Marvel vs Capcom Infinite - Recensione

PC PS4 Xbox One

Ridendo e scherzando, sono passati più di venti anni dal giorno in cui i supereroi incrociarono i pugni con i combattenti da strada per la prima volta. Ho paura a ripetere la precedente frase ad alta voce per non sentirmi più vecchio del dovuto ma sì, sono trascorse ventuno primavere da quando X-Men vs Street Fighter arrivò come un fulmine a ciel sereno, annunciato in Occidente come il più improbabile tra i rumor in mezzo alle anteprime di C+VG inglese. Un tempo inarrivabile benchmark per misurare le capacità bidimensionali delle console di turno (per lo meno nell’epoca in cui i giochi di combattimento dominavano i game center), la cosiddetta serie Versus ha perso il suo smalto nel corso degli anni, arrivando a prendersi lunghe pause tra un capitolo e l’altro. Annunciato durante il PlayStation Experience del 2016, Marvel vs Capcom Infinite ha ricevuto un’accoglienza tiepidina a causa di una direzione artistica non entusiasmante e dell’annuncio che diverse meccaniche sarebbero state semplificate, rendendo quindi il gioco più accessibile a una nuova generazione. Privo di pregiudizi e – anzi – equipaggiato da cima a fondo di tutto l’amore che provo per Capcom e per i fumetti della casa delle idee, mi appresto dunque a spiegarvi com’è andata.

“AS LONG AS THERE’S HOPE, WE CAN CHANGE THE FUTURE”

Voglio partire in quarta con la positività: a me le premesse di Marvel vs Capcom Infinite sono subito piaciute un sacco. I precedenti crossover non avevano trame degne di questo nome, limitandosi ad abbozzare nei finali fugaci sprazzi di narrazione, sconfinanti nel regno del what if; qui ho invece amato dal primo istante l’idea della devastante alleanza tra la creatura di Hank Pym e il leader dei Maverick, accomunati dal comune disprezzo per la vita organica. In possesso di due Gemme dell’infinito, Ultron e Sigma arrivano quindi a sovrapporre le loro rispettive realtà, riscrivendo daccapo l’universo e rinascendo come metallico messia. Se nei capitoli precedenti i fondali erano quasi sempre privi d’ispirazione, qui le bizzarre fusioni tra Wakanda e Val Habar o tra Asgard e Abel City hanno catturato la mia attenzione da subito. Soprattutto, Ultron Sigma (l’unione tra i due androidi di cui sopra) è un cattivo interessante: carismatico, intelligente e dotato di un intrigante doppiaggio, anni luce davanti alle gigantesche quanto insipide incarnazioni di Apocalisse incontrati all’epoca delle avventure su scheda CPS2.

marvel vs capcom infinite recensione ps4 xbox one pcTutto questo si evince dalla modalità storia, probabilmente il primo passo da compiere appena avviato il gioco, non solo per apprenderne i rudimenti attraverso scarnissimi tutorial, ma anche per assistere alle origini della vicenda e al suo dipanarsi tra un intermezzo e un combattimento, seguendo la formulare resa popolare (vedi anche il recente Tekken 7) da NetherRealm Studios. Proprio nelle sequenze che fanno da ponte tra una rissa e l’altra i dubbi originali si concretizzano, mentre appare palese che la direzione artistica è quantomeno altalenante: forse per catturare l’attenzione dei fan dei comics, i corpi ipertrofici dei personaggi maschili paiono spesso tratteggiati da Rob Liefeld in persona, il che non è un complimento. Anche Doctor Strange sfoggia un fisico erculeo, mentre lo slanciatissimo T’Challa pare un armadio a quattro ante! Non nominatemi neppure Haggar: il sindaco di Metro City vanta una massa muscolare tale da far sembrare Kenshiro una radiografia, classificandosi immediatamente come il peggiore incubo di qualsiasi studente di anatomia degno di tale titolo. I volti e il doppiaggio non sono da meno; nei mesi scorsi il viso di Chun-Li è stato al centro di polemiche e opportuni rimaneggiamenti, ma generalmente è l’aspetto dei personaggi maschili che lascia a desiderare. Viene spontaneo chiedersi da dove venga la fama da playboy di Tony Stark se è davvero quella la faccia celata dall’elmo di Iron Man, mentre Hiryu pare doppiato dal gemello senza talento di Ken Watanabe: non esattamente le corde vocali che attribuiresti all’ultimo degli Strider. Molto meglio le donne, realizzate davvero bene dall’inizio alla fine; Gamora in particolare è bella da vedere e sentire grazie alla tostissima voce di Vanessa Marshall, la sua doppiatrice nella serie animata dei Guardiani della Galassia.

Se nei capitoli precedenti i fondali erano quasi sempre privi d’ispirazione, qui hanno catturato la mia attenzione da subito

Al di là dell’aspetto puramente estetico, la stessa modalità storia ha qualcosa che non va: sullo schermo succedono cose pazzesche che farebbero impazzire di gioia i fan dei due universi, ma al giocatore vengono servite solo le briciole. Ad esempio, in un particolare passaggio Strider e Gamora affrontano Grandmaster Meio nell’unione tra la Terza Luna e Knowhere: si tratta di un intermezzo che implora a gran voce di essere giocato, tuttavia chi tiene il pad in mano si limiterà sempre e comunque a combattere schiere di droni di Ultron, armi biologiche infettate dal simbionte più famoso della storia dei fumetti o asgardiani corrotti da un virus tecno-organico, a seconda dello scenario. Se gradite il mio parere, una vicenda così ricca di momenti esplosivi sarebbe dovuta essere servita con un pizzico di inventiva, magari abbinando ai canonici combattimenti qualche sotto gioco, come nella bella conversione di JoJo no Kimyō na Bōken per PSX; così com’è, la modalità storia ci relega il più delle volte al ruolo di semplici comparse, con il compito di far fuori i pesci piccoli. Per la cronaca, tutta la storia dura una manciata di ore, senza bivi o motivazioni tali da giustificare una seconda visione.

“YOU ARE UNWORTHY TO POSSESS THE INFINITY GEMS!”

Marvel vs Capcom Infinite si gioca comunque molto bene, al netto di quelle rivoluzioni che hanno riscosso qualche critica al momento del loro annuncio, in primis la presenza di squadre composte da soli due membri, esattamente come negli episodi precedenti a Marvel vs Capcom 2 (e mettendo un attimo da parte l’outsider Tatsunoko vs. Capcom). Poi, via anche gli assist, che lasciano il posto alla scorciatoia per ottenere una delle super premendo semplicemente assieme i due attacchi forti (il sistema di comando è tornato a distinguere calci e pugni) e l’ormai scontata combo automatica, ottenibile come sempre martellando il pugno debole vicino all’avversario. Si tratta in realtà di scelte che non mi dispiacciono: il ritorno alle origini va a vantaggio della leggibilità dell’azione e della velocità degli scontri, mentre gli aiuti possono essere disattivati a piacere. In questo modo è possibile concedersi un handicap sfidando un amico magari non troppo esperto, lasciandolo usare le facilitazioni per consentirgli un piccolo vantaggio. La contropartita è che online ognuno gioca come gli pare, quindi aspettatevi combo automatiche a go-go!

marvel vs capcom infinite recensione ps4 xbox one pc

il ritorno alle origini va a vantaggio della leggibilità dell’azione e della velocità degli scontri

Parlando delle novità, la più eclatante è sicuramente il ritorno delle Gemme dell’Infinito, potentissime pietruzze rese celebri negli ultimi anni dal Marvel Cinematic Universe e apparse nel mondo dei combattimenti di casa Capcom in Marvel Super Heroes nel 1995. Lì fornivano degli utili potenziamenti una volta per round, ma qui possono essere usate senza limiti, garantendo importanti vantaggi strategici come proiettili di energia a ricerca o spostamento iperveloce. Attingendo ripetutamente al potere delle gemme (Infinity Surge) si riempie un indicatore che porterà all’attivazione dell’Infinity Storm, un periodo in cui le pietre sprigionano la loro vera forza, con effetti diversissimi. Quella dello Spazio costringerà ad esempio l’avversario in un campo di forza, limitandone i movimenti, mentre quella della Realtà rilascerà potenti scariche elementali a ogni minimo attacco del suo possessore.

Come sempre, il cuore del sistema di gioco ruota attorno alla possibilità di alternare il lottatore da controllare, lasciando il compagno a rigenerarsi nelle retrovie. Stavolta lo scambio avviene con l’Active Switch, che fa entrare in azione il compagno con la pressione di un pulsante in qualsiasi momento per continuare l’attacco: è una trovata interessante, che consegna nelle mani dei fanatici delle combo (la totalità della scena competitiva di Marvel vs Capcom, praticamente) lo strumento ideale per concatenare gli attacchi dei due lottatori con rinnovata creatività. Continuando, due unità della barra delle Hyper Combo possono essere sacrificate per far intervenire il compagno mentre le stiamo prendendo, effettuando uno scambio al volo. E non dimentichiamo la popolare Advancing Guard, una tecnica che consiste nel premere due pulsanti durante la parata per spingere via l’attaccante: se eseguita contro un proiettile di energia con il dovuto tempismo, lo rispedirà al mittente; un’idea che risale alla saga di World Heroes di ADK, finalmente ripescata dagli abissi della storia.

marvel vs capcom infinite recensione ps4 xbox one pcSe tutto questo vi pare interessante ma non avete mai toccato uno dei crossover tra Marvel e Capcom, mi preme sottolineare che si tratta di una saga caratterizzata dalla spettacolarità delle mosse speciali, con combo tanto rapide quanto disorientanti per un neofita, che si troverebbe senza dubbio sballottato da una parte all’altra dello schermo nelle mani di uno esperto. Uno spettacolo esplosivo e casinista a uso e consumo di una fanbase ben precisa, che non combacia necessariamente con quella dei giochi di combattimento più classici. In altre parole, se non vedete oltre la precisione all’ultimo fotogramma di Garou Mark of the Wolves o del Third Strike, questa baraonda supereroistica potrebbe non fare per voi.

“I KICK THE ASSES OF THOSE WHO NEED IT MOST. YOU JUST HAPPENED TO BE NEXT ON MY LIST!”

Il roster di Marvel vs Capcom Infinite è variegato, ma non esaltante. Trenta volti rappresentano una delusione rispetto al capitolo precedente, che nella sua forma base offriva comunque ben sei personaggi in più senza neppure scomodare la versione Ultimate con dodici lottatori extra, ignorando volutamente i due DLC Jill e Shuma-Gorath. La situazione peggiora quando ci si accorge che gli elementi inediti sono appena quattro, ovvero Mega Man X, Captain Marvel, Gamora e Ultron. A onor del vero, va detto che buona parte del roster ha subito alcune modifiche nel moveset: una ventata d’aria fresca assolutamente dovuta, considerando che una consistente fetta dei veterani continuava a fossilizzarsi su tecniche risalenti al già citato Marvel Super Heroes. Per darvi l’idea del tempo che è passato, pensate all’Hulk selvaggio e brutale che va per la maggiore oggi tra cinema e videogiochi: quello rappresentato nel titolo del 1995 si ispira alla sua versione intelligentissima creata da Peter David e Dale Keon, che affrontava problemi importanti come l’AIDS tra una scazzottata con l’Abominio e una missione con quelli del Pantheon!

Il roster di Marvel vs Capcom Infinite è variegato, ma non esaltante

A conti fatti, il personaggio maggiormente rinnovato è Captain America, che si porta a casa un paio di utili counter e nuovi lanci dello scudo (tra cui uno con proprietà overhead), ma complessivamente anche i lottatori più recenti troveranno qualche piccolo aggiornamento con cui sperimentare. La vera sorpresa è Thanos, dotato di movenze completamente diverse rispetto al passato: con un’enfasi su brutalità e fulminei spostamenti, il titano folle non è mai apparso tanto in forma in un videogioco, confermandosi un lottatore nuovo a tutti gli effetti. Com’è tradizione, una nuova schiera di personaggi DLC è già stata annunciata, comprendente figuri mostrati durante la modalità storia come Sigma, Pantera Nera e una cacciatrice di mostri donna, in armatura Rathalos e spadone a seguito. Tra quelli vociferati segnalo il Soldato d’Inverno, un nuovissimo Venom (anche lui è cambiato tantissimo dai tempi del suo debutto, nel primissimo Marvel vs Capcom) e addirittura Gill. Cosa se ne faccia quest’ultimo dei poteri della gemma dell’Anima non lo so, capace com’è di resuscitare tranquillamente da solo; ovviamente, queste indiscrezioni vanno prese per quello che sono, ma ne sapremo di più nelle prossime settimane.

Per finire, vi lascio con qualche parola sulle modalità disponibili, invero pochine. A parte la storia e le sfide contro avversari umani e CPU, è presente la classica modalità arcade con tanto di misterioso (ma molto bello) boss finale, dove potremo scegliere quale Gemma dell’Infinito usare prima di ogni match. Immancabili le funzioni online, che annoverano tra le opzioni più classiche un’apposita lega per i giocatori di livello più basso, in modo da non lanciarsi direttamente nelle fauci del leone come è successo a me ieri sera, durante un match contro un non meglio precisato straniero (ho cercato sfidanti in una regione diversa, ché all’estero il day one è stato rotto da diversi negozi), il quale ha inciso nelle mie carni il significato della parola dolore con una coppia Jedah + Ultron praticamente inattaccabile. Dopo aver giocato assieme ad altri sfidanti contraddistinti da un rank fortunatamente più gestibile, posso segnalarvi che le partite si sono svolte fluidamente dall’inizio alla fine, sperando di non trovare sorprese con le italiche connessioni.

marvel vs capcom infinite recensione ps4 xbox one pc

Immancabili le funzioni online, che annoverano tra le opzioni più classiche un’apposita lega per i giocatori di livello più basso

A questi si aggiungono le classiche prove, dove prendere confidenza con attacchi base, mosse speciali e combo dei vari personaggi. La fregatura è che ogni comando viene elencato con il semplice nome, senza mostrare le direzioni e i pulsanti da premere: facile nel caso di vecchi amici come Ryu, ma con un arsenale come quello di Dante il mal di testa è assicurato, almeno agli inizi. La cosa peggiore è però la mancanza di spiegazioni per tecniche particolari: nelle sfide di X si richiedono le versioni potenziate delle sue mosse, senza però specificare cosa diavolo siano. Allo stesso modo, nulla spiega che il Photon Absorber di Captain Marvel è in realtà una Super Armor a uso singolo, e ho dovuto fare un rapido giro su internet (Capcom ha pubblicato esaurienti video di presentazione per ogni personaggio) per chiarire i miei dubbi riguardo queste e altre questioni, come la progressione dei livelli di Frank West. Purtroppo il gioco non supporta i controller della scorsa generazione: se finora avete evitato l’acquisto di un arcade stick e proprio non riuscite a giocare senza una simile periferica, è tempo di mettere mano al portafogli qualora foste interessati a Marvel vs Capcom Infinite.

Marvel vs Capcom Infinite è tutto fuorché infinito, con un roster ridotto e una presentazione audiovisiva incapace di brillare. La mancanza di modalità in grado di garantire una decente longevità (nota per Capcom: rivogliamo Eroi e Araldi) a chi non ne vuole sapere di giocare online è il colpo di grazia per un gioco che, allo stato attuale, faticherà parecchio a catalizzare a lungo l’attenzione dei fan della saga, i quali probabilmente faranno bene a tenersi stretto il terzo episodio. Sia chiaro che non si tratta di un brutto gioco, e anzi ho davvero apprezzato il ritorno alle origini della saga; tuttavia, allo stato attuale, Marvel vs Capcom Infinite si presenta come un’opera molto pigra, piena di potenziale non ancora correttamente espresso. Speriamo che Capcom sappia aggiustare il tiro nei prossimi mesi, anche con contenuti non necessariamente a pagamento.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Qualche personaggio classico finalmente svecchiato.
  • Online al momento solido.

Contro

  • Presentazione audiovisiva che non convince appieno.
  • Carenza di modalità.
  • Roster platealmente incompleto.
7

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

Password dimenticata