The Occupation - Recensione

PC PS4 Xbox One

In mezzo a un mercato in continua espansione, ricchissimo di offerte diversificate, mi capita spesso di avere la fortuna di provare molti prodotti pubblicati da software house indipendenti meno note, che tentano di farsi strada in questo palinsesto caleidoscopico di offerte sempre più eterogeneo e al passo con i tempi.

Questa volta tutto il mio interesse è stato catturato da The Occupation, un thriller investigativo in prima persona sviluppato da White Paper Games che ci invita a vestire i panni di un giornalista, impegnato a svelare il mistero insabbiato dietro un tragico evento.

ELEMENTARE WATSON

Nel 1987 un’esplosione uccide delle persone all’interno di un edificio e il primo a essere incolpato dell’accaduto è uno dei dipendenti dello stabile, chiamato Alex Dubois. Interessatosi alla vicenda, il giornalista Harvey Miller cerca di ottenere un colloquio con i vertici della società al fine di ottenere ogni possibile informazione volta a scoprire la verità. La trama già da sé pare richiamare gli scenari complottisti nati dalle migliori serie televisive, e ad aiutare l’esposizione dei fatti intercede la visualizzazione in prima persona, che riesce nell’intento di far immedesimare completamente il giocatore. Abbandonati dunque a noi stessi, saremo costretti a vagare per lo stabile alla ricerca di documenti scottanti, cercando di non essere visti dalle guardie di sicurezza mentre sgattaioliamo in giro all’interno dell’edificio.

Il tempo nel gioco scorre proprio come nel mondo reale

Non essendo presente alcuna mappa, tutto sta nel cogliere e ricordarsi ogni piccolo dettaglio dell’ambiente circostante, magari per scovare alcune vie di ingresso alternative utili a tenerci lontano da occhi indiscreti. Il primo elemento che contraddistingue il prodotto è la gestione del tempo in game: il protagonista ha degli appuntamenti programmati con alcuni dei vertici della società ma nel frattempo, durante l’attesa, può ingannare il tempo esplorando gli uffici delle persone coinvolte nella tragedia così da trovare – potenzialmente – indizi da sfruttare durante l’intervista. Questa gestione atipica del tempo rappresenta forse l’elemento più intrigante della produzione, proprio perché dobbiamo rincorrere le lancette prima di arrivare all’ora X, senza avere il tempo materiale di fermarci a pensare lucidamente sul da farsi. Tra l’altro è possibile scegliere due strade: o si aspetta che il tempo passi naturalmente fino all’incontro, oppure si va in giro alla ricerca delle prove evitando le guardie. Entrambe le scelte influenzano un minimo la storia, fornendo un minimo di rigiocabilità per vedere come sarebbe andata se avessimo trovato più indizi.

CHI CERCA TROVA!

In materia di gameplay il titolo sfrutta moltissimo l’ambientazione posizionando enigmi e documentazioni da ricercare con attenzione, utili per ottenere il quadro completo dei fatti accaduti la notte dell’incidente. Questi frammenti sono riposti nei luoghi più disparati e molto spesso gli indizi tendono a portarci molto lontano da dove sono stati scovati, facendoci perdere tempo prezioso soprattutto la prima volta che affrontiamo l’avventura. Per tenere traccia delle nostre scoperte abbiamo a disposizione una ventiquattrore in cui raccogliere tutte le documentazioni, accompagnata da un comodo quest log utile per capire cosa fare durante il capitolo in corso. L’approccio agli enigmi è sufficientemente diversificato, così da permettere di accedere a determinate location seguendo più strade: si può passare da una conduttura d’aria, da una finestra socchiusa oppure si può aggirare il personale addetto alle pulizie per entrare di soppiatto senza farsi vedere.

Tanti ottimi spunti, però avremmo gradito qualche aiuto in più!

Chiaramente questo non avviene proprio per tutte le location, ma è giusto sottolineare come gli sviluppatori abbiano cercato di garantire più approcci al giocatore a seconda delle occasioni. Anche se l’intelligenza artificiale delle guardie di sicurezza non sempre risulta brillante, qualora venissimo beccati sul fatto per la seconda volta il gioco slitterà subito all’intervista, senza concederci spunti extra da usare nelle domande durante l’interrogatorio. Anche se si tratta di un prodotto storydriven manca una segnaletica utile a guidarci negli ambienti labirintici degli uffici, motivo per cui ogni tanto mi è stata preclusa la scoperta di qualche indizio in più. Ok che le cose devono essere complicate, ma forse così è un po’ troppo! Il tallone d’Achille della produzione emerge in merito alla gestione dei salvataggi. The Occupation non prevede infatti un sistema di checkpoint intermedio, ma effettua il salvataggio dei progressi solo dopo aver concluso il capitolo in corso. Non essendo separati l’uno dall’altro, ci si ritrova a dover fare tutto dall’inizio alla fine senza avere l’occasione di cambiare qualcosa in corsa (al posto di iniziare tutto da capo). Per me è un peccato, perché l’intera vicenda presenta tante piccole sfaccettature interessanti difficili da cogliere con l’ansia del tempo che scorre. Tecnicamente il gioco si difende come può, realizzando il massimo sforzo nella diversificazione degli ambienti mentre a risentirne, al contrario, sono le mimiche facciali dei nostri interlocutori: piuttosto finte e grossolane.

The Occupation ha il potenziale per mettere in scena una storia complottista dagli spunti interessanti, solo che l’incedere del tempo, accompagnato da un sistema di salvataggi un po’ troppo superficiale, finisce per allontanare il prodotto dal successo che poteva meritarsi. Lavorando alacremente o magari modificando il sistema di suddivisione dei capitoli, il gioco potrebbe anche guadagnare qualcosa in termini di rigiocabilità. Così si finisce per arrivare ai titoli di coda senza cogliere ogni sfaccettatura dell’ambientazione, ed è sinceramente un grosso peccato.

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Pro

  • Il tempo che passa in parallelo alla realtà è molto intrigante.
  • L’ambientazione ha tanti spunti interessanti ma…

Contro

  • …per via della corsa contro il tempo finisce per non mostrarceli tutti.
  • Ambientazione un po’ labirintica.
  • Gestione dei salvataggi pessima.
7.1

Buono

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