Dopo la prova fatta all’E3, finalmente PlayLink è sbarcato su PlayStation 4 con il primo titolo che fa parte di questa ideale raccolta di giochi da tavolo digitali. Dimmi chi sei!, infatti, è arrivato in regalo con il PlayStation Plus nel mese di luglio ed è stato confermato nella Instant Game Collection anche per il mese di agosto. Insomma, se siete abbonati al servizio di Sony, non avete scuse per non provarlo; se non lo siete, invece, per 20 euro lo trovate sia in digitale che in edizione fisica. Non una cifra esattamente popolare, per quanto, come vedremo, neanche così eccessiva, ma magari fateci prima qualche partita da qualche amico, oppure date una letta a questo resoconto, figlio di qualche serata di prove.
BOARDGAME 2.0
L’idea alla base di PlayLink è molto interessante, visto che prova a intercettare il segmento crescente di persone cui non dispiace trovarsi intorno a un tavolo a giocare, ma che magari non ha la stessa dimestichezza con i videogiochi. L’idea di Sony è stata dunque quella di sviluppare alcuni titoli che possono essere fruiti dal più ampio pubblico possibile, senza rinunciare minimamente a un concept ludico interessante ma garantendo al contempo la massima accessibilità attraverso il controllo tramite smartphone, grazie a un’app gratuita disponibile per iOS e Android. In questo modo fino a sei persone (nel caso di Dimmi Chi Sei!, ma sono abbastanza convinto che anche gli altri giochi provati a Los Angeles fossero tutti pensati per lo stesso numero massimo di partecipanti) possono godersi una serata spensierata, senza complicazioni date dalla necessità di avere un supporto materiale per giocare e senza nessun tempo di setup.
PlayLink è da intendere come un servizio con una line-up di party game ben realizzati ma tutto sommato leggeri
VOTING GAME, MA MEGLIO
Dimmi chi sei! mi aveva lasciato un po’ interdetto a Los Angeles, nel senso che a fronte di un’ottima realizzazione tecnica, confermata dalla splendida resa della versione completa, nutrivo qualche dubbio sulla tenuta dell’esperienza complessiva, che mi sembrava a rischio ripetitività. Devo ammettere di essere stato smentito abbastanza, e che il lavoro di Wish Studios è stato estremamente intelligente riguardo le meccaniche di gioco e di interazione. L’idea alla base è quella di un incrocio tra Voting Game (un boardgame in cui si fanno domande cercando di indovinare quale saranno le risposte date dal gruppo), il gioco della verità in salsa contemporanea e un Visual Game sociale. Nella sostanza veniamo condotti attraverso un numero di round pari al numero dei giocatori più uno, attraverso diversi scenari tematici che fanno da contesto per le domande. Il meccanismo è semplice: in ogni round il sagace narratore formula una domanda, e la risposta più gettonata fornisce più punti.
l’interazione tra app e PlayStation 4 è praticamente senza difetti
Se proprio volete fare del titolo di Wish Studios uno step fondamentale delle vostre serate con gli amici, poi, dallo smartphone è possibile aggiungere anche domande personalizzate. In questo senso l’interazione tra app (un po’ pesante, ma decisamente parca nel consumo della batteria) e PlayStation 4 è praticamente senza difetti, con una risposta davvero sorprendente e tempi di latenza bassissimi, che rendono davvero piacevole ogni sessione. D’altronde ogni aspetto tecnico è curato alla perfezione, da una grafica degli scenari sontuosa, fino a un ottimo lavoro di localizzazione e doppiaggio. Dimmi chi sei! è proposto bene e si lascia giocare anche per la sua cura maniacale di ogni dettaglio: nulla è lasciato al caso, e l’unico requisito per divertirsi diventa avere un gruppo di amici affiatato, fatto di persone in grado di prendersi poco sul serio.
IL GIOCO DELLA VERITÀ
Insomma, la proposta di Sony con il primo titolo di PlayLink è ottima, e sono davvero poche le note stonate. In realtà non si tratta neanche di aspetti negativi, piuttosto di alcune riflessioni da fare sulla natura del gioco e che potrebbero renderlo meno appetibile per alcuni. Intanto, le domande sono spesso costruite strizzando l’occhio all’ambiguità, e tirano inevitabilmente fuori il peggio di noi. Insomma, immaginate di completare una frase del tipo “Tizio non inizia mai una giornata senza…” oppure di dover modificare una foto di un vostro collega e trasformarlo in una guardia carceraria, o ancora di immortalare un amico con il suo ultimo trofeo vinto per chissà quale raffinatissima abilità. Va da sé che in mano a un gruppo di persone orribili come la mia amorevole compagnia di amici le denunce alla Buoncostume vadano di pari passo con le risate, ma ognuno conosce i suoi polli, e tutti sapranno fare le proprie valutazioni in merito. C’è comunque la possibilità di disabilitare le domande considerate dal gioco più intime, però è chiaro che qualsiasi quesito diretto potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, e che bisogna affrontare ogni partita con spirito da commilitone navigato.
una partita a Dimmi chi sei! richiede un’onestà notevole da parte dei partecipanti
Ultima considerazione, sul prezzo: gratis all’interno del Plus, Dimmi chi sei! fa un figurone e diventa quasi una killer application se soddisfate i requisiti propri dell’esperienza. Di contro, a 20 euro siamo al limite, nella misura in cui ha senso spendere quei soldi solo a patto di avere un gruppo con cui magari dividere la spesa e giocare felici. Tuttavia, visti i valori produttivi in campo e i due mesi di promozione con il Plus, non mi sento di condannare totalmente il pricing.
Dimmi chi sei! ce la fa, nella misura in cui può diventare un bellissimo boardgame filler per le vostre serate con gli amici. Se avete un gruppo affiatato, fatto di persone inclini a prendersi in giro e che non si fanno problemi a essere stuzzicate e a vedere i loro selfie imbrattati nei peggio modi, il primo titolo di PlayLink vi svolta la serata, mentre in caso contrario magari è il caso di nascondere gli oggetti acuminati dal salotto. Scherzi a parte, Dimmi chi sei! fa benissimo quello che deve fare, grazie a una meccanica di gioco funzionale e piacevole, ottimi valori produttivi e una cura del dettaglio folle. Ipoteticamente, si presta anche ad aggiornamenti, per cui la naturale tendenza a diventare ripetitivo sulla lunga (tipica di tutti i boardgame sociali, in scatola o digitali) potrebbe addirittura essere contrastata.