Strange Brigade – Recensione

PC PS4 Xbox One

Da grande volevo fare l’archeologo. Anche se può sembrare una réclame scontata inerente al contesto, chi ha passato parte della sua adolescenza a guardare film usciti negli anni ’80 sa di cosa parlo. Un minimo di influenza positiva è stata aggiunta al nostro bagaglio culturale, portandoci più volte ad apprezzare riferimenti o citazioni inseriti nei media più disparati.

Magari non abbiamo trovato idoli sepolti o tesori nascosti da pirati con un occhio solo, ma in un modo o nell’altro abbiamo avuto la possibilità di goderci diversi tipologie di viaggio comodamente seduti in poltrona. È con questo spirito fanciullesco e insieme curioso che ho affrontato Strange Brigade, ultima fatica di Rebellion che sembra voler fondere le ambientazioni ampie e curate di Sniper Elite con lo stile di gioco, prettamente co-op, di Nazi Zombie Army, caratterizzandosi ulteriormente con tematiche ed estetica  da pulp magazine avventuroso.

FOLLI QUANTO BASTA

Dopo le premesse si passa alla storia, che in questo particolare caso vede come ambientazione l’Egitto inesplorato degli anni ’30, dove la strega regina Seteki si risveglia portandosi dietro un corollario di magie oscure e un esercito spaventoso di mostri (rigorosamente mummificati). Il nostro compito è quello di unirci alla Strange Brigade, un simpatico gruppo eterogeneo di eroi pronto a opporsi a questa rediviva armata delle tenebre che tutto vuole, tranne che prendersi troppo sul serio.strange brigade recensione

Utilizzare le trappole sparse in giro per la mappa vi regalerà qualche espediente in più per sopravvivere

Dopo aver scelto il nostro alter ego tra i quattro disponibili possiamo decidere se affrontare la campagna, divisa in missioni, oppure buttarci nella mischia preferendo l’orda alla sfida a punti. Il primo caso cerca di avvicinare gli amanti dell’esperienza in singolo proponendo una storia senza particolari voli pindarici, dove il cattivo di turno occupa una zona precisa dell’Egitto risvegliando creature via via sempre più difficili da affrontare. In questo senso si avverte la ricerca di far “acclimatare” il giocatore gradualmente alla difficoltà delle ondate, tant’è che anche i nemici crescono di difficoltà senza mai esagerare, cambiando abilità, rateo di fuoco, tipologia di attacchi e resistenze al fine di spingere il giocatore a trovare soluzioni sempre più creative per farla franca. È grazie a questo espediente che, oltre all’utilizzo delle armi da fuoco, la mappa propone delle trappole da attivare a distanza, un modo simpatico e originale per liberarsi di folti gruppi di nemici facendo fare il lavoro sporco a qualche lama rotante o trappola incendiaria.

Per non farsi mancare un po’ di brio e un pizzico di magia, ognuno dei personaggi utilizzabili ha a disposizione caratteristiche e mosse finali a disposizione, che possono essere attivate al momento giusto dopo aver collezionato un determinato numero di anime droppate dai nemici. Utilizzando l’indigena Nalangu Rushida, per esempio, si ha a disposizione un piccolo boost alla velocità, accompagnato dalla particolare mossa finale di bruciare i nemici circostanti con un fendente ben piazzato sul terreno. Al contrario il professor Archimede può rivelare delle aree nascoste nel gioco, mentre come mossa finale possiede il potere di scatenare una raffica di colpi magici dal suo amuleto. Il gunplay si ispira alla formula standard degli shooter in terza persona, quindi si mira tenendo premuto un tasto apposito, si schiva e si cerca di sopravvivere agli scontri più concitati, sfruttando all’occorrenza anche qualche mossa in mischia. Nel corso della nostra avventura possiamo acquistare nuove armi nella lobby spendendo i soldi trovati nelle cripte, ma durante il gioco è possibile anche comprare delle armi speciali randomiche molto più potenti. I nostri test su PC ci hanno permesso di sfruttare al meglio i settaggi standard previsti dalla configurazione comandi (WASD e dintorni), ma il gioco è perfettamente compatibile anche con il controller, così da accontentare praticamente ogni tipologia di approccio.strange brigade recensione

La presenza di innumerevoli segreti regala un po’ di longevità alla campagna, ma il consiglio è quello di giocarla in compagnia

Durante l’esplorazione delle mappe, con annessa mattanza di esseri non-morti, il giocatore può trovare soldi da spendere per comprare nuove armi, ma è doveroso sottolineare che gli sviluppatori hanno inserito anche una serie di segreti sparsi ovunque, utili per ottenere delle ricompense speciali. Collezionando sei statue di gatto è possibile entrare in una sala piena di ricchezze, oppure sbloccando l’ingresso di alcune cripte nascoste si possono ottenere dei tesori collezionabili, utili a sbloccare un punto abilità per cambiare la mossa finale del nostro personaggio. Morire non è sempre un’opzione piacevole da considerare, forse è per questo motivo che il sistema non prevede un vero e proprio game over, ma ci permette di ricominciare da un checkpoint oppure di rinascere da un sarcofago se provvisti di una pozione. L’unica reale differenza tra i due passaggi è che il primo ci riporta letteralmente al checkpoint, annullando tutto quello che è successo dopo (come aver scovato segreti o altro), mentre il secondo ci fa risorgere lasciando tutto inalterato come al momento della morte.

LA MORTE TI FA BELLO

Citazioni cinematografiche a parte, l’aspetto probabilmente più riuscito del gioco si rivela essere il comparto cooperativo. Ogni missione della campagna, come ovviamente l’orda e la sfida a punti acquista tutto un altro senso se affrontata in compagnia, se non altro perché la differenza tra i personaggi proposti nel roster concede una preparazione funzionale allo scontro, soprattutto quando le orde diventano piene di nemici diversi tra loro.

Mi è capitato di portare a termine più di un’orda insieme al mio compagno di prova, ma tutto questo è stato possibile perché abbiamo usato rispettivamente un po’ di inventiva, accompagnata dall’uso dei personaggi con mosse finali funzionali tra loro (soprattutto aoe). Il gioco sviluppato da Rebellion ha il pregio di essere divertente quanto ben realizzato a livello grafico. Ognuna delle mappe presentate nel gioco possiede tantissimi dettagli capaci di renderle belle da guardare, un piccolo museo all’aria aperta dove effetti visivi, vegetazione e illuminazione giocano una parte fondamentale nella resa finale del prodotto. Niente per cui gridare al miracolo, ci mancherebbe, ma è comunque doveroso sottolineare come l’esperienza venga incentivata da un impianto fluido e reattivo, quasi sempre ancorato ai 60 frame per secondo grazie alla nostra configurazione hardware (AMD FX-9370, 24GB RAM, Radeon RX 480, SSD). Anche nelle orde più concitate, il framerate non ha tentennato nemmeno per un momento, lasciandoci visualizzare su schermo ogni piacevole dettaglio.

Strange Brigade mi ha piacevolmente sorpreso per due cose in particolare: è divertentissimo da giocare in compagnia e, soprattutto, è ottimo da giocare a piccole dosi per riempire il tempo tra giochi più impegnativi. Purtroppo la quantità di contenuti al day one non è così ampia, trattenendo il voto, ma bisogna anche considerare l’annunciata volontà di Rebellion di ampliare il titolo dopo il lancio, inserendo DLC sotto forma di nuove campagne e personaggi utilizzabili. Le premesse sono buone, pertanto vi consiglio una capatina in questa ambientazione dal gusto di avventura pulp, se cercate esperienze poco impegnative e, magari, volete scaricare un po’ di stress post-traffico cittadino.

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Pro

  • In compagnia acquista punti e un buon grado di longevità.
  • Graficamente ricco di dettagli e piacevole da guardare.
  • La presenza dei diversi personaggi permette un approccio diversificato ma…

Contro

  • …come prima release potevano inserire qualcosa di più!
  • Al posto della schermaglia a punti avrei preferito altre modalità cooperative da alternare alla classica orda.
7.8

Buono

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