È pazzesco: vi rendete conto che The Games Machine fu l’unica rivista al mondo a pubblicare un paio di schermate della fantomatica versione di Sonic per Amiga? Era il numero 34 del settembre 1991, e in copertina elucubrava pensieroso l’ispettore Raoul Dusentier di Cruise for a Corpse. Le schermate erano brutte come la morte e sicuramente un mockup della peggior specie, cionondimeno parliamo delle uniche foto di un gioco mai nato. La teorica più accreditata vuole che SEGA avesse deciso di tenere per sé il personaggio non facendolo apparire in nessuna guisa su altre piattaforme, tagliando quindi sul nascere l’accordo con US Gold. Considerando che C+VG inglese propose un rumor identico a quello nostrano, annunciando però la conversione per una masnada di improbabili piattaforme a otto bit, non ho ancora deciso se mi fa più ridere il pensiero di un Sonic per Spectrum o un suo adattamento a opera di Tiertex. Tornando al presente: è agosto, fa un caldo boia e io sto perdendo la testa per Sonic, esattamente come nel 1991. Manca solo Terminator 2 al cinema, per completare il quadro nostalgico, ma possiamo ovviare con un bel Blu-ray appena finita questa recensione.
RITORNO A CASA
Sonic Mania è un lavoro corale, un atto di rispetto e passione verso la creatura di Yuji Naka ad opera dell’australiano Christian Whitehead, assieme a Headcannon e PagodaWest Games, un collettivo di sviluppatori che ha unito le forze per creare un memorabile tributo per i venticinque anni di una saga che – ahimè – negli ultimi lustri non se l’è passata proprio benissimo. Umiliato, bistrattato e a tratti addirittura dimenticato, Sonic ha ormai perso lo sfavillante smalto degli esordi per colpa di una serie di episodi che vanno dal mediocre all’affronto diretto, necessitando a tutti i costi di una nuova partenza per evitare di essere relegato nello sgabuzzino delle vecchie mascotte assieme ad Alex Kidd (Diavolo! Quest’anno chiude i battenti anche la serie a fumetti edita dalla Archie Comics dopo ventiquattro anni di tiratura: se non è un segno del destino avverso questo…).
Sonic Mania è il riscatto che non ti aspetti nella maniera inattesa: niente poligoni o alta risoluzione, solo aderenza totale alla formula originale
Sonic Mania, dunque, è la risposta a una simile pressione, il riscatto che non ti aspetti nella maniera inattesa: niente poligoni o alta risoluzione, solo aderenza totale alla formula originale. Per iniziare, la grafica di Sonic Mania pare uscita da un Mega Drive sotto steroidi, dipinta dalle classiche tinte accese e sature del sedici bit SEGA che magari inizialmente non notavi, ma che poi sono diventate un tratto distintivo se messe a fianco della tavolozza pastello del Super Famicom. Sonic Mania, più veloce e impressionante, è un Chaotix “giusto”, esagerato, migliorato, su di giri e privo di quell’odioso elastico che alla fine nessuno sapeva usare bene.
Prima di ogni altra cosa, Sonic Mania è il trionfo del level design, una parata di livelli vecchi e nuovi messi assieme e remixati all’interno di dodici stage, a loro volta distinti in due atti assai diversi l’uno dall’altro. Definirli “enormi” sarebbe riduttivo, e sono convinto del fatto che conoscerli per filo e per segno sarà un’operazione che necessiterà mesi, estesi come sono in ogni direzione per dare vita a un quantitativo di segreti e percorsi alternativi semplicemente impossibili da padroneggiare alla prima run. Non esagero affermando che i livelli di Sonic Mania sono i veri protagonisti del gioco, il punto di forza che rende la produzione un acquisto imprescindibile per ogni amante dei giochi di piattaforma. Non si tratta solo di mera esplorazione, di arrivare dall’inizio alla fine prendendo una deviazione o due, ma anche di carattere: il Sonic-Fu di Christian Whitehead è forte, e mostra una padronanza assoluta del materiale base, offrendo una varietà di situazioni che lasciano a bocca spalancata.
Sonic Mania è il trionfo del level design
I boss sono un’altra cosa che continua a stupire, principalmente perché sono tanti, uno per ogni singolo atto. Anche loro forti di una notevole inventiva, spaziano da un ninja robot che usa gli Asteron di Sonic 2 a mo’ di shuriken (geniale!) a una sana partita a Puyo Puyo contro Robotnik! Beh, dopotutto Dr. Robotnik’s Mean Bean Machine fa parte a tutti gli effetti del lore di Sonic, e il primissimo spin-off delle avventure del porcospino blu è Sonic Eraser, anch’esso un puzzle game, uscito nel 1991 sotto forma scaricabile a vertiginosi 1200 bit al secondo per il SEGA Mega Modem, sganciando 800 yen al mese per il servizio. Ci sta, insomma.
SUPER SONIC WARRIORS
Sonic Mania non è solo una lunga, bellissima avventura ricca di esplorazione e di ammiccamenti al passato di SEGA (non perdete la strizzata d’occhio a Bare Knuckle nel livello Studiopolis), ma anche un viaggio ricco di segreti. Non possono mancare – ovviamente – gli Smeraldi del Caos, qui tenuti in ostaggio in livelli speciali, molto simili a quelli visti in Sonic CD. Normale, a pensarci bene, considerando che il lavoro più conosciuto di Christian, finora, è stato un riuscitissimo adattamento di tale gioco per iOS e Android.
i livelli di Sonic Mania sono i veri protagonisti del gioco
Parlavamo dei protagonisti: vanno scelti prima di iniziare la partita e non possono essere cambiati strada facendo, mettendo al servizio dell’esplorazione le loro caratteristiche. Sonic può viaggiare da solo o accompagnato da Tails, arrivando a sfruttare biecamente la propulsione offerta dal volpino per sollevarsi da terra per brevi distanze, mentre Knuckles plana e si arrampica sui muri. Tails, invece, se la prende comoda se scelto per i fatti suoi, capace com’è di librarsi in volo ruotando le sue code per lunghi periodi, rivelandosi in questo modo il personaggio ideale per dedicarsi alla scoperta di segreti. Il porcospino blu vanta una modifica interessante, ovvero la possibilità di scattare con uno spin dash al momento dell’atterraggio (Drop Dash), basta semplicemente premere il pulsante del salto una seconda volta in volo e il gioco è fatto. L’ideale per darsi la spinta mentre si scala una salita, senza rovinare all’indietro per forza.
Non è tutto: basta attraversare un checkpoint con almeno venticinque anelli in tasca per creare un circolo di stelle, da raggiungere con un balzo per ritrovarsi in uno dei livelli bonus visti in Sonic 3 e Sonic & Knuckles. Si corre automaticamente sulla superficie di un astratto pianeta dal terreno a scacchiera, collezionando le sfere blu ed evitando al contempo quelle rosse con nervosissime virate di novanta gradi, prestando attenzione a variabili quali super salti o respingenti. Ci sono trentadue differenti livelli bonus, e conquistarli frutta medaglie d’argento con cui sbloccare vari segreti. Questi possono essere attivati iniziando partite senza la possibilità di salvare, garantendo particolari modificatori: Sonic ad esempio, perde il Drop Dash ma guadagna il Super Peel-Out (alto più salto) di Sonic CD. In realtà si potrebbe osare di più, ovvero fare il pieno di un numero finito di anelli prima di raccogliere l’ultima sfera blu, ottenendo in questo modo una medaglia d’oro, ma questa è un’altra storia…
FASTER THEN LIGHT
Velocità, ecco la filosofia alla base di tutto. Seguite Yuji Naka su Facebook e lo vedrete spesso a fianco di veicoli da paura, appassionato com’è di Ferrari. Allo stesso modo, scavate alle origini della sua carriera e lo vedrete alle prese con i dungeon del primissimo Phantasy Star: stufo delle lente e scattose segrete in wireframe viste in titoli come Wizardry, Naka si diede da fare per realizzarle a tutto schermo su Master System, abbinando uno scorrimento fluido a virate rapidissime. Un lavoro rimarchevole, ma tutto sommato inutile, perché il risultato avrebbe fagocitato un quantitativo di memoria smodato lasciando poco altro a disposizione del gioco. Inoltre, perché percorrere quei labirinti così veloci e fluidi causava massicce dosi di motion sickness, a lui e ai suoi playtester! Auspicabilmente questo non accadrà con Sonic Mania, ma troverete comunque tutti i presupposti per soddisfare la vostra voglia di velocità con la modalità Time Attack che consentirà di gareggiare nei diversi atti correndo a perdifiato dall’inizio alla fine, mirando alla conquista della classifica online tenendo conto di velocità, punteggio e danni subiti. In alternativa, la modalità competitiva con tanto di split screen ci riporta ai tempi di Sonic 2, trasportando la sfida tra le pareti di casa per due giocatori, fianco a fianco.
Il porcospino blu vanta una modifica interessante, ovvero la possibilità di scattare con uno spin dash al momento dell’atterraggio (Drop Dash)
Impossibile non citare l’audio a opera di Tee Lopes, portoghese di stanza presso PagodaWest Games, famoso principalmente per i remix di tracce tratte da vecchi videogiochi ospitate sul suo canale YouTube. Il lavoro svolto per Sonic Mania è maestoso, remixando divinamente pezzi storici ben oltre i limiti imposti dalle silicee colonne d’Ercole del buon vecchio Yamaha YM2612 su Mega Drive, assieme a lavori completamente nuovi. Se vi avanzano soldi, sappiate che la colonna sonora è disponibile su vinile presso Data Discs, un sito che vanta nel suo catalogo libidinosi album basati su Out Run, The Super Shinobi o Golden Axe. O almeno lo era, dato che le tre varianti del disco (nero, a macchie multicolore o blu traslucente) sono andate esaurite da un bel po’! Velocità dicevamo, la filosofia alla base di tutto.
Sonic Mania non è perfetto. Nel mio test sono incappato in un paio di bug durante lo scontro con alcuni boss che mi hanno costretto a ricominciare il livello daccapo. Poi, Sonic ha un gameplay tutto suo, con un ritmo personalissimo che magari non lo rende adatto ai giocatori più riflessivi. La verità è che Sonic Mania è il capitolo che dovevamo avere dopo Sonic & Knuckles, ma che SEGA non ha voluto darci, pensando che Sonic Jam ci sarebbe bastato. Si è fatto aspettare tanto, questo è il suo difetto più grande, ma è pieno di segreti fino a scoppiare, è vastissimo, ha una ricchezza di situazioni che titoli simili si sognano la notte e un livello di difficoltà impegnativo ma mai frustrante. Sonic Mania rientra tranquillamente tra i migliori giochi di piattaforme degli ultimi dieci anni senza neppure sforzarsi: speriamo sia un nuovo inizio.