Nel pur sfaccettato universo degli spin-off, Battle Chasers: Nightwar è una mosca bianca. Dopotutto, parliamo dell’adattamento di un fumetto terminato prematuramente all’alba del nuovo millennio, perché Joe Madureira si era semplicemente stancato di dedicarsi alle nuvole parlanti, ben deciso a traghettare la sua arte verso il mondo dei videogiochi. Con soli nove numeri all’attivo, Battle Chasers si presenta come un’opera platealmente incompleta, terminata tra l’altro con un cliffhanger che vede la ladra Red Monika in trappola, braccata assieme ai compari Akiman e Bengus (e qui Madureira ribadisce la sua passione per i videogiochi) dai paladini del re a causa di un’evasione sfociata in un incidente diplomatico. Questa, tuttavia, non è la sola porta lasciata aperta da “Mad”, giacché diverse tematiche appena accennate – come il lato oscuro del potentissimo e amato guerriero Aramus o le trame del messia di metallo Augustus – rimangono ancora oggi inesplorate.
In un simile caos, è rassicurante sapere che non sarà necessaria una particolare cultura fumettistica per apprezzare Battle Chasers: Nightwar, titolo che inizia in maniera assolutamente distaccata da quanto narrato nei fumetti. I possenti magli della giovanissima Gully (un artefatto magico lasciatole dal padre Aramus, che pare fare gola a tutti nel mondo di Battle Chasers) hanno richiamato il solito manipolo di cattivi che, in seguito a una battaglia tra aeronavi, costringe il colorito party a un atterraggio di fortuna su una non meglio precisata isola. Con un insolito tremito del mana nell’aria e una strega che pare comandare i cattivi locali come marionette, Gully e il golem da guerra Calibretto si ritrovano teletrasportati a terra grazie alla magia del mago Knolan, determinati a ricompattare il gruppo e fuggire.
UN’ISOLA DI GUAI
Battle Chasers: Nightwar, a prima vista, pare un gioco di ruolo filo nipponico come tanti, ma possiede alcune interessanti idee. Il sistema di combattimento a turni (apparentemente così classico che più non si può) pone l’enfasi sullo sfruttamento delle alterazioni di stato, basandosi sull’uso di attacchi e tecniche. I primi sono immediati, gratuiti, generano sovraccarica (una sorta di mana volatile, da usare nello scontro in corso al posto della riserva “ufficiale”) e infliggono alterazioni, mentre le seconde consumano mana, hanno un tempo di casting variabile e causano danno maggiore se usate su un bersaglio già colpito da sanguinamento et similia.
i combattimenti contro i boss sono particolarmente dinamici
Tutte queste opzioni sono differenti a seconda del personaggio: Calibretto è un mix tra tank e guaritore, lo spadaccino Garrison eccelle nell’usare la sovraccarica per pompare il danno, Knolan dispone di un buon equilibrio tra incantesimi d’attacco e di cura, Gully è specializzata nella difesa, mentre Red Monika è il classico cannone di vetro, dannosa con le sue abilità da assassina, ma con poca resistenza. C’è anche un personaggio extra, creato da Madureira appositamente per il gioco, ma vi lascio il piacere di scoprire da soli i suoi punti di forza; lo incontrerete peraltro abbastanza presto, giusto il tempo di recuperare un artefatto da un disgustoso ammasso di fanghiglia e ossa.
ESPLORAZIONE E BACHI
L’esplorazione avviene seguendo percorsi prefissati sulla mappa dell’isola, con i nemici ben visibili che aspettano solo che un gruppo di avventurieri decida di passare sulla loro “casella”. Generalmente, la trama richiede di spostarsi da un dungeon all’altro, ma ovviamente l’isola è discretamente ricca di attività collaterali come boss nascosti, arene e quest secondarie, mentre per riposare le membra e fare acquisti non c’è nulla di meglio di una sosta nella cittadina di Harm’s Way.I dungeon, va segnalato, sono piuttosto particolari: per iniziare, vengono generati semi casualmente, creati quindi con layout randomizzati, ma con elementi fissi come le stanze dei boss. Prima di affrontarli, è possibile anche decidere la difficoltà, che ai livelli più alti frutterà ricompense pregiate (come da copione), accompagnate però da nemici più impegnativi. All’interno, i protagonisti possono muoversi liberamente in puro stile Diablo (o Torchlight, considerato lo stile di Madureira) alla ricerca di loot o risolvendo semplici enigmi, interrompendo l’esplorazione e attivando il classico combattimento a turni qualora entrassero in contatto con i nemici di pattuglia.
Il sistema di combattimento a turni pone l’enfasi sullo sfruttamento delle alterazioni di stato, basandosi sull’uso di attacchi e tecniche
Ogni personaggio dispone di abilità esplorative personali, da usare in numero limitato (le cariche possono essere rigenerate dormendo alla taverna di Harm’s Way) per ottenere vari vantaggi. Garrison, ad esempio, si avvale di un passo ombra per evitare agilmente trappole, mentre Gully potrà sferrare un attacco preventivo contro i nemici vicini, che inizieranno la battaglia storditi. Il risultato complessivo è assai piacevole, perché rigiocare i dungeon a caccia di esperienza porta con sé una buona dose di incognite che rendono le successive “run” sempre diverse.Tra combattimento, esplorazione, attività come l’onnipresente pesca (non immaginereste mai quale patrimonio ittico si nasconda nelle umide caverne) e la creazione di equipaggiamento, una volta scovato un provvidenziale tavolo da lavoro, i labirinti sono un aspetto di Battle Chasers: Nightwar che non delude. La creatura di Airship Syndicate è quindi un gioco di ruolo piuttosto conservativo, ma dotato allo stesso tempo di gran carattere, enfatizzato da animazioni fluide e dall’arte di Madureira che – come sempre – fa un uso eccellente della tavolozza, tra tinte calde e accostamenti cromatici sublimi.
All’interno dei dungeon i protagonisti possono muoversi liberamente in stile Diablo
Classico, ma con parecchio stile, Battle Chasers: Nightwar riesce a fare centro con una direzione artistica ispirata e diverse buone idee, trasformando quello che sembrerebbe un gioco di ruolo sui generis in un’esperienza meritevole di essere vissuta. La contropartita è rappresentata da alcuni bug fastidiosi, non frequenti, ma capaci di farti inalberare considerevolmente al loro palesarsi. Benché la versione provata sia quella per PS4, i colleghi mi confermano la presenza di bachi molesti anche su PC, a dimostrazione di come il lavoro di Airship Syndicate necessiti di qualche patch riparatrice per apparire in perfetta forma.