Sono innamorato della saga di Guilty Gear da quando si presentò timidamente agli appassionati dei giochi di combattimento nell’estate del 1998, allorché il mercato era spartito tra Capcom e SNK senza quasi spazio per terzi incomodi. Avanti veloce, e la resurrezione del marchio – apparentemente passato in sordina in favore del seguito spirituale BlazBlue – torna a far palpitare i cuori dei fan con il bellissimo capitolo Xrd, tanto da imporre le nuove avventure di Sol e compagni come uno dei franchise più giocati nella terra del Sol Levante. Se non fosse per i tornei su arcade storici, l’iconico Game Center Mikado sarebbe conosciuto principalmente per l’attivissima comunità di giocatori dediti al capolavoro Arc System Works. Vediamo un po’ come se la cava questa nuova versione.
HEAVEN OR HELL!
Sia che vi riteniate fan di vecchia data di una saga che – ridendo e scherzando – ha quasi venti anni sul groppone, sia che siate reduci della botte da strada di Capcom (ammaliati forse da una direzione artistica che non ha paragoni nel campo dei giochi di combattimento bidimensionali), Guilty Gear Xrd REV 2 ha qualcosa per voi.
Rispetto a Revelator, i veterani si troveranno davanti un sistema di gioco sapientemente levigato, frutto della scrupolosa raccolta di dati che solo i location test nipponici possono fornire, con un completo ribilanciamento del cast tra aggiustamenti vari ed eventuali nuove mosse. Se però volete giocare con le vecchie “regole” di Revelator (magari avete organizzato una serata di sfide con un amico che non ha ancora studiato i cambiamenti) potete selezionarle al posto di quelle della REV 2 nelle opzioni. L’aggiunta più evidente è l’entrata in scena di due nuovi personaggi che vanno a sommarsi a tutti quelli precedentemente presentati, sia “di serie” che sotto forma di DLC, per raggiungere un cast composto da ben venticinque diversissimi volti.
REV 2, rispetto a REVLATOR, propone un completo ribilanciamento del cast tra aggiustamenti vari ed eventuali nuove mosse
Tra i nuovi arrivi spicca certamente Answer, indaffaratissimo ninja-burocrate, nonché braccio destro di Chipp. Costui farà impazzire i fanatici dei setup, con biglietti da visita e pergamene da sparpagliare sullo schermo sfruttabili per garantire una vasta gamma di opzioni di spostamento e attacchi a sorpresa. Unite alla festa una command throw attivabile anche in volo e avrete la macchina da mixup perfetta. L’altra new entry, in realtà, è una vecchia conoscenza che ha debuttato addirittura nel secondo capitolo della saga, uno di quei giochi per cui dovevi a tutti i costi avere un Dreamcast. La procace samurai Baiken torna dotata di… uhm… “grandi capacità”, per insegnare una lezione o due ai novellini con la sua tipica mania di far volare il tatami a suon di pestoni, unita a counter facilmente effettuabili (basta la pressione di due pulsanti) seguito da attacchi per tutti i gusti, in un personaggio che fa del corpo a corpo e degli attacchi a medio raggio il suo punto di forza. Entrambi mettono a disposizione del giocatore una lista di comandi di tutto rispetto da padroneggiare, assieme a una caratterizzazione che buca lo schermo e conferma la maestria di Arc System Works nel dare vita alla visione di Daisuke Ishiwatari usando l’Unreal Engine 3 con sapienza e arte, tanto da non far rimpiangere bitmap e sprite. Ovviamente, anche loro sfoggiano spettacolari Instant Kill, uno dei marchi di fabbrica della serie che consiste in un attacco in grado di terminare lo scontro prematuramente, ovviamente rispettando determinate condizioni. Bellissime e coreografiche, anche se quella di Dizzy non si batte: lì c’è dietro la mente di un genio!
DESTROYED!
I nuovi arrivati (o chi giunge dritto dritto da Xrd, saltando a piè pari il capitolo Revelator) si troveranno davanti a un roster comprendente elementi carismatici, bizzarri e unici. È questo uno dei punti di forza della serie, mettendo da parte la direzione artistica fuori parametro e un accompagnamento sonoro potentissimo a base di chitarre elettriche e riff mozzafiato.
le Instant Kill, uno dei marchi di fabbrica della serie, permettono di terminare lo scontro prematuramente
Il netcode (già superiore in Revelator rispetto alla falsa partenza di Xrd) si conferma buono, almeno per quei pochi match che ho potuto disputare contro avversari abbastanza variegati per quanto riguarda la presenza territoriale. In altre parole, le mitiche lobby da sessantaquattro membri, solitamente brulicanti di buffi avatar dal testone quadrato, sono rimaste perlopiù deserte durante il mio periodo di prova, costringendomi alla ricerca di sfidanti desiderosi di gonfiarmi come una zampogna tramite match classificato, attirando gli “squali asiatici” con l’odore del sangue. Del resto, il gioco è popolarissimo in Giappone, come detto in apertura.
Il netcode (già superiore in Revelator rispetto alla falsa partenza di Xrd) si conferma buono
Grazie a una presentazione audiovisiva che non teme rivali e una profondità di tutto rispetto, Guilty Gear torna sui nostri schermi con un aggiornamento rivolto principalmente a chi vuole essere al passo con la scena ufficiale. Costoro troveranno un change log di tutto rispetto da studiare fino all’ultima modifica, espandendo la loro gamma di opzioni grazie a due personaggi decisamente intriganti. Chi si accontenta di giocare contro il computer in occasionali sfide con gli amici ed è già in possesso di Revelator non deve però temere, dato che REV 2 sarà disponibile anche come aggiornamento digitale, senza bisogno di pagare a prezzo pieno per un gioco sostanzialmente molto simile a quello già posseduto. Segnalo per i fanatici del supporto fisico ad ogni costo la presenza di un’edizione limitatissima, realizzata da PQube in soli cinquecento esemplari, comprendente una t-shirt e l’illustrazione in copertina incorniciata. Ecco, per quella magari dovevate muovervi un po’ prima.