Warriors All-Stars è praticamente un parco divertimenti per ogni amante del cosiddetto genere Musou. Con un cast di ventisette lottatori prelevati dai più remoti angoli della ludoteca Koei Tecmo (assieme a tre eroi originali), Warriors All-Stars non vanterà i numeri del mastodontico Warriors Orochi 3 Ultimate, ma si presenta senza dubbio come il più profondo e variegato capitolo della serie. Spin-off a parte, eh, ché la modalità Avventura di Hyrule Warriors non si batte.
“I NEVER THOUGHT I’D BECOME A DYNASTY WARRIOR!”
In una dimensione lontana lontana abitata da soffici volpi (credo, non si capisce benissimo) antropomorfe, una fonte magica smette di donare vita ed equilibrio a causa del decesso del re, l’unica figura capace di controllarne i poteri. Con una guerra di successione pronta a scoppiare appena in tempo per la fine del mondo, valorosi eroi vengono evocati dai mondi più disparati per riportare l’ordine attraverso la “nobile arte” dello sterminio di massa.
occorre scegliere tra un nutrito gruppo di personaggi iniziali per portare avanti la narrazione
Parlavamo inizialmente di una spiccata varietà, un aspetto che interessa la totalità del roster e il sistema di combattimento. Le diverse origini dei personaggi garantiscono infatti una buona dose di gimmick con cui sbizzarrirsi: William di Nioh, ad esempio, potrà usare il Ki Pulse tra un attacco e l’altro per riacquistare la postura e ripartire immediatamente con una nuova combo, mentre la diabolica Millennia di Kagero: Deception II saprà far tesoro dei trabocchetti visti nel suo franchise, inondando i cattivi con una gamma di attacchi che vanno da innocue bucce di banana a vere e proprie cannonate a tradimento. Anche se – sostanzialmente – la formula di base è sempre la stessa, la differenza tra i trenta volti a nostra disposizione è più o meno pronunciata, garantendo una boccata d’aria fresca a un Musou in fin dei conti assai simile ai suoi predecessori.
Siccome non tutto il cast utilizza armi nel senso stretto del termine, i potenziamenti di rito avvengono assegnando apposite carte, differenti per bonus all’attacco, abilità extra e rarità. Queste possono essere raccolte come spoglie di guerra oppure create nel Santuario, un luogo sicuro dove riposare tra una missione e l’altra, investendo denaro per far salire di livello i compagni rimasti indietro o visitare le terme, cementando amicizie varie che garantiranno ulteriori vantaggi, come nuove abilità da assegnare alle famose carte o una maggiore partecipazione nelle battaglie.
“NOT BAD. MAYBE I’LL REMEMBER YOUR FACE!”
Il combattimento è sempre quello, con eroi dalla forza leggendaria pronti a sfoltire le schiere avversarie, conquistare basi e duellare con generali nemici in nome di combo e juggle assortite, ma stavolta c’è qualche differenza.
la formula di base è sempre la stessa, ma la differenza tra i trenta volti a nostra disposizione è più o meno pronunciata
Qualora l’affinità tra i membri del gruppo raggiungesse particolari vette, sarà possibile usufruire di tecniche speciali ancora più forti, eseguite all’unisono da più membri dell’entourage. Se tutto questo non fosse sufficiente, il Musou Rush saprà accontentare gli sterminatori più esigenti: si tratta di uno stato di euforia ultraviolenta, dove lo schermo viene parzialmente oscurato e le armi dei nemici brillano come accendini a San Siro, mentre i riflettori illuminano il nostro alter ego. Picchiando senza ritegno qualunque essere animato e non (tanto per andare sul sicuro), i compagni interverranno durante il massacro con potenti attacchi oppure incitando il leader, conferendo secondi extra per prolungare la carneficina e concludendo la pugna con un colpo finale sferrato tutti insieme appassionatamente, uno spettacolo che – solitamente – basta e avanza per fare terra bruciata nel raggio di chilometri. Considerata la potenza, il Musou Rush viene usato assai raramente: attivabile una sola volta all’inizio di ogni mappa, può essere nuovamente impiegato ogni mille nemici sconfitti.
Tecnicamente Warriors All-Stars fa il suo lavoro senza stupire, riempiendo lo schermo con un quantitativo esagerato di nemici ed esplosioni in cambio di una fluidità – prevedibilmente – non sempre impeccabile. Nulla che possa rovinare la festa ai fan, ovviamente, perché tutto sommato il risultato è assai godibile anche grazie a fondali molto variegati, pescati a destra e manca dalle saghe che prestano i propri eroi all’avventura. Similmente il sonoro riarrangia efficacemente una serie di motivi provenienti dal ricco catalogo di IP.
qualora l’affinità tra i membri del gruppo raggiungesse particolari vette, sarà possibile usufruire di tecniche speciali ancora più forti
Alla fine della fiera, l’unico vero neo è la difficoltà: accantonati subito i due livelli più facili, quello normale scorre via senza intoppi, forti come siamo anche delle nuove opzioni con cui è possibile far strage di nemici. Selezionare la difficoltà più ardua, d’altro canto, aumenta bruscamente il livello consigliato per affrontare molte missioni, rendendole proibitive per personaggi non opportunamente potenziati. Il mio consiglio è giocare a Normal, spostando la difficoltà su Hard una volta toccato il decimo livello. Per giocare con maggiore dedizione c’è sempre la difficoltà Chaos, del resto, disponibile dopo aver raggiunto almeno uno dei finali.
Warriors All-Stars è una divertente baraonda che farà felice i fan della saga senza però “rischiare” di conquistare nuovi adepti, seguendo ciecamente una formula che si ama o si odia, senza mezze misure. L’assenza di alcuni capisaldi del genere, come il gioco cooperativo o la Modalità Libera, suona un po’ strana in un pacchetto che si presenterebbe altrimenti come l’esperienza Musou definitiva, e che mi spinge ad attendere il mese prossimo con rinnovata curiosità per vedere cosa avrà tirato fuori dal cilindro Omega Force con l’imminente Fire Emblem Warriors. C’è poco da battere la fiacca quando Intelligent Systems ti sta col fiato sul collo!