The Mummy Demastered - Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Nonostante qualche volta sia andata meglio del previsto, decenni di operazioni discutibili ci hanno abituati ad attenderci il peggio dai videogiochi su licenza. In particolare, se lo storico dei giochi come gli Arkham (ispirati più che altro a marchi o personaggi) offre tutto sommato un bilancio positivo, tipicamente va maluccio quando ci si lega a un film, e quindi a una scadenza dettata dalla data di uscita e dalla necessità di cavare il sangue dalle rape in poco tempo. Di tanto in tanto, però, anche questo approccio può portare a buoni risultati: è il caso di The Mummy Demastered. Certo, lo studio Wayforward Technologies ha avuto dalla sua una notevole libertà creativa e di tempistiche, ma penso sia solo questione di onestà intellettuale ammettere che di fronte all’annuncio del gioco ispirato al film La mummia (oltretutto non amatissimo) non mi sarei mai aspettato nulla di buono. E invece…

NO, NON C’È TOM CRUISE…

E invece è andata bene, come del resto è ormai lecito attendersi dallo studio californiano, fiero portabandiera degli arcade adventure d’altri tempi e di un approccio alla grafica 2D colorato, spumeggiante e creativo. Fra l’altro, il gioco è disponibile anche su PC, PlayStation 4 e Xbox One, ma io l’ho esperito su Switch, con la grafica del titolo in questione che cade a pennello sulla modalità portatile della console Nintendo; è la morte sua, come si suol dire (e comunque fa la sua bella figura anche su uno schermo grosso) .

The Mummy Demastered si iscrive fiero al filone dei metroidvania

Ma non divaghiamo, The Mummy Demastered si iscrive fiero al filone dei metroidvania, giochi che puntano molto sull’esplorazione e sul proporre un personaggio in grado di acquisire nuovi poteri, grazie ai quali semplificarsi il cammino e ottenere l’accesso a zone della mappa fino a lì precluse. A livello strutturale, The Mummy Demastered segue in parte l’esempio di Aliens Infestation, pubblicato dallo stesso studio su Nintendo DS qualche anno fa. Si tratta soprattutto di un gioco d’azione, carico di mostri da abbattere a cannonate e con una componente esplorativa importante, ma messa al secondo posto. C’è comunque maggior attenzione, rispetto al titolo citato, sulla necessità di approfondire la mappa (lievemente ispirata ad ambientazioni ed eventi del film), soprattutto perché le due componenti del gioco, azione ed esplorazione, sono legate a doppio filo.

Per quanto sia possibile arrivare alla battaglia finale lasciandosi alle spalle molti segreti, superarla diventa a quel punto impresa alquanto complicata. I potenziamenti reperibili non fanno quasi mai solo da “chiavi” per l’avanzamento nell’esplorazione e hanno anzi un effetto significativo sulle capacità di combattimento, sbloccando nuove mosse, aumentando l’energia vitale e i proiettili, e consegnandoci armi sempre più devastanti… tutte cose che aiutano ad affrontare l’azione ed, entro certi limiti, si rivelano fondamentali per sopravvivere allo scontro finale. Occhio, quindi, a non farsi prendere dalla voglia di finire tutto in fretta e furia: The Mummy Demastered esige che vi prendiate il vostro tempo.

… MA NEMMENO SOFIA BOUTELLA

Il tempo viene trascorso perlopiù a consultare la mappa, pianificare percorsi e massacrare tutto il massacrabile. L’azione è eccitante e ben calibrata, con boss quasi sempre interessanti da affrontare (anche se incassatori fin troppo resistenti, al punto da rivelarsi talvolta tediosi), combattimenti spiccioli che richiedono attenzione costante e un inventario poco spazioso, che costringe a decidere con cura quali armi portarsi dietro. Non tutto, comunque, funziona alla perfezione: il sistema di mira limitato a otto direzioni risulta a tratti un po’ scomodo e di tanto in tanto, perlomeno su Switch, si manifesta qualche rallentamento. Nulla che comprometta l’esperienza, ma è giusto segnalarlo.Il gioco, inoltre, recupera e adatta alle proprie esigenze anche l’approccio alla morte di Aliens Infestation. Se lì avevamo a disposizione un certo numero di space marine, che potevano essere uccisi dai boss o imbozzolati dai nemici “comuni” (e da essi liberati entro un tempo limite), qui a farci da vite ci pensano dei soldati senza nome appartenenti all’organizzazione Prodigium, guidata dal dottor Jekyll (interpretato da Russell Crowe, nel film).

le due componenti del gioco, azione ed esplorazione, sono legate a doppio filo

Quando uccisi, si riparte dall’ultimo punto di salvataggio utilizzato, nei panni di un altro milite anonimo. I soldati eliminati restano sulla mappa sotto forma di zombi posseduti e dobbiamo andare ad abbatterli per recuperare equipaggiamento e power up. Si tratta di un’idea che in larga misura funziona bene, anche se può diventare ripetitiva quando un boss continua a farci fuori e ogni volta, prima di affrontarlo, ci tocca perdere tempo abbattendo lo zombi di turno e recuperando poi rifornimenti per riempire energia e caricatori. Al di là del tedio per questo tipo di operazione, c’è il fatto che la natura infinita e spersonalizzata dei soldati leva al tutto un pizzico di fascino: parte del divertimento di Aliens Infestation stava infatti nell’affezionarsi ai vari personaggi, nel cercare di salvarli, e nel rimanerci malissimo quando non ci riuscivamo (o anche fregarcene integralmente quando finiva imbozzolato quello che odiavamo). I soldati di The Mummy Demastered, invece, sono privi di personalità, veramente ridotti al rango di vite (come detto), e andiamo a salvarli solo perché siamo costretti dal sistema di gioco, dato che non si potrebbe proseguire senza prima recuperare i potenziamenti persi. Personalmente, preferivo il vecchio sistema, ma in definitiva si tratta impostazioni diverse, entrambe con i propri pro e contro.

The Mummy Demastered è un bel gioco di combattimento ed esplorazione dall’animo rétro. Sparatorie e battaglie costituiscono l’elemento principale, ben strutturato e caratterizzato nonostante qualche limite, e la componente esplorativa accompagna l’esperienza con gusto, senza trovate particolarmente originali, ma in maniera funzionale. È presente qualche scelta di design discutibile, ma nel complesso si tratta di un buon gioco.

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Pro

  • Azione ben calibrata e appassionante.
  • Elemento esplorativo integrato con attenzione.
  • Lavoro di adattamento dal film apprezzabile.
  • Ottimo stile rétro.

Contro

  • Il sistema di vite è intrigante, ma può farsi a tratti tedioso.
  • Mira su otto direzioni un po' scomoda.
  • Qualche rallentamento, perlomeno su Switch.
  • Non inventa davvero nulla.
7.9

Buono

Non ha mai capito per quale motivo queste robe si debbano scrivere in terza persona, ma si adegua. Vorrebbe raccontare qualcosa di fico, ma è troppo impegnato a inseguire la gatta e la bimba per casa. Fate prima a leggere, ascoltare e guardare il mare di roba che partorisce quotidianamente.

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