Sonic Forces - Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Quando ho giocato a Sonic Forces alla gamescom quest’estate ci avevo creduto un po’ alla possibile rinascita 3D del porcospino, dopo il fallimento cronico di Sonic Boom. Dopotutto, sin dalla fiera teutonica, all’interno del nuovo titolo di SEGA si sono intravisti elementi presi da Generations, Colors e, perché no, anche da Unleashed, con in particolare la novità suggestiva che riguarda la creazione del proprio eroe nell’universo di Sonic. Gli ingredienti di buona qualità, però, non sempre bastano a realizzare un piatto appetitoso, e dopo la manciata di ore necessaria a completare tutto quello che Sonic Forces ha da offrire (poco meno di quattro ore per la campagna, più un paio per gli extra, a livello difficile), il fatto che mi sia rimasta impressa soltanto la tamarrissima colonna sonora – che è l’attualizzazione migliore possibile dell’eurobeat nipponica – non depone certo a favore dell’ultima fatica del team del Sol Levante.

IL POTERE DELL’AMICIZIA

Il problema principale del titolo in oggetto è che la velocità che lo caratterizza (a ben vedere, il perno centrale del nostro amico blu) finisce per divorare tutto nel peggior modo possibile, tanto da rendere totalmente inapprezzabile il concept del titolo. Sonic Forces finisce dunque per essere banalizzato da una struttura perennemente mordi e fuggi, oltre che da una cornice narrativa invadente al limite dell’inopportuno, nonché particolarmente confusa.Sonic Forces immagine PC PS4 Xbox One Switch 12Il pretesto per scatenare l’azione è rappresentato dalle solite velleità di conquista del mondo da parte del Dr. Eggman, che grazie all’uso di particolari rubini ha accumulato sufficiente potere per creare un’infinità di droni robot, copie virtuali di personaggi iconici del mondo di Sonic, e così portare dalla sua parte Infinite, un’enigmatica e potentissima creatura che si diverte molto ad attaccare il porcospino blu e i suoi amici, che devono fare squadra e affidarsi totalmente al loro legame per salvare il pianeta. Mi spiace scagliarmi contro la parte narrativa, un po’ perché – francamente – non è certo essenziale ai fini dell’esperienza di gioco, ma anche perché è chiaramente votata a un sacrosanto messaggio positivo, identificando un pubblico giovanissimo come ideale destinatario, ma è sceneggiata talmente male che anche i buoni sentimenti che la animano finiscono per diventare irritanti. Per di più, la quantità di cutscene rompe di continuo il ritmo di gioco e, considerando che la durata media di ogni stage si attesta intorno ai tre/quattro minuti, è difficile entrare in sintonia con l’atmosfera.

all’avatar personalizzato sono dedicati i livelli 3D tradizionali e quelli tag

Detto ciò, l’idea intrigante alla base di Sonic Forces è la presenza di quattro tipologie di livelli, che da un lato recuperano l’alternanza di Classic e Modern Sonic (ovvero stage bidimensionali che rielaborano fedelmente), mentre dall’altro si concentrano sul vero protagonista del gioco, ovvero l’avatar personalizzato. Il novellino della situazione, chiamato Spina da Knuckles & Co., entra in azione in un momento particolarmente complesso, che vede Sonic momentaneamente fuori gioco, e sostanzialmente si ritrova ad essere l’eroe giusto al momento giusto. A lui sono dedicati i livelli 3D tradizionali e quelli tag che, un po’ come accadeva in Sonic Heroes, ci permettono di alternare in tempo reale Sonic e l’avatar semplicemente affidando a tasti del pad diversi i poteri di uno e dell’altro protagonista. Da menzionare a parte, infine, sono i livelli dedicati a Shadow, che aggiungono una storyline secondaria all’avventura, e permettono di usare l’ambiguo porcospino rossonero.

A TUTTA… NOIA

Sulla carta, dunque, la varietà di gioco non manca e, per quanto la storia sia sgangherata e fastidiosa, l’alternanza degli stili denota una visione d’insieme che non si rivela malvagia. Il problema, però, è nell’amalgama di tale opulenza, che diventa ben presto confusione.Sonic Forces immagine PC PS4 Xbox One Switch 05Intanto, la creazione dell’avatar è superficiale e gestita malissimo, sia dal punto di vista estetico (considerato che pur potendo contare su una miriade di outfit che attinge a piene mani anche da altri titoli SEGA, si ha sempre la percezione di creare un avatar anonimo e impersonale), sia perché in termini di gameplay – al di là dell’animale di partenza – le personalizzazioni incidono davvero poco o niente. Tra l’altro, non potendo contare sulla supervelocità di Sonic, i livelli dedicati esclusivamente a Spina finiscono per essere molto più farraginosi degli altri.

dispiace scagliarsi contro la parte narrativa, ma è sceneggiata talmente male che anche i buoni sentimenti che la animano finiscono per diventare irritanti

Sì, perché alla fine Sonic Forces riesce a divertire (un po’) soltanto quando si limita a essere classicheggiante, oppure quando si corre fortissimo. Appena si rallenta, o nei momenti in cui il level design dovrebbe convincerci della bontà del titolo, il gioco fallisce clamorosamente, dimostrandosi confuso, basato su una fisica approssimativa (che favorisce fin troppo l’inerzia) e con un sistema di controllo poco tempestivo nel gestire i momenti più concitati, ingenerando frustrazione gratuita. Certo, a volte non è neppure necessario essere così precisi nei salti, perché tanto – con la struttura a vite infinite e una generale mancanza di passaggi realmente ostici – il livello di sfida offerto è davvero basso, e il risultato è che ci si diverte davvero poco.

Anche lo stimolo a migliorarsi non è particolarmente sollecitato, visto e considerato che alla prima run, senza conoscere i livelli, è difficile portarsi a casa una valutazione inferiore a una “A”. Insomma, quando intendevo che la velocità finisce per divorare tutto è perché, alla fine, si tratta dell’unico lato davvero positivo, che si rivela quasi una scappatoia alla noia e ai difetti del gioco. I momenti in stile endless run a inseguimento, dunque, sono catartici, perché si schiaccia il tasto del turbo boost per ignorare le approssimazioni presenti nel titolo e chiudere subito la pratica.

LACRIME DI PORCOSPINO

A innalzare un po’ il livello della competizione, e per fare breccia nei cuori dei fan più incalliti, ci sono diverse variazioni sul tema, come le missioni segrete e le operazioni S.O.S. (livelli da completare senza mai morire), ma soprattutto i tredici stage con protagonista Shadow, mediamente più difficili. Potrei anche citare una cornice tecnica assolutamente adeguata e a tratti piacevole, il design interessante di un paio di boss battle, e una manciata di livelli complessivamente suggestivi, ma finirei per aumentare i rimpianti per un gioco privo di identità, raffazzonato, e complessivamente banale, che trova le uniche ragioni di essere nel fan service dell’avatar personalizzato e nei cameo di tantissimi personaggi storici. Eppure, avendo a disposizione un piccolo gioiello come Sonic Mania, direi che non c’è dubbio alcuno su quale sia il titolo dedicato al porcospino blu che i fan più incalliti dovrebbero necessariamente portarsi a casa.

Sonic Forces è un titolo che vorrebbe tantissimo, ma che non ce la fa: figlio di un budget notevole e di un concept assolutamente interessante, è la fiera delle occasioni sprecate. La grande varietà teorica si concretizza in un miscuglio di idee poco coese e superficiali, per un gioco che vive di un numero esiguo di luci e che viene inghiottito da moltissime ombre. Più che brutto, però, si rivela totalmente anonimo, e fallisce soprattutto nel creare empatia tra il giocatore e l’avatar personalizzato, che viene seppellito da 500 outfit inutili e da una valanga di parole verbose.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Avatar personalizzabile…
  • Adrenalinico in alcuni passaggi.
  • Colonna sonora tamarrissima.

Contro

  • … che si poteva sfruttare meglio.
  • Sistema di controllo poco preciso.
  • Meccaniche e level design banali.
  • Cornice narrativa pessima e invadente.
  • Dura troppo poco ed è fin troppo facile.
5

Insufficiente

Se serve un tuttofare il buon Mancini è l’uomo da chiamare. La nostra principessa fotografa, usa la videocamera come se fosse un’estensione naturale del corpo e monta video manco fosse in una catena di montaggio. Ah… e scrive anche. Insomma… il classico “bravo guaglione”.

Password dimenticata