Il primo Injustice mi era piaciuto davvero tantissimo. Sarà per la smisurata passione che coltivo da sempre per l’universo delle nuvole parlanti, oppure per il richiamo dei giochi di combattimento, tutti ubriachi di agonismo e allegria. Quando i due mondi collidono con successo è quindi sempre festa dalle mie parti, specie se si evitano i capitomboli che la storia ci ha insegnato a temere, vedi Mortal Kombat vs DC Universe o Avengers in Galactic Storm.
Detto questo e al netto di alcuni miglioramenti praticamente dovuti, le meccaniche di lotta del nuovo pargolo di Ed Boon e soci sono estremamente simili a quelle di Gods Among Us. Il DNA di NetherRealm Studios è del resto evidente in uno stile di gioco pesantemente basato su combo e juggle, caratterizzato da animazioni legnosette e chipping damage un attimo su di giri: rimanere fedeli a se stessi è spesso una virtù, ma quattro anni da un episodio all’altro sono tanti, e gli appassionati di picchiaduro sono un popolo vorace, ben disposto tanto ad assimilare meccaniche e moveset quanto a dimenticare titoli privi di carattere per consegnarli all’oblio.
“NON SEI IL MIO PARTNER, SEI MIO FIGLIO!”
Constatate le similitudini con lo stile di gioco del predecessore, Injustice 2 dice la sua cercando di elevarsi rispetto al passato e correggendo il tiro su alcuni aspetti importanti. Il ritmo degli scontri è ora più rapido grazie alla velocità di movimento lievemente incrementata, il che si rivela un toccasana di fronte alla significativa presenza di zoner del roster.
Allo stesso modo, la possibilità di eseguire una rapida capriola frontale (un po’ come in The King of Fighters), sfruttando fotogrammi d’invulnerabilità, rappresenta un inedito strumento per uscire da un assedio spinoso, così come sfuggire alle juggle volteggiando a mezz’aria. Si tratta di tecniche evasive che richiedono l’uso di segmenti dell’impegnatissima barra delle tecniche speciali (Injustice 2 la usa davvero per tante cose, compreso il buon vecchio clash/wager system) e che contribuiscono a creare un’esperienza più dinamica e interessante sulla base di un sistema di combattimento che – almeno sulle prime – sembra un copia incolla di quanto visto quattro anni fa, esteticamente impreziosito da nuovi effetti di luce e dall’HDR, laddove l’hardware lo permetta. Un impianto di gioco spassoso, ideale per il pubblico casual, ma lungi da quella pulizia e fluidità tipica della scuola nipponica.
lo stile di gioco è pesantemente basato su combo e juggle, caratterizzato da animazioni legnosette e chipping damage su di giri
Parlando dei personaggi, il roster è piuttosto particolare, con defezioni importanti assieme alla presenza di numerose new entry che potrebbero lasciare un attimo spiazzati i meno eruditi, fumettisticamente parlando. Via Shazam, Ares e addirittura Luthor, e dentro gente come Captain Cold e Atrocitus con tanto di Dex-Starr a seguito, nientemeno! La presenza di buona parte dei nuovi volti (e il restyling di vecchie conoscenze, come Harley) è la diretta conseguenza del cosiddetto DC Extended Universe, ma rinunciare a personaggi popolari come Martian Manhunter o Sinestro lascia un filo spiazzati. Sicuramente lo stravolgimento su larga scala, in un catalogo di supertizi che si aggira sui trenta volti, garantirà una nuova dose di mal di testa dalle parti di NetherRealm causa bilanciamenti vari, senza tralasciare modifiche più o meno importanti ai vari moveset. Ad esempio, Lanterna Verde è stato significativamente modificato (mi mancherai, gatling!), mentre i nerf ai danni di Wonder Woman appariranno da subito evidenti ai fan di Diana.
Injustice 2 usa la barra delle tecniche speciali per tante cose
Stilisticamente siamo sugli standard a cui NetherRealm ci ha abituato: animazioni, come già detto, spesso piuttosto rigide e modelli convincenti, con una qualità dei volti altalenante. Da applausi l’indiscussa qualità delle animazioni facciali, apprezzabili principalmente nella modalità storia (ci arriviamo subito), ma i tratti somatici di Cheetah e Diana sono davvero un pugno in un occhio. Un po’ com’era successo nel primo capitolo, del resto: dalle parti di NetherRealm Studios, qualche grafico non ha troppo in simpatia la figlia di Ippolita!
“LA VITA NON CI DÀ UNO SCOPO. SIAMO NOI A DARLE UNO SCOPO.”
Fortunatamente, la casa di Mortal Kombat è anche sinonimo di story mode sopraffini, e Injustice 2 non viene affatto meno a questa gloriosa abitudine, considerato anche il dichiarato amore di Boon per l’universo DC. Stavolta le vicende girano attorno alla venuta di Brainiac, il che lascia supporre che la resa dei conti con un certo sovrano di Apokolips sarà messa da parte per un eventuale terzo capitolo.
Con una durata che si assesta sulle quattro ore e un quantitativo massiccio di scontri destinato ad aumentare nel caso desideriate fare un altro giro per esplorare scelte morali alternative, la narrazione rimane interessante e coinvolgente, sebbene la non perfetta fluidità degli intermezzi (un marchio di fabbrica di Mortal Kombat X, di cui avremmo volentieri fatto a meno!) faccia un po’ storcere il naso. Personalmente, mi ha un filo infastidito l’utilizzo a dir poco sottotono, nonché forzatissimo, del Joker, sulla carta morto e sepolto assieme a Luthor, ma… beh, scopritelo da soli.
ogni personaggio può equipaggiare armi e protezioni in cinque differenti slot, influenzando aspetto e valori quali forza, difesa ed attacchi speciali
Il piatto forte è però nascosto nel multiverso, ovvero la variante sotto steroidi delle vecchie torri delle sfide o dei laboratori S.T.A.R.. Ogni giorno vengono generati mondi che restano lì per un determinato periodo, popolati da scontri contro sfilze di avversari, soggetti spesso e volentieri a modificatori e limitazioni varie. In palio vi sono esperienza e loot: ogni personaggio può equipaggiare armi e protezioni in cinque differenti slot, influenzando in questo modo aspetto e valori quali forza, difesa ed efficacia degli attacchi speciali. Per la gioia dei fan DC duri e puri, alcuni eroi potranno conquistare anche skin particolari che permetteranno di assumere l’aspetto di personaggi quali Grid, Mr. Freeze o Power Girl, che il cielo l’abbia in gloria. Oggetti più rari garantiscono anche vantaggi particolari, mentre set epici forniscono bonus cumulativi a seconda dei pezzi raccolti.
L’aspetto migliore è che, almeno per il momento, tutto quello che ruota attorno al bottino pare estraneo al piano di uscita dei soliti, dannatissimi, nonché già annunciati DLC. Questi, per il momento, si focalizzeranno sui personaggi, con Darkseid immediatamente acquistabile, seguito a breve dal primo character pack. Va da sé che il livellamento degli eroi assieme al farming di oggetti (ottenibili “spacchettando” apposite scatole dal valore variabile) crea il presupposto per una longevità gargantuesca, azzerando ovviamente sul nascere ogni speranza di bilanciamento, nonostante la predisposizione di NetherRealm Studios a rimescolare le carte in tavola con frequentissimi aggiornamenti, nel tentativo di correggere magagne varie.
“CI SONO COSE PEGGIORI DELLA MORTE, LANTERNA VERDE!”
Possiamo però riporre le torce e i forconi tolti dall’armadio in occasione delle gemme di Street Fighter X Tekken, perché l’opzione torneo garantisce scontri leali e puliti, permettendo di azzerare bonus e agire su ulteriori modificatori, tra cui – ad esempio – l’utilissima possibilità di escludere arene eventualmente bannate, ché l’interazione con gli elementi delle stesse è sempre stata croce e delizia della produzione NetherRealm. Oltre al torneo, le partite classificate annullano i bonus dell’equipaggiamento e le differenze di livello, ma al di fuori di queste modalità è un po’ terra di nessuno.
Restando in tema di competizioni varie, sono rimasto davvero soddisfatto da un netcode finalmente robusto, che mi ha consentito di disputare match fluidi anche contro avversari con solo due “tacche” nell’indicatore di connessione, un risultato da applausi considerando il mezzo disastro dell’ultimissimo Mortal Kombat. Giocando online potrete misurarvi con altri giocatori, ma anche entrare nelle gilde, dove potrete contribuire al prestigio della vostra lega partecipando alla conquista di mondi del multiverso, e guadagnando così scatole contenenti bonus esclusivi, differenti da quelli conquistabili giocando in solitaria.
Injustice 2 rappresenta un passo avanti rispetto al piacevole primo capitolo: più veloce, più grosso, più forte. Le sottili, ma importanti modifiche alle meccaniche di lotta garantiscono nuove opzioni a chi desidera giocare a livelli più dedicati, mentre le possibilità di personalizzazione conferiscono un interesse duraturo a chi è interessato al PVE, o semplicemente non mira a chissà quale scena competitiva e si accontenta di giocare “for fun” con amici e parenti. Permangono alcune incertezze sotto il profilo grafico e stilistico, ma tutto sommato possiamo continuare a chiudere un occhio al riguardo grazie a un netcode che – finalmente – appare in buona forma. Promosso.