Agents of Mayhem - Recensione

PC PS4 Xbox One

In un’estate tra le più calde di sempre, mi sono avvicinato ad Agents of Mayhem accaldato e un po’ titubante. Del nuovo titolo di Volition ve ne avevo già parlato in maniera piuttosto diffusa nell’hands on di qualche settima fa: l’arrivo del codice finale mi ha permesso però di scorrazzare in maniera decisamente più libera per la futuristica Seoul, e capire il reale potenziale di questo spin off di Saint Row.

AGENTI POLITICAMENTE SCORRETTI

Agents of Mayhem non è un capolavoro, diciamolo subito in modo da toglierci qualsiasi dubbio. Nelle sue linee di codice, tuttavia, non solo si intravede quella leggerezza stilistica tipica della serie da cui prende spunto (Saints Row, per l’appunto), ma si scova la spinta a dire “dai sblocco ancora questo agente”, oppure, “finisco questa missione secondaria e poi basta”: nelle oltre venti ore che hanno accompagnato la mia esperienza lungo la campagna ho infatti percepito quella soddisfazione di fondo che solamente un titolo divertente può lasciare a fine sessione.

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Non risiede nella storia il punto forte di Agents of Mayhem

La storia è piuttosto semplice e prende spunto dagli eventi conclusivi dell’espansione di Saint Row IV, Gat out of Hell. Ci si ritrova ad impersonare gli agenti della M.A.Y.H.E.M. un’agenzia capitanata da Persephone Brimstone (anch’essa vista in Gat out of Hell) che cerca di combattere a tutti i costi i malvagi piani della L.E.G.I.O.N. un’organizzazione tanto potente quanto pericolosa, capitanata dall’inquietante Morningstar. La storia ci porta a esplorare l’open world di una futuristica Seoul, compiendo un sacco di attività correlate alla main quest dalla durata che oscilla tra le 12 e le 15 ore in base al livello di difficoltà giocato. Non è ovviamente la storia il punto forte di Agents of Mayhem, discretamente lineare nella sua struttura e senza eclatanti colpi di scena: tuttavia, il gioco è pregno di quella stupidità e di quella sensazione di politicamente scorretto che rende il tutto molto leggero e godibile, anche a fronte di dialoghi tutt’altro che memorabili. La vera forza dell’esperienza è quindi da ricercare in due elementi focali per l’esperienza: gli agenti e le cose da fare nella mappa.

I primi sono il vero pilastro portante di Agents of Mayhem: dodici figure altamente stereotipate ma con carisma da vendere, che “scimmiottano” non solo i personaggi di Overwatch, ma anche e soprattutto moltissime figure e luoghi comuni della vita reale. Abbiamo Hollywood, l’attore mancato, arrogante e pieno di sè; Red Card, lo scozzese rissoso e fanatico di calcio; Oni, lo yakuza silenzioso e dal passato burrascoso. Non vado oltre a lascio a voi il piacere di scoprire quello che gli sviluppatori hanno partorito dalle loro menti tutt’altro che “normali”. Gli agenti, inoltre, vengono sempre introdotti da filmati d’animazione (simili a quelli di Battleborn) che spiegano sommariamente i motivi che li hanno portati all’interno dell’agenzia. La storia di ciascuno potrà essere ulteriormente approfondita portando a compimento contratti legati ai singoli personaggi e missione secondarie personali che si affiancando alla storia principale e che portano avanti le singole storyline.

la necessità di sperimentare e di cambiare formazione in ogni singola missione è davvero appagante

Il carisma e la personalità di ogni singolo agente determinano le sue caratteristiche in gioco: trovare il giusto equilibrio nella collaborazione tra questi soggetti è stata sicuramente una delle cose più divertenti da realizzare. Agents of Mayhem ci mette tra le mani squadre composte sempre da tre personaggi. Ognuno di essi ha delle abilità passive, abilità attive e il potere Mayhem che si rende disponibile al riempimento di una barra speciale. Gli agenti sono inoltre dotati di un sistema di crescita che permette di acquisire punti abilità da spendere all’interno di quattro voci personalizzate per ciascuno. Senza scendere ulteriormente ne dettagli, la necessità di sperimentare e di cambiare formazione in ogni singola missione è davvero appagante: ho creato team potentissimi del corto raggio, altri più bilanciati, e persino una squadra che punta tutto sul corpo a corpo. Tutto è poi amplificato dalla presenza di svariati livelli di difficoltà, che rendono la sfida sempre più ardua ed impegnativa. In questo, gli spunti che portano a Overwatch sono diversi ma ben realizzati e discretamente appaganti da mettere in pratica; è quindi un grandissimo peccato che tutto venga in parte vanificato dall’assurda scelta di non inserire alcun tipo di cooperativa, relegando l’esperienza unicamente al single player. Una decisione davvero inspiegabile, ma che indubbiamente limita un potenziale che partiva sicuramente da un livello abbastanza alto. Davvero un peccato.

UNA SEOUL RICCA DI COSE DA FARE

Agents of Mayhem è comunque un titolo che offre davvero un sacco di cose da fare una volta che ci troviamo a girovagare nel suo open world. Questo è raggiungibile dall’ “Ark”, un hub sempre visitabile in cui possiamo valutare lo stato dell’agenzia, acquistare perk, migliorare gli agenti e i veicoli, potenziare gli agenti con strumenti presi dalla tecnologia L.E.G.I.O.N., oppure addestrarci.

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Agents of Mayhem è un titolo che offre davvero un sacco di cose da fare

In città c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e la sensazione che ho avuto è quella di un gioco sviluppato nell’ottica dei “completisti”. Alla già citata story line principale e a quelle singole degli agenti si affiancano parecchie missioni secondarie che spaziano dal rubare o distruggere mezzi, salvare ostaggi, liberare avamposti o punti di teletrasporto e molto altro ancora; questo senza contare che, anche sotto l’aspetto dei collezionabili, la presenza di ben 350 cristalli e casse contenti svariati loot aumenta sensibilmente la longevità. Tutto contribuisce alla crescita dell’influenza dell’agenzia che, arrivata al livello otto (su venti), sbloccherà il cosiddetto “scontro globale”, ovvero una mappa del mondo dove poter inviare i nostri agenti inattivi per completare missioni a tempo (in maniera del tutto autonoma) e ottenere ulteriori premi. Essendo Agents of Mayhem dotato anche di un sistema di guida piuttosto semplice, gli sviluppatori hanno inoltre aggiunto gare a checkpoint, per rendere ancora più vario il sottobosco delle missioni secondarie; peccato solo per un handling tutt’altro che memorabile.

Chiudo parlandovi al solito del comparto tecnico, che raggiunge una sufficienza stiracchiata. Il grosso limite, sotto questo punto di vista, è da ricercare nell’eccessiva ridondanza di alcune location, in particolare dei luoghi chiusi. Il level design offre solamente alcuni acuti appaganti nel momento in cui viene sfruttata la verticalità data dal triplo salto a disposizione degli agenti, ma per il resto naviga nella mediocrità. Stesso discorso per la mole poligonale di Seoul: sufficiente ma non utile a rendere carismatica la città coreana. In mezzo a questa mezza delusione si salvano gli agenti, piuttosto definiti e con delle ottime animazioni a governarli. Giocato su PS4 Pro non ha mai notato cali di frame rate, salvo rarissime eccezioni; la stessa Seoul è più ricca e variopinta, dotata di una vivacità utile a compensare un design che – come vi dicevo poche righe sopra – non esalta pienamente.

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menù e sottotitoli sono completamente tradotti in italiano

Buon invece il comparto audio, con un doppiaggio in lingua inglese solido e ricco di stringe di dialogo per ogni singolo eroe, e una OST che spinge tantissimo l’accelerato su tonalità elettroniche. Per coloro che sono meno avvezzi alla lingua inglese, menù e sottotitoli sono completamente localizzati in italiano.

Non ci troviamo davanti ad un gioco memorabile, anzi. Agents of Mayhem mostra il fianco ad una buona dose di limiti che potrebbero far storcere il naso a molti giocatori. Tuttavia, nella sua essenzialità, il gioco di Volition riprende, in parte, la leggerezza tipica della serie a cui si ispira, ovvero Saints Row. Siamo di fronte a un gioco che, senza spingersi in troppe pretese, riesce a regalare diverse ore di divertimento “ignorante”. Con un po’ più di voglia da parte degli sviluppatori (e probabilmente di tempo) ci saremmo trovati davanti a qualcosa di più corposo e apprezzabile: così com’è, invece, Agents of Mayhem è ciò che si può definire un classico passatempo per l’estate.

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Pro

  • Gli agenti sono simpatici e molto diversi tra loro.
  • Gameplay basilare ma divertente.
  • Un sacco di cose da fare.

Contro

  • Level design un po’ ripetitivo.
  • Tecnicamente non esaltante.
7.6

Buono

Giocatore incallito, amante del videogioco in tutte le sue forme e dimensioni, ma con un amore verso Nintendo, marchiato persino sulla pelle, che lo porta a consumare ogni titolo della grande N. È convinto che prima o poi diventerà lui il prossimo Link.

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