Metal Gear Survive - Recensione

PC PS4 Xbox One

Un wormhole si apre nel cielo, proprio mentre Big Boss e Miller stanno fuggendo da Mother Base durante l’attacco di Cipher, dando vita a… una dimensione parallela che non c’entra assolutamente nulla con l’intera serie di Hideo Kojima. È vero che in Metal Gear Solid V sono presenti veri e propri zombie, peraltro ben giustificati da una precisa infezione, ma per il resto la saga si è concessa incursioni nel fantastico solo attraverso la tecnologia o – al massimo – il paranormale, con armi ed equipaggiamenti da sci-fi nipponica più o meno moderata, comunque segnati da uno stile efficace e vibrante. È per questo che Metal Gear Survive rappresenta il caso più estremo di deriva di una serie in mancanza del suo creatore, al di là dei meriti e dei demeriti ludici che discuteremo fra qualche riga. Un pensiero che non può sparire del tutto, nemmeno sforzandosi, e che tuttavia ho cercato di tener fuori dal mero giudizio qualitativo.

QUEL MALEDETTO WORMHOLE

Per uno come me, innamorato dei survival online, i primi passi oltre il Ponte di Einstein-Rosen non sono stati affatto male. Al di là del tutorial, fin troppo statico e scrupoloso, l’idea di Metal Gear Survive è sovrapporre l’eccellente e duttile sistema di controllo creato da Kojima a tutta una serie di parametri di sopravvivenza, dovendo sempre tenere un occhio sull’impietoso consumo della stamina e sul bisogno impellente di acqua e cibo, esagerato per velocità ma paragonabile a quello dei maestri più cattivi (fra cui il vecchio DayZ, come in uno stranissimo matrimonio tra Dean Hall e Kojima, quest’ultimo persino ignaro della cerimonia). Proprio in merito a questa componente di gameplay, per usare le parole del #teamcrimine, sono sempre quello che “lancia la torretta per vedere l’effetto che fa”: in questo caso ha significato l’immediato uso alimentare di una capra cruda (le prede comprendono anche i carnivori, più difficili da cacciare ma altamente nutrienti), con la conseguenza di ritrovarmi immediatamente addosso una brutta infezione intestinale e di dovermi portare avanti questa condizione per un paio di missioni, peggiorando rapidamente il mio stato prima di iniziare a guarire, temporaneamente interessato da offuscamenti dell’immagine e orride vomitate (che schifo, lo so, ma così è), in giro per basi e magazzini di risorse.

metal gear survive recensione pc xbox one ps4

l’idea di Metal Gear Survive è sovrapporre l’eccellente e duttile sistema di controllo creato da Kojima a tutta una serie di parametri di sopravvivenza

Tutto questo non era necessario: quasi immediatamente, infatti, il personaggio giunge in un campo base con diverse postazioni di creazione, preposte alla cottura del cibo, all’equipaggiamento, agli accessori e alla costruzione di nuove strutture, per la difesa o per ulteriori funzioni di sopravvivenza. Le prime azioni sono state interessanti, piacevolmente retributive e mai elementari: senza le giuste armi – e soprattutto in precarie condizioni vitali – ho dovuto subito servirmi di barriere metalliche che possono essere costruite nella base (come per ogni altro oggetto, resta a noi la decisione di portarcele dietro o lasciarle nell’inventario della struttura), usandole per tenere a bada le creature e ucciderle dietro il riparo, comunque soggetto a degrado (o distruzione, in questo frangente), come qualsiasi altra cosa. Ganzo, no? Beh, in parte si, anche perché l’impressione è stata quella di un mondo davvero difficile da domare, in cui il riciclo degli asset di Metal Gear Solid V è certo immediatamente palese, ma viene controbilanciato dal valore e dalla portata della sfida.

SFIDA DIMENSIONALE

Presto si interromperanno del tutto le comunicazioni fra “Dite”, nome della dimensione parallela, e l’esterno del mondo, in particolare con un oscuro reclutatore chiamato Nightmare (il nostro personaggio è un “portatore sano di infezione”, e per questo è stato scelto); da quel momento rimarremo in compagnia delle Intelligenze Artificiali che le prime forze a mettere piede nella dimensione hanno costruito e attivato, e che ora ci chiedono di indagare su ciò che i nostri predecessori – i Corpi di Caronte – hanno scoperto, e allo stesso tempo di raccogliere campioni genetici delle immonde mostruosità, utili come “moneta” di base per fare diverse cose (tra le più importanti c’è la trasformazione in aria per il respiratori, per motivi che spiegherò più avanti).

metal gear survive recensione pc xbox one ps4

Metal Gear Survive rappresenta il caso più estremo di deriva di una serie in mancanza del suo creatore

Le stesse missioni, poi, portano sulla strada di gigantesche quantità di legno, ferro, acciaio, tessuti e qualsiasi cosa ci possa servire per le attuali e future creazioni, supportati da un certo momento in poi da una vera e propria crescita di livello, con tanto di apposita apparecchiatura, corredata da un albero delle abilità discretamente vario e utile. Il funzionamento della mappa, per quanto ricavata dai contenuti di Metal Gear Solid V, è comunque molto diverso dal modello primigenio: il territorio inizierà a “colorarsi” e apparire sulla schermata solo dopo che ci avremmo messo piede, ed è circondato da una vasta area apparentemente inaccessibile, satura di gas e vapori tossici, che in realtà nasconde le migliori risorse e, allo stesso tempo, le sfide di combattimento più toste. E quindi via di bombole, respiratore e tuta protettiva, ovviamente nel punto in cui la progressione delle missioni lo riterrà opportuno. Non potete nemmeno immaginare com’ero contento, quando mi sono avviato per la prima volta verso l’ignoto, tutto bardato come un militare di Cassandra Crossing (oddio, che esempio da anziano… spero che qualcuno se lo ricordi).

LOW BUDGET, MY FRIEND

E allora, di grazia, cos’è che non va in questo benedetto Metal Gear Survive, al punto da trattenerne pesantemente il voto? Innanzitutto, il pressapochismo della realizzazione si fa sentire abbastanza alla svelta e inficia malamente la difficoltà: a lato di misteriose casse da recuperare in caso di decesso, fra le opzioni dopo la morte del personaggio (profondamente definibile nell’aspetto, con un sistema quasi identico a quello di Metal Gear Solid V), tornare al checkpoint della base madre significa ritrovarsi in tasca tutto il materiale utile, compresi cibo, acqua, esemplari botanici per le ricette, armi ed equipaggiamento. Più avanti le cose si fanno persino più gentili, grazie a miracolose pillole e medicine che potremo produrre; soprattutto, poi, il riutilizzo (e lo stravolgimento, almeno in un paio di casi) di qualsiasi idea di Kojima inizia a diventare quasi commovente, al pensiero dei collaboratori rimasti a saccheggiare i rimasugli della sua brillante mente.

le Intelligenze Artificiali iniziano presto a mostrare i propri limiti

Pure le Intelligenze Artificiali iniziano presto a mostrare i propri limiti, inaccettabili anche tenendo in conto l’assenza (letterale) del cervello, in quanto guidate da una sorta di entità collettiva. I Vaganti assomigliano nell’aspetto ai Clickers di The Last of Us, ed è forse per questo che ci saremmo aspettati un comportamento un pochino più fine, invece di un cieco spingere su inferriate (in particolare, quelle create da noi) che presentano evidenti spazi per venir aggirate. Metteteci pure le schermate gestionali, piene di opportunità ma anche confuse e pesanti nella disposizione: all’inizio pensavo non esistesse la pausa, cosa di cui ero pure sadicamente contento, salvo controllare nella lista dei comandi e scoprire che il tasto, nell’angolo in basso a sinistra del pulsantone del DualShock, funziona a singhiozzo e in modo evidentemente buggato. Certo, nel proseguo potrete addirittura costruire i vostri wormhole con scopi alternativi, difendervi da pesantissimi assedi e godervi altre piccole trovate; a quel punto, però, i nodi controversi avranno superato la sensazione di trovarvi in una sfida al limite, proprio perché quel limite sarà già stato aggirato con il benestare degli sviluppatori. A tutto questo è possibile sovrapporre un co-op fino a 4 giocatori, che migliora un po’ la situazione ma non al punto da rimediare la frittata, tutta bruciacchiata e mal dosata di sale.

È deontologicamente corretto non far pesare lo sgarbo alla serie Metal Gear per trama e intenti. Ciò detto, francamente, non so se nella mia mente il pensiero sia riuscito a sparire del tutto. Fuor di qualsiasi polemica, l’idea di Metal Gear Survive avrebbe anche potuto funzionare, unendo l’eccellente e duttile sistema di controllo di Metal Gear Solid V a un meccanismo survival ineccepibile e ben scritto. E invece, anche se non mancano i passaggi divertenti e/o impegnativi, è proprio l’impianto a risultare talvolta confuso e poco deciso, specie nel bilanciamento fra sfida di sopravvivenza e libera caciara. Forse è un peccato, ma nemmeno tanto…

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • I primi passi sembrano promettenti...
  • A tratti, la sarabanda survival è divertente, specie in co-op.

Contro

  • ...ma le delusioni arrivano alla svelta.
  • Almeno su PS4, design visivo inferiore a Metal Gear Solid V.
  • Rende la vita fin troppo comoda, in alcune scelte.
  • Barbaro riciclo degli asset, talvolta a sproposito.
6.7

Sufficiente

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

Password dimenticata