In un’estate tra le più calde di sempre, mi sono avvicinato ad Agents of Mayhem accaldato e un po’ titubante. Del nuovo titolo di Volition ve ne avevo già parlato in maniera piuttosto diffusa nell’hands on di qualche settima fa: l’arrivo del codice finale mi ha permesso però di scorrazzare in maniera decisamente più libera per la futuristica Seoul, e capire il reale potenziale di questo spin off di Saint Row.
AGENTI POLITICAMENTE SCORRETTI
Agents of Mayhem non è un capolavoro, diciamolo subito in modo da toglierci qualsiasi dubbio. Nelle sue linee di codice, tuttavia, non solo si intravede quella leggerezza stilistica tipica della serie da cui prende spunto (Saints Row, per l’appunto), ma si scova la spinta a dire “dai sblocco ancora questo agente”, oppure, “finisco questa missione secondaria e poi basta”: nelle oltre venti ore che hanno accompagnato la mia esperienza lungo la campagna ho infatti percepito quella soddisfazione di fondo che solamente un titolo divertente può lasciare a fine sessione.
Non risiede nella storia il punto forte di Agents of Mayhem
I primi sono il vero pilastro portante di Agents of Mayhem: dodici figure altamente stereotipate ma con carisma da vendere, che “scimmiottano” non solo i personaggi di Overwatch, ma anche e soprattutto moltissime figure e luoghi comuni della vita reale. Abbiamo Hollywood, l’attore mancato, arrogante e pieno di sè; Red Card, lo scozzese rissoso e fanatico di calcio; Oni, lo yakuza silenzioso e dal passato burrascoso. Non vado oltre a lascio a voi il piacere di scoprire quello che gli sviluppatori hanno partorito dalle loro menti tutt’altro che “normali”. Gli agenti, inoltre, vengono sempre introdotti da filmati d’animazione (simili a quelli di Battleborn) che spiegano sommariamente i motivi che li hanno portati all’interno dell’agenzia. La storia di ciascuno potrà essere ulteriormente approfondita portando a compimento contratti legati ai singoli personaggi e missione secondarie personali che si affiancando alla storia principale e che portano avanti le singole storyline.
la necessità di sperimentare e di cambiare formazione in ogni singola missione è davvero appagante
UNA SEOUL RICCA DI COSE DA FARE
Agents of Mayhem è comunque un titolo che offre davvero un sacco di cose da fare una volta che ci troviamo a girovagare nel suo open world. Questo è raggiungibile dall’ “Ark”, un hub sempre visitabile in cui possiamo valutare lo stato dell’agenzia, acquistare perk, migliorare gli agenti e i veicoli, potenziare gli agenti con strumenti presi dalla tecnologia L.E.G.I.O.N., oppure addestrarci.
Agents of Mayhem è un titolo che offre davvero un sacco di cose da fare
Chiudo parlandovi al solito del comparto tecnico, che raggiunge una sufficienza stiracchiata. Il grosso limite, sotto questo punto di vista, è da ricercare nell’eccessiva ridondanza di alcune location, in particolare dei luoghi chiusi. Il level design offre solamente alcuni acuti appaganti nel momento in cui viene sfruttata la verticalità data dal triplo salto a disposizione degli agenti, ma per il resto naviga nella mediocrità. Stesso discorso per la mole poligonale di Seoul: sufficiente ma non utile a rendere carismatica la città coreana. In mezzo a questa mezza delusione si salvano gli agenti, piuttosto definiti e con delle ottime animazioni a governarli. Giocato su PS4 Pro non ha mai notato cali di frame rate, salvo rarissime eccezioni; la stessa Seoul è più ricca e variopinta, dotata di una vivacità utile a compensare un design che – come vi dicevo poche righe sopra – non esalta pienamente.
menù e sottotitoli sono completamente tradotti in italiano
Non ci troviamo davanti ad un gioco memorabile, anzi. Agents of Mayhem mostra il fianco ad una buona dose di limiti che potrebbero far storcere il naso a molti giocatori. Tuttavia, nella sua essenzialità, il gioco di Volition riprende, in parte, la leggerezza tipica della serie a cui si ispira, ovvero Saints Row. Siamo di fronte a un gioco che, senza spingersi in troppe pretese, riesce a regalare diverse ore di divertimento “ignorante”. Con un po’ più di voglia da parte degli sviluppatori (e probabilmente di tempo) ci saremmo trovati davanti a qualcosa di più corposo e apprezzabile: così com’è, invece, Agents of Mayhem è ciò che si può definire un classico passatempo per l’estate.