In mezzo a un mercato in continua espansione, ricchissimo di offerte diversificate, mi capita spesso di avere la fortuna di provare molti prodotti pubblicati da software house indipendenti meno note, che tentano di farsi strada in questo palinsesto caleidoscopico di offerte sempre più eterogeneo e al passo con i tempi.
Questa volta tutto il mio interesse è stato catturato da The Occupation, un thriller investigativo in prima persona sviluppato da White Paper Games che ci invita a vestire i panni di un giornalista, impegnato a svelare il mistero insabbiato dietro un tragico evento.
ELEMENTARE WATSON
Nel 1987 un’esplosione uccide delle persone all’interno di un edificio e il primo a essere incolpato dell’accaduto è uno dei dipendenti dello stabile, chiamato Alex Dubois. Interessatosi alla vicenda, il giornalista Harvey Miller cerca di ottenere un colloquio con i vertici della società al fine di ottenere ogni possibile informazione volta a scoprire la verità. La trama già da sé pare richiamare gli scenari complottisti nati dalle migliori serie televisive, e ad aiutare l’esposizione dei fatti intercede la visualizzazione in prima persona, che riesce nell’intento di far immedesimare completamente il giocatore. Abbandonati dunque a noi stessi, saremo costretti a vagare per lo stabile alla ricerca di documenti scottanti, cercando di non essere visti dalle guardie di sicurezza mentre sgattaioliamo in giro all’interno dell’edificio.
Il tempo nel gioco scorre proprio come nel mondo reale
CHI CERCA TROVA!
In materia di gameplay il titolo sfrutta moltissimo l’ambientazione posizionando enigmi e documentazioni da ricercare con attenzione, utili per ottenere il quadro completo dei fatti accaduti la notte dell’incidente. Questi frammenti sono riposti nei luoghi più disparati e molto spesso gli indizi tendono a portarci molto lontano da dove sono stati scovati, facendoci perdere tempo prezioso soprattutto la prima volta che affrontiamo l’avventura. Per tenere traccia delle nostre scoperte abbiamo a disposizione una ventiquattrore in cui raccogliere tutte le documentazioni, accompagnata da un comodo quest log utile per capire cosa fare durante il capitolo in corso. L’approccio agli enigmi è sufficientemente diversificato, così da permettere di accedere a determinate location seguendo più strade: si può passare da una conduttura d’aria, da una finestra socchiusa oppure si può aggirare il personale addetto alle pulizie per entrare di soppiatto senza farsi vedere.
Tanti ottimi spunti, però avremmo gradito qualche aiuto in più!
The Occupation ha il potenziale per mettere in scena una storia complottista dagli spunti interessanti, solo che l’incedere del tempo, accompagnato da un sistema di salvataggi un po’ troppo superficiale, finisce per allontanare il prodotto dal successo che poteva meritarsi. Lavorando alacremente o magari modificando il sistema di suddivisione dei capitoli, il gioco potrebbe anche guadagnare qualcosa in termini di rigiocabilità. Così si finisce per arrivare ai titoli di coda senza cogliere ogni sfaccettatura dell’ambientazione, ed è sinceramente un grosso peccato.