Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler sulla trama di Dishonored e Dishonored 2. Videogiocatore avvisato, quasi per intero salvato.
Ogni volta che salta fuori il termine “esterno” la mia mente compie un balzo temporale, collocandosi nei meravigliosi anni del Commodore Amiga e del suo rumoroso lettore di floppy disk, rigorosamente da 3 pollici e mezzo. Dato che non di rado saltavano fuori giochi su più dischi e l’hard disk era roba da ricchi, l’unica alternativa più o meno popolare era il drive esterno, magari anche più di uno… se come secondo lavoro facevi il pirata di software! Va beh, scusate la divagazione, ma ultimamente sono immerso più del solito nel retrogaming e l’età fa brutti scherzi. Torniamo quindi a bomba al nostro Corvo Attano che… ah no, quello lo abbiamo già visto, ora tocca a Billie Lurk – il capitano (capitana?) della Dreadful Wale – raccontarci nuovi dettagli sull’oscuro mondo di Dishonored. E questa volta potrebbe essere davvero la fine per l’Oblio e il suo signore, l’Esterno (quello senza drive).
IL PUGNALE DI DUNWALL
Orbene, in questo nuovo contenuto stand alone (La Morte dell’Esterno non richiede il gioco principale, se vi fosse sfuggita la cosa) non vestiremo i panni del già citato Corvo o di sua figlia Emily, bensì interpreteremo il ruolo di Billie Lurk, la protégé di Daud, alias il killer della regina Jessamine Kaldwin.
La Morte dell’Esterno non richiede il gioco principale
GRAPPA DI RATTO, E SAI COSA BEVI!
Come era logico attendersi, il gameplay è rimasto fondamentalmente immutato nelle sue meccaniche principali: la ruota delle armi e dei poteri mette in mostra tutta una serie di gadget e facoltà da utilizzare alla bisogna, differenziati sostanzialmente per l’effetto che possono avere sui nemici. Se il colpo elettrico ha funzione stordente, quello voltaico o il dardo incendiario possono invece rivelarsi perfetti per un’uccisione a distanza. Un discorso analogo può essere applicato ai due tipi di granate disponibili e alla Mina a Gancio, che con la pressione ripetuta di un tasto può essere resa più o meno letale. Tre, invece, sono i poteri dell’Oblio, compreso il classico teletrasporto, qui detto Dislocazione, affiancato da Preveggenza, ovvero la facoltà di uscire dal nostro corpo e librarci come spiriti nell’aria, utile per taggare nemici e scovare segreti. Infine, ma non meno importante, Somiglianza, di fatto la capacità di prendere le sembianze di un qualsiasi essere umano, così da poter passare più o meno inosservati (i cani, per esempio, vi fiuteranno in ogni caso).
gli amuleti d’osso possono essere equipaggiati per migliorare alcune caratteristiche, con l’ulteriore facoltà di forgiarne di nuovi e più potenti
La signorina Lurk, inoltre, potrà persino parlare con i ratti, talvolta utili per raccogliere informazioni aggiuntive, in altre circostanze portatori di criptici e sinistri messaggi. In tutto questo non potevano mancare gli amuleti d’osso che – come è noto – possono essere equipaggiati per migliorare alcune caratteristiche, con l’ulteriore facoltà, una volta trovato il pugnale a doppia lama, di forgiarne di nuovi e più potenti. Insomma, c’è proprio tutto quello che avevamo trovato in Dishonored 2, compreso il mercato nero dove acquistare significativi upgrade e oggetti aggiuntivi. Quanto sopra per dire che i giocatori smaliziati non faranno alcuna fatica a riambientarsi, pur trovandosi di fronte a nuove location, che comunque scongiureranno la sensazione di già visto.
CAOS BASSO
Quanto detto finora sembrerebbe condurre a una valutazione positiva e priva di qualsivoglia rimostranza, ma ovviamente non è tutto oro quel che luccica. Benché di base La Morte dell’Esterno si presenti assolutamente ottimo sotto il profilo ludico, una componente fondamentale di Dishonored è venuta meno, con particolare riferimento al Caos, di fatto rimosso. All’atto pratico, non ci sono molti motivi per evitare un bagno di sangue piuttosto che procedere all’insegna del buon cuore, sebbene nel primo caso, il più delle volte, il rischio sia quello di venire sopraffatti numericamente. Personalmente, ho sempre preferito l’approccio ragionato e tendenzialmente stealth, ma ammetto che in più di un occasione ho gradito passare i nemici a fil di spada invece che provare ad addormentarli.
il gameplay è rimasto fondamentalmente immutato
Due parole, infine, sull’aspetto tecnico, poiché il lancio di Dishonored 2 aveva portato alla luce qualche criticità in ambito PC. A onor di cronaca, questa recensione è stata fatta sulla versione PS4 e giocando su Pro non è emersa nessuna significativa differenza rispetto al titolo principale; chi ha un display 4K potrà giusto contare su un lieve upgrade della risoluzione, nell’ordine dei 1440p. Sembra comunque che gli amici pciisti possano dormire sogni tranquilli, dato che da più parti è arrivata conferma di una ritrovata fluidità, anche a risoluzioni importanti.
Come sottolineato nel corso della recensione, La Morte dell’Esterno è quasi un’espansione più che un banale contenuto aggiuntivo, rispecchiando perfettamente le aspettative degli appassionati. Sempre ottimo il gameplay, cui si affianca una storia forse un po’ troppo affrettata, ma comunque mediamente interessante. Positivo anche il giudizio sulla traduzione, sempre di altissimo livello, sia nelle voci che nella recitazione. Spiace invece per l’eliminazione del Caos e delle Rune: sulle seconde si può anche soprassedere, ma sul primo è un po’ più difficile chiudere un occhio, considerato che rappresenta uno degli aspetti più interessanti di questa serie. Tocca farsene una ragione.