South Park: Scontri di-retti - Recensione

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In un mondo dove le serie TV vengono falcidiate con una rapidità disarmante, rimanere in piedi per vent’anni è un’impresa erculea, tanto è vero che South Park ormai se la gioca con pochissimi concorrenti sul piano della longevità. Il pensiero corre subito ai Simpson, i quali però, lo sappiamo bene tutti, hanno perso di mordente da molte stagioni, finendo per riciclare se stessi in più e più occasioni. Un fenomeno che ha colpito anche altre ben note produzioni, come Family Guy (da noi noto come I Griffin), che ancora strappa qualche risata, nonostante campi dei suoi tormentoni ormai da tempi immemori. South Park, invece, si è sempre contraddistinto per la sua originalità, riuscendo costantemente a rinnovarsi attraverso una satira feroce e tagliente, che non ha mai fatto sconti a nessuno. Con le sue animazioni quasi inesistenti e una rappresentazione visiva del mondo a dir poco caricaturale, la serie creata da Matt Stone e Trey Parker ha saputo rimanere sempre un passo davanti a tutti senza mai tradirsi, e non è un caso che il precedente tie-in, Il Bastone della Verità, si sia rivelato un’imperdibile perla per tutti i fan della serie. Ora, a distanza di tre anni da quell’uscita e dopo qualche rinvio di troppo, Sconti Di-Retti giunge a noi, con un nuovo sviluppatore alle spalle oltretutto. Sarà riuscita Ubisoft San Francisco a sostenere l’eredità di Obsidian?

DATEMI UN PETO E VI SOLLEVERÒ IL MONDO

Prima di entrare nel dettaglio, è importante ricordare che Scontri Di-Retti riprende il filo narrativo da Il Bastone della Verità, tanto è vero che nei primi minuti di gioco saremo ancora nei panni del Novellino incoronato Re. Durerà poco però, dato che in breve tempo ci troveremo catapultati dal filone fantasy al ben più proficuo mondo dei supereroi. A questo giro Cartman, in versione Procione, ci convincerà a ricercare un vecchio gatto scomparso, in modo da ricavarne una ricompensa di ben 100 dollari, con la quale iniziare a investire in un nuovo franchise basato sul suo personaggio e relativi comprimari. Manco a dirlo, anche in questo caso vi saranno due fazioni opposte, cosa che darà vita a diverse “civil war” in pieno stile Marvel. Ma queste saranno solo scaramucce in confronto all’assurdo evolversi della trama, dove a turno avremo a che fare con alcuni dei più noti personaggi dell’enorme canovaccio narrativo di South Park, con colpi di scena che non mancheranno di entusiasmare i fan storici.

South Park Scontri Di-Retti recensione

Il protagonista, un tempo conosciuto come “coglionazzo”, qui verrà presto denominato Petoman

Il tutto sempre nel nome delle scoregge, ancor più importanti e centrali rispetto al precedente gioco. Il protagonista, un tempo conosciuto come “coglionazzo”, qui verrà presto denominato Petoman per le sue incredibili capacità basate proprio sulla sacra arte della flatulenza. Un potere così grande da permetterci persino di fermare lo scorrere del tempo per qualche secondo o di ripristinare alcuni oggetti precedentemente danneggiati; a un dato momento potremo addirittura passare dal giorno alla notte e viceversa, semplicemente scoreggiando dentro un ventilatore (!!!).

VENTILATIO INTESTINALIS PUTRENS

Ma non di sole puzzette si vive, e infatti dal punto di vista del gameplay vero e proprio non è difficile intravedere le notevoli evoluzioni apportata da Ubisoft, specialmente durante i combattimenti. La formula a turni è rimasta piuttosto legata a un quella dei classici RPG, ma decisamente arricchita rispetto a Il Bastone della Verità. Adesso i party possono essere composti da quattro personaggi, che a ogni turno hanno facoltà di muoversi sullo scacchiere di gioco e quindi attaccare o difendere a seconda delle abilità selezionate. Ognuno dispone anche di tre differenti azioni, che possono influenzare determinate caselle e agire in diverse direzioni, con un’indicazione visiva sempre piuttosto chiara. In più, una volta riempita un’apposita barra, viene concessa la possibilità di scatenare un potere speciale dall’effetto solitamente devastante, con tanto di assurda scenetta animata al seguito, giusto per enfatizzare il tutto.

La formula a turni è rimasta piuttosto legata a un quella dei classici RPG, ma decisamente arricchita rispetto a Il Bastone della Verità

Non da poco i cambiamenti relativi all’evoluzione del protagonista, che – dalle quattro classi di base disponibili inizialmente – potrà mano a mano arricchire il proprio bagaglio di mosse e facoltà, selezionandole fra una rosa che si farà sempre più ampia nel corso del gioco, fino a un totale di ben dieci varianti. I poteri utilizzabili non sono però potenziabili attraverso la crescita del personaggio, come accade di solito in questo genere; infatti al salire di ogni livello verrà unicamente sbloccato un nuovo slot per i manufatti, bizzarri oggetti che andranno a influenzare le statistiche sia personali che della squadra, migliorando diverse caratteristiche e rendendo quindi le nostre facoltà sempre più efficaci. Da notare che fra le cose che più influenzeranno la raccolta dei punti esperienza ci saranno i follower su Coonstagram, una versione parodiata del ben noto social network dedicato ai vanesi dell’internet.

South Park Scontri Di-Retti recensioneIn tutto questo non manca neppure il crafting, utile per sviluppare sia oggetti consumabili in combattimento, sia per creare nuovi manufatti e costumi, sebbene questi ultimi rappresentino l’elemento meno interessante in assoluto, giacché non hanno alcuna utilità pratica se non a livello estetico, non influenzando in alcun modo la nostra difesa o altri valori. Un altro aspetto poco approfondito è quello relativo alle Evocazioni, limitate ad appena quattro summon, nessuna delle quali particolarmente memorabile.

POLITICAMENTE SCOREGGIATO

Lo zampone della premiata ditta Parker e Stone non ha affatto deluso le aspettative: stringi stringi, Scontri Di-Retti è un seguito perfetto, con pochissime sbavature e ancora una volta assolutamente spassoso tanto da giocare, quanto da guardare. Merito anche di un’eccellente traduzione italiana, che questa volta ha potuto avvantaggiarsi dei doppiatori nostrani, lasciando comunque la facoltà di giocare in inglese a tutti quelli che preferiscono la versione originale. A margine vale la pena di ricordare che, a questo giro, la versione europea non è incappata in assurde censure, compresa anche la scelta del colore del pelle del protagonista, che andrà a influenzare la difficoltà del gioco, benché sia poi possibile, in qualsiasi momento, cambiare il livello di sfida dei combattimenti. C’è da dire che questa cosa ha reso il gioco più accessibile rispetto a Il Bastone della Verità, che specialmente nelle prime ore poteva risultare piuttosto duretto per i meno avvezzi ai gioco di ruolo.

Scontri Di-Retti in più occasioni non manca di sottolineare l’assurda ossessione per il politically correct a tutti i costi dei tempi odierni

Assolutamente dissacrante, Scontri Di-Retti in più occasioni non manca di sottolineare l’assurda ossessione per il politically correct a tutti i costi dei tempi odierni, dove ormai per non offendere nessuno si sono inventate terminologie sempre più improbabili, anche solo per definire il proprio orientamento sessuale. Un black humor che nel gioco non è stato edulcorato in alcun modo, tanto è vero che ci troveremo a confrontarci con preti pedofili, messicani sfruttati, stripper invecchiate male, adoratori del demonio e persino gruppi di anziani che ci attaccheranno con i loro disgustosi sacchetti per la colostomia. Insomma, c’è tutto il fantastico corollario che ha reso questa serie una delle più amate e contemporaneamente odiate della storia: roba che sicuramente farebbe inorridire ogni mamma pancina e qualsiasi benpensante da social. Solo per questo non dovreste assolutamente lasciarvi sfuggire Scontri Di-Retti, magari con il season pass annesso (e per dirlo io, che odio i DLC…), visto che sono previste ben tre espansioni per i prossimi mesi.

Un po’ come il primo film di South Park, anche questo Scontri Di-Retti potrebbe tranquillamente fregiarsi del sottotitolo Bigger, Longer & Uncut. Più sofisticato e tattico, con una notevole diversificazione fra le varie classi e le relative abilità, questo titolo ha tutte le carte in regola per regalare ottime soddisfazioni agli amanti dei classici RPG a turni. Il tutto immerso nella fantastica e a dir poco irriverente atmosfera della serie, di cui sembra di vivere proprio un lunghissimo episodio (servono almeno venti ore buone, prima di arrivare al finale). Come scrissi ai tempi de Il Bastone della Verità, il voto è quasi simbolico, perché per un fan, questo gioco rimane un’esperienza imperdibile, completamente fuori scala rispetto alla stragrande maggioranza delle conversioni da piccolo/grande schermo a videogioco. Questo è South Park in tutto e per tutto, fino all’ultimo pixel, quindi perché siete ancora qua a leggere i miei sproloqui? Ah già, il gioco esce domani…

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Pro

  • Questo non è il gioco di South Park. È South Park.
  • Migliorato nelle maggior parte degli aspetti.
  • Accessibile ai novellini e…
  • … godibilissimo anche per i più smaliziati.

Contro

  • Qualche missione secondaria in più non avrebbe guastato.
  • Enigmi ambientali abbastanza banali.
  • Il controllo sul passaggio giorno/notte arriva troppo tardi.
9

Ottimo

Sta lì, sornione e silenzioso alla scrivania, come se non esistesse. E invece esiste eccome, il TMB redazionale, grazie al quale ogni newser la mattina si alza sapendo che deve correre più veloce di lui, se vuole mangiare. Attenzione, però, a non lasciarlo da solo con un mojito, perché potrebbe finire tutto a schifio in un amen.

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