The Walking Dead: The Final Season – Episodio 1 – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

I giochi pubblicati da Telltale Games hanno avuto sempre avuto un particolare ascendente nella mia libreria di Steam. Il mio primo appuntamento con loro risale al 2009, quando la mia verace passione per Monkey Island mi spinse a comprare la relativa saga che riprendeva le avventure del “temibile pirata” Guybrush Threepwood.

L’amore è continuato fino a oggi, complice l’attenzione degli sviluppatori non solo nello scrivere storie avvincenti, ma anche nel riuscire a rendere funzionante una formula episodica pubblicata a più atti. Certo, mi piacerebbe tantissimo poter accedere al pacchetto completo sin da subito, ma anche così, un po’ centellinato nel tempo, devo ammettere che si associa in modo pratico alla mia vita da videogiocatore.The Final Season Episodio 1

Ora Clementine si trova a rivestire il ruolo di Lee nei confronti del piccolo AJ

Una cosa è certa: ogni serie ci ha spesso posto di fronte a scelte difficili, lasciando galoppare la nostra mente sul pensiero roboante di “aver fatto la cosa giusta”, aspettando chissà quale plot twist finale pronto a lasciarci a bocca aperta, anche quando le frasi scelte, magari in un contesto innocente, hanno prodotto situazioni totalmente inaspettate. Di tutte le serie pubblicate fino a oggi, quella di Walking Dead rappresenta meglio di tutte il pensiero esposto poco sopra, tant’è che chi ha seguito la saga ricorderà bene la maggior parte dei dilemmi posti in principio sulla strada di Lee e, subito dopo, su quella della piccola Clementine. Ciascun percorso formativo ha portato a galla dentro di noi paure e debolezze, spesso accompagnate dalla difficoltà di sopravvivere nell’ambientazione ideata da Kirkman, dove l’umanità sembra ormai divorata dall’egoismo.

Come un figlio segue gli insegnamenti dei genitori, ora Clementine si trova a rivestire il ruolo di Lee nei confronti del piccolo AJ, ma come impareremo a nostre spese il lavoro di mentore, qui, è molto più difficile di quanto si possa immaginare.

QUESTIONE DI PRIORITÀ

Sempre in viaggio e in fuga dai vaganti, i due protagonisti dell’avventura vagano senza una meta precisa, cercando di accumulare quanti più possibili beni di fortuna utili per sopravvivere. Questo li spinge ad avventurarsi all’interno di una stazione dei treni deserta, ma come si può immaginare troppa calma lascia presagire una tempesta all’orizzonte.The Final Season Episodio 1

È bello rilevare come l’ambientazione cerchi finalmente di virare verso uno spettro emotivo più giovanile

L’esplosione di un ordigno nascosto attira l’attenzione dei vaganti e la situazione precipita in una rocambolesca fuga, che vede i due vittime di un incidente e salvati, sul rotto della cuffia, da un gruppo di ragazzi attirati dallo stesso trambusto. Feriti e un po’ scombussolati ci risvegliamo nella nuova ambientazione scelta da Telltale, ovvero un istituto per ragazzi problematici chiamato Ericson’s Boarding School. Gli abitanti di questo rifugio nascosto nella foresta sono infatti tutti ragazzi che sono sopravvissuti fino a oggi grazie all’ingegno e una sana dose di coraggio, lontani probabilmente da quella malizia e perfidia che spesso, nelle saghe dedicate a Walking Dead, hanno accompagnato lo sviluppo dei personaggi adulti. È interessante come il cambio generazionale permetta un’interazione più genuina con i diversi coprotagonisti della storia, ed è così che dopo poche battute ne impariamo le abitudini, cerchiamo di scoprirne le aspirazioni e, dialogo dopo dialogo, ne conosciamo le debolezze, accompagnate da segreti difficili da portare a galla.

L’aspetto ideologico che mi ha colpito di più in questa nuova stagione è che la sceneggiatura sembra abbandonare per un momento il setting più adulto a cui siamo stati abituati, probabilmente per analizzare, tramite emozioni e scelte di forte impatto viscerale, l’esperienza vissuta da dei semplici ragazzini in mezzo a uno scenario post-apocalisse zombie. Cacciare i vaganti, guadagnarsi il cibo e mantenere in piedi questa comunità di infanti sembra venir raccontato come un gioco di ruolo, viaggia su una sottile linea che alterna il gioco all’essere adulti e si evolve in situazioni dove ci si trova a scendere a patti con i propri trascorsi delineati dal dramma. Non tutti i personaggi emergono allo stesso modo, sia chiaro, ma il contesto e le interazioni con ognuno dei piccoli abitanti della struttura mi fa ben sperare in qualche parte di rilievo più avanti, soprattutto perché Telltale ci ha abituato a prendere in considerazione ogni scelta fatta, seppur piccola e insignificante sul momento.

Come spesso accade nelle serie di The Walking Dead, il primo capitolo di questa stagione potrebbe risultare un po’ sottotono e stereotipato, ma il contesto ci regala qualche piccola aspettativa, lasciandoci piacevolmente coinvolti e curiosi nello scoprire cosa ne sarà di Clementine e come la sua influenza, a seconda delle nostre scelte, avrà effetto sul piccolo AJ.

AJ ASCOLTA SEMPRE

Dal punto di vista prettamente più tecnico, la nuova serie Telltale mantiene inalterata la formula di gameplay sfruttata nel corso di tutte le pubblicazioni. La narrazione è infatti caratterizzata da due fasi principali: discorsiva e movimentata.The Final Season Episodio 1

Graficamente qualche piccolo passo avanti c’è, ma lo stile legato al fumetto va benissimo anche senza eccessive migliorie tecniche

La porzione discorsiva cerca di approfondire tutto il background alle spalle dei personaggi, lasciando inoltre al giocatore la possibilità di scegliere se rispondere ad alcune domande (optando tra quattro risposte disponibili) oppure restare semplicemente in silenzio. Ogni linea di dialogo si presenta con una struttura ad albero, dove le ramificazioni portano a particolari evoluzioni della storia, che possono sbocciare in un risultato voluto oppure sconcertare con svolte un pelino più sorprendenti. Per quanto riguarda le fasi action, ci si trova di fronte a situazioni basate sui QTE, dove il giocatore deve premere al momento giusto i tasti presentati su schermo al fine di cercare di salvarsi la pelle. In questo capitolo, come nei precedenti, non è prevista la morte del personaggio, pertanto fallire non comporta nessun game over.

In questo particolare capitolo vengono aggiunte alcune piccole modifiche, anche se le più evidenti riguardano la possibilità di potersi scontrare con i vaganti in modo relativamente più attivo, utilizzando alcune delle trappole piazzate davanti la scuola oppure stordendoli, premendo una combinazione di tasti semplice quanto letale. Basta Fuggire parte come al solito in salita, ci lascia acclimatare in uno scenario diverso dai soliti a cui siamo abituati e il lavoro svolto da Telltale, in questo senso, mi ha piacevolmente coinvolto molto di più che in passato.

La season finale di The Walking Dead mette le giuste basi per la conclusione del viaggio di Clementine. Le possibilità espresse da uno scenario più “giovanile” fa ben sperare sulla natura della stagione, rivolta all’apocalisse zombie da tutta un’altra prospettiva. La struttura del gameplay è rimasta pressoché invariata, tranne che per qualche piccola macchia che sembra voler ricalcare una formula più action. Ne varrà la pena? È ancora presto per dirlo, ma noi non smettiamo di crederci.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Migliore dei precedenti capitoli, soprattutto nella qualità stilistica
  • La storia si apre a prospettive inesplorate, specie per i giovani sopravvissuti
  • Una piccola evoluzione di gameplay si espone con un po' di azione durante gli scontri…

Contro

  • ...ma non emerge ancora abbastanza, restando spesso ancorata ai soliti stilemi
  • Peccato che duri sinceramente troppo poco, appena due ore
7.5

Buono

Password dimenticata