Il vascello scientifico The Persistence ha un problema mica da ridere: in seguito a un tentativo di teletrasporto andato tragicamente in malora, la sete di conoscenza dei suoi ricercatori si è trasformata in una perfetta ricetta per il disastro. La nave è in rovina, alla deriva nello spazio e con l’equipaggio mutato in una masnada di aberrazioni genetiche assetate di sangue; in tutto questo, un improbabile sopravvissuto si trova davanti il suo stesso cadavere, intuendo che la situazione potrebbe essere addirittura più complicata di quanto non appaia inizialmente…
PROJECT FIRESTART & CO.
The Persistence è un videogioco horror in prima persona di ambientazione fantascientifica, un genere che negli anni ha vantato illustri esponenti, sin dai tempi del vecchissimo Aliens di Electric Dreams. Sicuramente vanta un pedigree di quelli importanti: Firesprite è formata da ex membri di SCE Studio Liverpool, a loro volta militanti tra le fila della gloriosa Psygnosis, una delle eccellenze britanniche all’epoca della programmazione a sedici bit.
Firesprite è formata da ex di SCE Studio Liverpool, a loro volta militanti tra le fila della gloriosa Psygnosis
L’interfaccia è semplice e facile da consultare, un sistema di teletrasporto a corto raggio permette di superare ostacoli e passare da un riparo all’altro con stile, mentre l’head tracking consente di mirare, raccogliere oggetti o aprire contenitori con una naturalezza assoluta. Poi, il gioco è generato proceduralmente. Ogni volta che tireremo le cuoia, l’intelligenza artificiale IRIS creerà un nuovo clone pronto ad abbandonare la sicurezza dell’hub iniziale per affrontare una mappa diversa da quella visitata dal nostro sfortunato predecessore. È un’idea che funziona bene e che dona quel pizzico di imprevedibilità a ogni rinascita, anche se una mappa generata casualmente spoglia la vicenda di setpiece studiati a tavolino, rendendo per certi versi la narrazione frammentata e quasi accessoria, con IRIS che si fa viva principalmente nel momento in cui gli obiettivi vanno perseguiti, restando in silenzio nelle retrovie per il resto dell’avventura.
L’IA IRIS creerà un nuovo clone pronto ad affrontare una nuova mappa creata proceduralmente
MEGLIO CHE SULLA BSS JANE SEYMOUR
Alla base di tutto ci sono le cellule staminali, indispensabili per migliorare i punti ferita, o anche la furtività nella tranquilla area iniziale; potranno essere anche usati per creare cloni migliori, qualora riuscissimo a estrarre il DNA di particolari membri dell’equipaggio. Di base, il corpo iniziale viene “stampato” senza spese, ma replicare esseri umani dotati di caratteristiche più efficaci richiederà il giusto tributo di cellule staminali a ogni rinascita. Queste possono essere raccolte in apposite provette, ma un bottino più ricco attende gli esploratori capaci di aggirare il nemico e colpirlo dietro la nuca con un estrattore a corto raggio; si tratta inizialmente della sola arma a disposizione, un oggetto contundente che si rivelerà presto inutile durante un combattimento vero e proprio.
Dotarsi di un clone con caratteristiche migliori richiederà il giusto tributo di cellule staminali
Si va dai manganelli alle lance elettrificate con cui paralizzare e depredare con calma il nemico, ma l’arsenale comprende anche roba più sfiziosa come granate che rilasciano sciami di micro robot assassini, oppure pistole gravitazionali con cui bloccare il cattivo a mezz’aria e strapazzarlo contro pareti e soffitto, dimenandoci in un hedbanging selvaggio! Il rovescio della medaglia è che le armi vanno comunque comprate ogni volta, sborsando un numero di chip proporzionale al livello dello strumento, materializzato seduta stante dal terminale di creazione. In altre parole, dopo ogni morte ripartiremo sempre e comunque con in mano il fido (nonché misero) estrattore staminale, e sarà necessario muoverci con circospezione prima di tornare a brandire qualcosa di più rassicurante.
The Persistence si conferma un gioco votato all’approccio silenzioso, decisamente sconsigliato agli adepti dei marine coloniali
NESSUNO PUÒ SENTIRTI URLARE, A PARTE L’ALTRO TIPO SUL DIVANO
Un degno divertimento accessorio per The Persistence è rappresentato dall’app companion, scaricabile gratuitamente su tablet e cellulare, con cui assistere un amico immerso nella realtà virtuale. Durante la nostra prova l’app ha riconosciuto immediatamente la partita in corso su PS4, permettendoci di visualizzare in un’elegante interfaccia isometrica la posizione del nostro uomo d’azione, interagendo sul touch screen per individuare in sua vece la posizione degli oggetti recuperabili nei paraggi, e avvertirlo della presenza dei nemici erranti. Si tratta solo del primo passo, perché ogni azione frutta crediti con cui sbloccare funzioni molto più interessanti, come l‘uso di esche sonore con cui influenzare il tragitto degli avversari e la possibilità di interagire attivamente all’azione, paralizzando gli avversari, aprendo porte o, addirittura, effettuando la scansione delle stanze adiacenti, in modo da fornire una ricognizione in tempo reale di quello che ci aspetta un passo più avanti. I mostri evidenziati nell’app hanno un valore in rosso che fornisce altrettanti crediti qualora venissero sconfitti dal nostro assistito; tuttavia, se il numero è in verde, intascheremo il malloppo se il cattivo riuscirà a fare la pelle al poveraccio, generando momenti di pura goliardia in cui i ruoli si invertono, e il navigatore fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote all’ormai ex compagno!
La grafica è fluida a sessanta fotogrammi al secondo, un buon risultato ottenuto con modelli poligonali scarni ma funzionali
Sono un amante degli animali, ma ho intercettato con uno shoryuken la mia gatta un paio di volte durante i momenti più tesi di The Persistence, quando la tensione era palpabile e sentirmela camminare sulle spalle mi ha fatto saltare un nervo o due. Ci vuole fegato, ma The Persistence è un gioco che chiunque possieda la realtà virtuale di SONY dovrebbe comprare immediatamente, per vivere un’avventura fantascientifica remunerativa e ricca di tensione. Se avete amato Alien Isolation, la fatica di Firesprite dovrebbe svettare con sicurezza in cima alla vostra lista della spesa.