Ricordo come se fosse ieri il mio primo incontro con Monster Hunter. Ero stato attratto dalle prime immagini dell’episodio Tri, e decisi di comprare il Freedom Unite per la fedele PSP, sognando un futuro da provetto cacciatore, seduto davanti al caminetto e circondato dai trofei delle mie vittime. Perché, checché se ne dica, la testa mozzata di un drago appesa al muro dà più tono all’ambiente del tappeto di Jeffrey Lebowski. In realtà non sapevo nulla di Monster Hunter, a parte il fatto che potevi cacciare draghi e bestie ciclopiche con spadoni pesanti come un SUV. Sulla carta era per me il gioco perfetto, ma non andò granché bene: durante la prima partita accettai incautamente di cacciare un Velocidrome dalla lobby multigiocatore, perché sì. Chi lo sa, magari era più appariscente… l’ho detto del resto che non ne capivo nulla! Pochi minuti dopo mi trovai a imprecare contro divinità ostrogote, mentre cercavo di barcamenarmi tra un sistema di controllo “un filo” (in quest’intro gioco con fierezza la carta dell’ironia) ostico e una specie di velociraptor blu saltellante che proprio non ne voleva sapere di tirare le cuoia. Probabilmente, anche voi all’inizio avete fatto un passo falso simile, e potete immaginare la mia frustrazione; allo stesso modo, non fatico a immaginare il vostro sconforto durante i primi passi di un qualsiasi capitolo della serie. Siete lì fieri, con un’arma gagliarda sulle spalle pronti a tagliare in due un drago, e l’NPC di turno vi manda a recuperare funghi o fossili, magari con un piccone che va in frantumi se lo guardate storto. Quando diventa divertente il gioco? Perché mezzo Giappone è impazzito di fronte a questa cosa tanto noiosa?
MUSHROOM HARVESTER NO MORE
Avete perfettamente ragione: del resto, il gioco si chiama Monster Hunter, e non Mushroom Harvester. Il fatto è che il blockbuster Capcom è sempre stato difficile da approcciare da parte dei neofiti per una serie di meccaniche piuttosto antipatiche che da un lato ha contribuito indubbiamente a trasformare l’hunting game per eccellenza in un’esperienza profonda e appagante, ma dall’altro ha scoraggiato una fetta di pubblico importante, destinando la nobile arte della caccia digitale a un’oscura, impenetrabile elite. Da giocatore hardcore della saga, con centinaia di ore e cadaveri di Rathalos alle spalle, vi capisco perfettamente. Eppure, non posso fare altro che pregarvi di dare una possibilità a Monster Hunter World, anche se in passato siete rimasti scottati. Sì, il sistema di combattimento resta poco immediato, complice anche un metodo di puntamento del bersaglio che non sempre fa il suo lavoro, specie quando cerca di tenere sotto tiro bersagli rapidissimi. Del resto, nessuno sosterrà in questa recensione che Monster Hunter World sia uno spin-off semplificato, banale e scritto per i novellini, mentre l’elite di cui sopra sogna un nuovo capitolo a base di dinosauri e fetch quest. Al contrario, tra gli splendidi panorami del Nuovo Mondo incontrerete nemici veramente tosti, capaci di mettere alla prova anche i più navigati cacciatori, almeno quando il gioco deciderà di fare sul serio con le missioni di alto grado, esattamente come in passato.
Monster Hunter è sempre stato difficile da approcciare da parte dei neofiti
ESPLORAZIONE ORGANICA
Fino a ieri i livelli erano composti da un certo numero di sezioni separate l’una dall’altra, accessibili previo brevi caricamenti; adesso, invece, si estendono in tutta la loro selvaggia bellezza senza interruzioni di sorta, pronti a essere esplorati nella più totale libertà. Gli scenari sono veramente spettacolari e sfruttano l’ormai rodato MT Framework per restituire un eccezionale colpo d’occhio grazie all’abbondanza di effetti particellari e a una direzione artistica fenomenale. Non si tratta più, quindi, di “stanze” separate da un improbabile teletrasporto: le mappe di Monster Hunter World sono straordinariamente vive, pullulanti di sentieri, trappole con cui imbrigliare momentaneamente la furia dei nostri ferali avversari e veri e propri dedali di rocce, cristalli e foglie, esaltati da una spiccata verticalità. Non per nulla ora ci sono più accampamenti da cui partire e, anzi, altri possono essere predisposti, a patto di scovare zone relativamente tranquille ove alzare le tende.
le mappe di Monster Hunter World sono straordinariamente vive
DA SOLI O IN COMPAGNIA
Non finisce qui, perché incrementare la familiarità con i vari mostri permette di sbloccare le taglie nel Centro di coordinamento. Facciamo prima un po’ di chiarezza: Monster Hunter World abbatte la distinzione tra missioni del villaggio e della gilda, permettendo di giocare in compagnia qualunque tipo di incarico. Addirittura, qualora l’impresa si rivelasse particolarmente ardua, potremmo lanciare un razzo di segnalazione a cui chiunque potrà rispondere, entrando nella nostra sessione. È semplice, intuitivo e permette a tutti di giocare con i propri amici sin dal primo giorno, assistendo assieme al dipanarsi della trama.
A tal proposito, Monster Hunter World offre una narrazione assai più marcata e “presente” rispetto al passato, con le avventure nel Nuovo Mondo della Quinta Flotta sottolineate da un buon numero di scene di intermezzo, briefing e dialoghi che sanno donare ai giocatori più svogliati un motivo in più per continuare a combattere anche durante le missioni di alto grado. Se siete cacciatori esperti svelerete il segreto che accomuna il violento Nergigante (il cosiddetto “flagship monster” di questo capitolo) ai draghi anziani in una trentina di ore circa, a seconda della voglia di grindare per quell’armatura o quell’arma stilosissima a cui proprio non potete resistere, mente è plausibile che un giocatore alle prime armi impieghi addirittura il doppio. Il tutto senza nominare l’end game, un’iniezione di longevità considerevole di cui sarebbe criminale svelarvi i dettagli. Vi basti sapere che incontrerete alcuni vecchi volti, assieme a nuove tipologie di nemici che vanno oltre le “normali” sottospecie.
l’end game offre un’iniezione di longevità considerevole, di cui sarebbe criminale svelarvi i dettagli
MIGLIORE, NON BANALE
Immaginate di giocare uno dei precedenti capitoli e usare lo spadone per buona parte della vostra avventura: a un certo punto non ne potete più e volete cambiare totalmente, oppure incontrate un mostro velocissimo che non vi lascia neppure il tempo di sguainare l’arma. Decidete quindi di intraprendere una carriera da artigliere per sforacchiarlo dalla distanza, e qui inizia il calvario. Vi tocca uccidere decine di mostri per ottenere i materiali con cui creare una balestra in grado di scalfire la bestia e – ancora peggio – craftare un’armatura adatta, cercando i materiali per assemblarne i cinque pezzi richiesti dal set. Monster Hunter World addolcisce la pillola, perché le armature sono ora universali e garantiscono bonus alla difesa fisica o elementale a seconda dell’arma equipaggiata. Avanzando nelle missioni di alto grado troverete addirittura due variabili per la stessa corazza, differenziate non solo esteticamente, ma anche nelle abilità (anche queste hanno subito un cambiamento, e ora sono molto più intuitive e dirette da comprendere e usare) legate ai singoli pezzi e alla presenza di slot dove inserire i gioielli.
Monster Hunter World è un gioco profondamente stratificato
BREATH OF THE WILD
Su PS4 Pro Monster Hunter World offre tre tipi di impostazioni grafiche, assieme al supporto per l’ormai onnipresente HDR: priorità al dettaglio grafico, al frame rate o alla risoluzione. Fra le tre, consiglio vivamente la seconda. I dettagli grafici supplementari e una risoluzione che cerca di avvicinarsi ai 4k non possono competere con un bonus alla fluidità (oscillante tra i 30 ai 50 fps nella modalità dedicata) in un gioco d’azione dove la fluidità è imperativa. Anche perché, qualunque sia la vostra decisione, Monster Hunter World resta un titolo veramente bello da vedere, specialmente nel ritratto dei suoi giganteschi padroni di casa: straordinariamente caratterizzati, credibili nelle movenze e splendidi da combattere, i mostri sono le vere star del gioco. Capcom ha messo assieme un bestiario principalmente ricco di new entry, non tralasciando alcuni irrinunciabili capisaldi come Rathian e Diablos. Nella soddisfacente marmaglia trova posto anche una battaglia campale tra cannoni, baliste e speroni ammazzadraghi che cerca di richiamare l’atmosfera dello scontro con Jhen Mohran, fallendo però nel replicare una sfida degna del buon vecchio drago anziano delle sabbie.
Su PS4 Pro Monster Hunter World offre tre tipi di impostazioni grafiche
In questo momento faccio un po’ fatica a immaginare un altro gioco che saprà catturarmi nel 2018 come sta facendo Monster Hunter World. È longevo, avvincente, crea seria dipendenza se giocato assieme a un gruppo affiatato e il supporto gratuito di Capcom (in primavera arriva Deviljho!) gli garantirà una sicura iniezione di longevità extra. Con una serie di migliorie quasi impossibile da elencare nel corpo di una singola recensione, Monster Hunter World rende i precedenti capitoli praticamente obsoleti. Mancano le missioni G-Rank, ma del resto si tratta di una costante nei primi episodi di ogni generazione. In definitiva, se durante questi anni siete stati attratti anche solo una volta dal fascino di Monster Hunter, questo è il miglior momento possibile per iniziare. Che siate cacciatori anziani o promettenti nuove leve, fatemi (e fatevi) un favore: svuotate gli scaffali, perché la quinta generazione di Monster Hunter è una vera e propria bomba.