Tokyo RPG Factory, team di Square Enix dedito allo sviluppo di RPG di stampo nipponico, ha mostrato del potenziale con il suo I am Setsuna, ed oggi siamo felici di poter recensire il suo secondo gioco, Lost Sphear. Figlia di pietre miliari come Chrono Trigger e i primi Final Fantasy, la nuova fatica del team nipponico riprende la struttura classica dei vecchi JRPG anni ’90 trasportando tutta la magia dell’epoca su PS4 (la versione da noi provata), PC e Switch. Come se l’è cavata Tokyo RPG Factory, alla sua seconda esperienza? Scopriamolo insieme.
UN VIAGGIO TRA I RICORDI
La storia di Lost Sphear ha i suoi natali nel tranquillo villaggio di Elgarthe, dove veniamo a conoscenza dell’eroe e protagonista del gioco, Kanata, abile spadaccino tormentato dalla misteriosa scomparsa della madre. Il ragazzo trascorre le sue placide giornate al paesello insieme all’energica Lumina e allo spassoso Locke, ma l’improvvisa comparsa di mostri nel regno cambierà presto la loro vita.L’apparizione di queste creature cela però un mistero ancora più grande: improvvisamente alcuni luoghi, così come la stessa Elgarthe, scompaiono dal piano fisico, lasciando solo una sagoma bianca, a ricordo di ciò che erano un tempo. Kanata apprenderà, in seguito ad alcuni strani sogni, di essere in grado di riportare nel piano fisico gli oggetti e i luoghi scomparsi assorbendo i ricordi del passato, ed è proprio intorno a questo concetto che ruota l’intera avventura.
Figlia di pietre miliari come Chrono Trigger e Final Fantasy, la nuova fatica del team nipponico riprende la struttura classica dei vecchi JRPG anni ’90
Durante il nostro viaggio potremo raccogliere memorie dai mostri sconfitti o ricordi attraverso alcuni dialoghi, e questi potranno poi essere utilizzati per sbloccare porte, forzieri, luoghi nascosti e perfino porzioni di mappa. All’interno della World Map (che per qualche strana ragione non proporrà i classici incontri casuali) potremo inoltre costruire – in determinati punti – degli artefatti che garantiranno ai nostri eroi alcuni bonus in combattimento.
Tornando alla storia, Lost Sphear propone una trama con alcuni momenti interessanti: vi sono le classiche gag accompagnate dal burlone della situazione, Locke, e situazioni meno ispirate che, purtroppo, sanno di già visto, dal momento che traggono spudorata ispirazione da altri classici dell’epoca. Tutto sommato, nelle trenta ore di gioco che servono a terminare Lost Sphear, il nuovo titolo di Tokyo RPG Factory saprà regalarvi alcuni attimi di pura poesia.
SPADE, MECH E MAGIE
Probabilmente, i puristi storceranno un po’ il naso ma, a differenza dei classici RPG, i mostri in Lost Sphear saranno visibili e tranquillamente trascurabili. Anche se il gioco non soffre di una difficoltà molto elevata (io l’ho esperito a livello Normale, ovvero intermedio) non vi consiglio di eludere gli scontri, dato che le boss fight risultano comunque molto più ostiche.
Lost Sphear propone il classico ATB (Active Time Battle) tipico di Final Fantasy
Lost Sphear offre inoltre i Momentum, tratti direttamente da I am Setsuna, che ci permetteranno di infliggere danni bonus premendo un tasto con il giusto tempismo, e innescando all’occorrenza alcune abilità passive che potremo equipaggiare nel corso del gioco.
Ovviamente, non mancheranno le classiche magie e attacchi speciali qui denominati Sprintnite che potranno essere craftati utilizzando le memorie raccolte. In un determinato punto del gioco sarà anche possibile sbloccare le Vulcosuit, ovvero delle armature mech che forniranno un visibile boost alle statistiche dei personaggi e dei potenti attacchi combinati. Naturalmente, tali armature potranno essere utilizzate solo per un periodo limitato di tempo, e per ripristinarle saranno necessari alcuni oggetti specifici piuttosto costosi, dunque sarà vitale dosarle sapientemente.
I MAGICI ANNI ‘90
Come già detto in apertura, in Lost Sphear traspare tutta la magia degli anni ’90 e dei vecchi classici, ben visibile anche nella cura del comparto tecnico. Il titolo di Tokyo RPG Factory sembra infatti uscito proprio in quel periodo, cosa che potrebbe essere un pregio per alcuni, ma un difetto per altri; tuttavia, lo stile minimale utilizzato per il design della World Map, delle città e dei dungeon propone degli scorci paesaggistici niente male. La gigantesca città imperiale, ad esempio, mi ha stupito con la sua atmosfera steampunk, tra sentinelle robotiche e velivoli (qualcuno ha detto Midgar?), passando a tutt’altro paesaggio con alcuni villaggi rurali caratterizzati da fiumi e foreste.
le boss fight risultano comunque ostiche
Lost Sphear è un omaggio in tutto e per tutto ai classici jRPG degli anni ’90. L’amore per quel periodo è ben visibile nella nuova produzione di Tokyo RPG Factory: la storia, i personaggi e anche lo stile artistico mirano ad offrire un tributo ai giocatori più “attempati” cresciuti a pane e giochi di ruolo. A completare il quadro abbiamo poi un battle system tattico con degli ottimi spunti a livello di gameplay, dinamico e anche semplice da padroneggiare. Lost Sphear si pone quindi come un degno jRPG. Per certi aspetti non brilla di originalità, tuttavia i nostalgici del genere lo apprezzeranno senza farsi troppi problemi.