Pensavo di non stupirmi più per nulla, ma giocare Dragon’s Dogma fluidamente su console è qualcosa per cui vale la pena stappare una bottiglia di quelle buone. Ho amato tantissimo il gioco al suo debutto nell’ormai lontano 2012, apprezzandone i punti di forza a discapito di una realizzazione tecnica zoppicante, retta dall’MT Framework che, fino ad allora, non era mai stato utilizzato in un gioco open world. Il risultato era in effetti abbastanza traumatico, tra tearing tagliente come un rasoio, pop-up a dir poco imbarazzanti e una qualità delle texture generalmente sotto la media. C’è da dire che Dragon’s Dogma non era neppure il più user friendly tra i giochi di ruolo: inizialmente pubblicizzato come una sorta di versione tutta occidentale di Monster Hunter attraverso filmati promozionali che contrapponevano a Lagiacrus e Rathalos mostri più familiari all’uomo della strada come ciclopi e grifoni, si è poi rivelato un titolo dalle battute iniziali piuttosto ruvide e confusionarie.
STRENGTH IN NUMBERS ARISEN!
Un peccato, perché stringendo parecchio i denti e perseverando, Dragon’s Dogma nascondeva atmosfera, profondità e diverse buone idee che parecchi giocatori si saranno purtroppo persi. Almeno fino ad ora, perché questa versione rivista e corretta del gioco originale presenta tutte le migliorie a livello di performance apprezzate all’epoca della pubblicazione su PC, egregiamente analizzate a suo tempo nella nostra recensione dal buon Daniele (qui, nel caso). Una fluidità finalmente apprezzabile si sposa dunque con un orizzonte di gioco degno di questo nome, donando lustro alle affascinati lande di Gransys sugli schermi di PlayStation 4 e rendendo il titolo di Capcom appetibile a tutti quei giocatori che, per un motivo o l’alto, non sono riusciti ad amarlo nel 2012.
giocare Dragon’s Dogma fluidamente su console è qualcosa per cui vale la pena stappare una bottiglia di quelle buone
Nelle missioni più importanti Dragon’s Dogma brilla come non mai e la preparazione del viaggio è una vera e propria avventura nell’avventura; invero, lo scontro con il boss di turno, spesso cataclismatico e valorizzato da esaltanti sequenze scriptate, si rivela una “semplice” ciliegina sulla torta. Le missioni minori, invece, sono il classico riempitivo per allungare il brodo, e sono carenti del background che contraddistingue e rende tanto gratificanti quelle principali, organizzate generalmente come le più banali tra le fetch quest. A far pendere la bilancia a favore del gioco intervengono però altri fattori, come il robusto editor per la creazione del personaggio e della sua pedina personale, un compagno inseparabile che potrà essere reclutato dagli altri giocatori connessi online e accumulare conoscenza e oggetti durante le scorribande nelle partite altrui.
RE E PEDINE
Le pedine possono essere reclutate accedendo alla faglia attraverso apposite pietre runiche, presentandosi come una schiera di potenziali alleati dotati di diverso livello e abilità. Quelle più potenti del nostro personaggio costeranno un maggior numero di Punti Faglia, una valuta particolare ottenuta come “stipendio” in cambio delle avventure vissute dalle nostre altre pedine nei reami degli altri giocatori. Durante questi viaggi extradimensionali, le pedine accumulano esperienza e sapienza, imparando sul campo come fronteggiare i nemici più pericolosi contribuendo attivamente alla pugna, lottando o impregnando le armi del giocatore con abilità elementali ed elargendo consigli adatti alla situazione. La costituzione del nostro protagonista non è poi fine a se stessa e, anzi, influirà nell’esplorazione: personaggi minuti potranno intrufolarsi in angusti pertugi mentre gli omoni saranno in grado di correre più velocemente o trasportare più equipaggiamento.
Nelle missioni più importanti Dragon’s Dogma brilla come non mai
C’è voluto un po’, ma Dragon’s Dogma si presenta anche su console nella sua forma definitiva, libero dalle catene imposte dai vecchi limiti tecnici. È un gioco invecchiato piuttosto bene e riesce ancora a regalare situazioni accattivanti, al netto di texture e modelli più che discreti (tuttavia inequivocabilmente provenienti dalla scorsa generazione), ma non offre contenutisticamente nulla di nuovo rispetto a quanto visto nel 2012. Se vi sentite a digiuno di Action RPG e non avete mai provato Dragon’s Dogma fino ad oggi, questo potrebbe essere il momento ideale per innamorarvi del gioco, grazie anche al prezzo particolarmente contenuto del pacchetto (29,99 euro). In caso contrario, sappiate che qui non c’è niente di nuovo per voi.