singolo, solo il primo posto consentirà di partecipare alla gara successiva.

…BONUS CASUALI

Lungo il percorso è possibile raccogliere scatole che contengono diversi tipi di frutta: in genere può essere scagliata contro un avversario, per fargli perdere tempo, o mangiata direttamente, per guadagnare un momentaneo sprint. L’unica eccezione è il fungo velenoso, che deve essere abbandonato il prima possibile per non restare intossicati.

L’esperienza “in compagnia” è divertente, ma risente un po’ della mancanza di varietà

Di tanto in tanto la corsa si interrompe e i corridori vengono coinvolti in un tiro alle slot machine (che restituisce uno dei quattro bonus menzionati), in un’intervista da parte dell’improbabile giornalista televisiva che segue l’evento, oppure in un esperimento scientifico del Dottor De Jon, che consiste semplicemente nell’uscire per primi da un labirinto, in cambio di una stella. Al termine di ogni gara, ci verrà assegnato anche un premio in Yen che possiamo investire nello shop in game, per sbloccare altri personaggi o altre modalità di gioco. Insomma, la varietà non sembra mancare, ma è solo un’infatuazione: alla lunga, Nippon Marathon diventa ripetitivo. L’esperienza “in compagnia” è divertente, ma risente un po’ della mancanza di varietà e soprattutto del numero limitato di bonus, armi e gadget a disposizione. Detto questo, il prezzo di soli 12 euro è davvero allettante e se state cercando un passatempo piacevole, privo di sforzi cerebrali… beh, ecco, l’avete trovato!

Al di là del voto poco attraente, dovuto soltanto agli innegabili limiti tecnici, Nippon Marathon è sicuramente la cosa più assurda e accattivante con cui abbia giocato, su PC, negli ultimi mesi. Un divertimento “mordi e fuggi” sincero, impetuoso e incontenibile, dovuto soprattutto alle situazioni paradossali e alle scenette demenziali sparse qua e là per tutto il gioco, oltre che al gameplay semplice e istintivo. Ma, come canta Max Gazzè, “l’amore intenso brucia presto” e i limiti di uno schema di gioco ripetitivo fanno rapidamente capolino: ci saranno nuovi percorsi, nuove storie, nuovi personaggi in futuro da scaricare? Nuovi bonus da aggiungere? Non ci è dato saperlo. E senza questo tipo di supporto post vendita, Nippon Marathon rischia di essere accantonato in fretta.

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Pro

  • Un po’ gioco, un po’ anime, tutta follia giapponese.
  • Quattro personaggi con cui giocare, e altri da sbloccare.
  • Caotico e sbarazzino, a tratti violento, ma sempre ridicolo.

Contro

  • Schema di gioco semplice e fin troppo ripetitivo.
  • Le scenette in modalità storia sono visivamente imbarazzanti.
  • Poca varietà per un “party game” che si rispetti.
6.8

Sufficiente

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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