Sto facendo i conti col pallottoliere, datemi una mano: Mega Man Legacy Collection conteneva i primi capitoli usciti su NES per un totale di sei giochi. La seconda raccolta, invece, ospita gli episodi che vanno dal sette al dieci, una scelta che offre una presentazione globale sicuramente più varia, dato che copre il salto del Blue Bomber verso le piattaforme a sedici e trentadue bit, per poi tornare agli esordi con gli ultimi due capitoli pubblicati dal 2009 in digital delivery con un occhio di riguardo all’estetica a otto bit come risposta alla febbre del retrogaming che servizi quali la Virtual Console stavano innescando. Quindi, in soldoni, ho ben due giochi in meno, e nessuna traccia di Rockman & Forte/Megaman & Bass. Anzi, volendo tenere fuori dai giochi la saga parallela Megaman X, non hanno trovato un posticino neppure per i due The Power Battle/The Power Fighters, bistrattati coin-op che all’epoca si sono meritati solo una misera (nonché oramai piuttosto costosa) conversione/remix per Neo Geo Pocket Color. Infine, sfoggiando il dente avvelenato delle grandi occasioni, perché la vecchia Mega Man Anniversary Collection nel 2005 conteneva tutti i giochi finora elencati a parte Megaman & Bass?
EVOLUZIONE
Concentriamoci, però, su quello che abbiamo: Mega Man Legacy Collection 2 offre i quattro giochi sopraccitati assieme a un notevole numero di sfide tra corse a tempo e livelli remixati che metteranno a dura prova anche i fan più hardcore dei giochi di piattaforme.Al lato opposto dello spettro, se avete sempre schivato Mega Man e compagni per via della proverbiale difficoltà, un’opzione garantisce resistenza extra, permettendovi dunque di giocare con maggiore spensieratezza.
Mega Man Legacy Collection 2 ospita gli episodi che vanno dal sette al dieci
Qualunque sia il vostro livello di bravura, i giochi presenti sono di buona fattura, almeno per il sottoscritto. Nel senso che negli anni Mega Man 7 e 8 sono stati il bersaglio di una massiccia dose d’odio da parte dei fan, una corrente che fatico a seguire, principalmente perché ho giocato la saga dall’inizio, e il salto qualitativo offerto dalle nuove piattaforme l’ho sempre accolto con un certo entusiasmo.
Mega Man 7 (1995), del resto, viene realizzato da un team di quindici membri in un lasso di tempo veramente risicato, si parla addirittura di soli tre mesi sotto la frusta di Keiji Inafune! Sin dalle prime battute appaiono rimarchevoli le aggiunte per quanto concerne la narrazione, con un livello iniziale ricco di dialoghi, oltre all’introduzione di personaggi come Auto, Bass e il suo lupo robot Treble. Non solo: al di là di una grafica tirata a lucido, l’esordio di Mega Man su Super Famicom introduce meccaniche come il negozio, dove barattare viti giganti per potenziamenti, la possibilità di alternare le armi conquistate dai Robot Master con i pulsanti dorsali senza entrare in pausa e una manciata di interessanti segreti, vedi la trasformazione in Super Mega Man o lo scudo di Proto Man. Si tratta di un capitolo piuttosto classico, privo dei particolari gimmick che avrebbero contraddistinto Mega Man 8, ma per questo anche immediatamente godibile dai fan; la difficoltà si mantiene su standard abbastanza intensi, con la distanza dei salti non sempre facilissima da giudicare viste le generose dimensioni dello sprite principale, e uno dei boss finali più difficili dell’intera saga. Siete stati avvisati.
un’opzione garantisce resistenza extra
DEMAKE
Mega Man 9 e 10 sono ben altra storia, pubblicati molti anni dopo da una Capcom particolarmente nostalgica: non solo l’aspetto grafico, ma anche l’audio si presenta autentico, suonato da un Ippo Yamada in gran spolvero supportato da una nuova generazione di compositori, qui in una bizzarra – tuttavia edificante – esperienza formativa a base di chiptune.
I DLC di Mega Man 9 e 10 vengono sbloccati come ricompensa completando i due giochi
Il decimo capitolo si attesta sugli alti livelli raggiunti dal nono, mantenendo le stesse scelte stilistiche e confermando parte del team originale in seguito alla lusinghiera accoglienza riservata al titolo precedente dalla stampa di settore. Stavolta è possibile iniziare l’avventura scegliendo tra Mega Man e Proto Man: il secondo può scivolare e caricare lo sparo, oltre a parare i colpi nemici con lo scudo, intercettandoli in salto. La contropartita è che si rivela meno resistente di Mega Man, presentando inoltre una minore frequenza di fuoco. Un’altra interessante aggiunta è la modalità facile, creata per non far scappare i novellini in piena crisi isterica; questa presenta meno nemici e un maggior numero di piattaforme che rendono molto più facili determinati passaggi; oltre a questo, il gioco diventa come per magia assai prodigo di vite extra e Yashichi, la celebre girandola di Capcom (ho spiegato origine e etimologia in un vecchio appuntamento con la Indie Zone, per saperne di più indagate sulla serie televisiva Mito Kōmon) che fa il pieno di energia e munizioni per le armi secondarie.
A entrambi i giochi Capcom ha successivamente abbinato una discreta serie di DLC come sfide, livelli di difficoltà extra o la possibilità di impersonare Bass in Mega Man 10, che potrete qui godervi come ricompensa completando i due giochi.
Mega Man Legacy Collection 2 offre quattro titoli di buona qualità, abbinati al minimo storico di extra come una scontatissima galleria di immagini e le sfide. Vale un po’ il discorso fatto una decina di giorni fa per il Namco Museum su Switch: queste raccolte dovrebbero offrire un valore didattico da affiancare a quello ludico, presentando interviste agli sviluppatori, bozzetti inediti o chicche sbloccabili. Così com’è si conferma una collezione di giochi piacevoli, ma poco più. Consigliato a chi ha sentito solo parlare di Mega Man, ma chi ha spolpato i quattro giochi all’epoca della loro uscita non troverà particolari incentivi per un nuovo giro. Dipende da quanto avete amato il materiale originale, insomma, e da quanta voglia di rigiocarlo vi portate dietro.