Sniper Ghost Warrior 3 - Recensione

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Una volta tanto, cominciamo una recensione partendo dal fondo, e cioè dal mettere in evidenza fin da subito le cose che funzionano e, soprattutto, quelle che non funzionano in Sniper Ghost Warrior 3. L’espressione “occasione sprecata” è un po’ il filo conduttore di tutta l’esperienza che ho vissuto col terzo pargolo di CI Games: è costante la sensazione che, con un po’ di attenzione e voglia di fare in più da parte dello sviluppatore, avremmo avuto tra le mani uno shooter open world tattico capace di mettere il fiato sul collo ai migliori esponenti del genere; e invece, ogni volta che Sniper Ghost Warrior 3 riesce a trascinarci emotivamente nelle sue spire, un minuto dopo ci riporta alla realtà con uno schiaffo che ammazza del tutto empatia e sospensione dell’incredulità. Ad esempio, il biglietto del viaggio per passare da una zona all’altra della Georgia costa 3 minuti e 40 secondi di caricamento continuo (cronometrati eh… se non è un record, poco ci manca), coi dialoghi di inizio missione emessi dalla radio che partono svariati secondi prima, mentre il loading screen è ancora lì a far capolino sullo schermo. Vogliamo poi parlare dei rarissimi checkpoint posizionati senza logica e che ci costringono a rifare più e più volte intere porzioni di missione, talvolta ripercorrendo in macchina lunghi tratti di strada per raggiungere nuovamente il luogo delle operazioni? Missioni da rivivere, poi, a volte per colpa di un nostro errore, ma in altre perché il gioco ha deciso che no, da quell’elemento dello scenario su cui poggiamo i piedi non ci possiamo più separare, oppure perché un trigger che attiva un passaggio importante ha deciso di addormentarsi e non farci più proseguire, costringendoci al più bieco dei “ricarica chechpoint”.

Un vero peccato, perché Sniper Ghost Warrior 3, quando funziona, ha tante frecce al suo arco, stimolanti in particolare per chi, come il sottoscritto, ama l’animo più strategico del vestire i panni del cecchino. Il ricordo va immediatamente al recente (e ottimo) Sniper Elite 4: un paragone tra i due giochi è sostanzialmente improprio, visto l’approccio diverso all’arte del “tiro da tre”, ma è indubbio come Rebellion e CI Games siano entrambi riusciti a instillare nel giocatore la tensione da grilletto, quella che fa trattenere il fiato e che tira i muscoli in attesa dell’opportunità per l’headshot perfetto.

PRENDERE FIATO

Come detto, Sniper Ghost Warrior 3 abbandona la precedente struttura “a canalone” e mette sul piatto un open world fatto e finito, seppur diviso in tre macro aree tra le quali tocca balzare come fa, di fiore in fiore, l’apina operosa. Lo scenario è quello caldo della Georgia, laddove ci troviamo invischiati nei panni di Jonathan North, un soldato alle prese non solo con uno spiccato senso del dovere nei confronti del corpo dei Marine, ma anche con la sparizione del fratellino più piccolo durante una missione congiunta (che poi è la prima che affrontiamo e che funge anche da tutorial).

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Sniper Ghost Warrior 3 abbandona la precedente struttura “a canalone” e mette sul piatto un open world fatto e finito

La storia, spalmata lungo quattro atti, non incarna certo il piatto forte di Sniper Ghost Warrior 3, giacché è prevedibile quanto una partita sbagliata di Cristian Zapata e stroncata sul finale da una frettolosità eccessiva nel voler mostrare il prima possibile i titoli di coda. A dettare il ritmo della narrazione intervengono talvolta alcune (mal compresse) scene di intermezzo, che avrebbero avuto più senso se avessero sfruttato in modo pre-calcolato il motore grafico del gioco, anziché palesarsi ai nostri occhi come filmati veri e propri: per dire, ci si trova ad affrontare missioni di notte inframezzate da filmati temporalmente collocati di giorno, con buona pace della già citata e bistrattata sospensione dell’incredulità, che un po’ può, ma oltre un certo limite proprio non ce la fa a sostenere la baracca.

Tra le cose che funzionano in Sniper Ghost Warrior 3 c’è certamente l’ampio ventaglio di possibilità tattiche concesse al giocatore: tra armi diverse ed estremamente personalizzabili, gadget di ogni tipo e l’indispensabile drone (anch’esso espandibile grazie a svariati add-on) c’è di che divertirsi. L’hacking di telecamere e torrette è un’altra pratica da far nostra il prima possibile se si vuole portare a casa la pelle, completando al contempo le missioni con il giusto sfizio. Infine, è ben equilibrato il triplice albero dei talenti: le abilità possono essere sbloccate previo l’accumulo di opportuni Punti Esperienza e ci consentono di infiocchettare il protagonista con il vestito più adatto alle nostre esigenze. Anche il level design fa tutto sommato il suo mestiere: a parte in rarissimi casi, durante buona parte del gioco gli scenari offrono una gran libertà di approccio e stimolano la sperimentazione di soluzioni anche fantasiose. I completisti troveranno poi pane per i propri denti grazie a un discreto numero di missioni secondarie e collezionabili, anche se personalmente non mi sono trovato così invogliato a proseguirne il completamento e la raccolta, dopo aver elargito tanta frustrazione per arrivare a leggere i titoli di coda.

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In alcuni momenti il gioco regala panorami interessanti, in particolare durante le ore notturne

Se la balistica dei fucili di precisione regala discrete soddisfazioni (vento e distanza sono le due variabili principali da considerare in fase di preparazione del tiro), meno bene mi tocca parlare dei momenti in cui serve far buon viso a cattivo gioco e diventa necessario far cantare le armi secondarie: sono attimi in cui Sniper Ghost Warrior 3 si trasforma in uno sparatutto banalotto, laddove il feeling con le armi è davvero difficile da trovare, complice un gunplay che pare più governato dal caos che dall’abilità del videogiocatore.

Due paroline conclusive vanno spese sull’uso che CI Games ha fatto del CryENGINE. La software house polacca non ha mai dato sfoggio di grandi capacità tecniche, e Sniper Ghost Warrior 3 non si eleva a eccezione che conferma la regola. Tuttavia, devo ammettere che in alcuni momenti il gioco regala panorami interessanti, in particolare durante le ore notturne. E anzi, girare per le zone montane della Georgia con la Luna al posto del Sole è talmente più appagante che, da metà dell’Atto 2 in avanti, ho usato le soste forzate ai rifugi per dormire fino alla mezzanotte, così da affrontare le missioni sempre col favore delle ombre; oltre all’occhio, ne guadagna ampiamente anche la sensazione di immersione, che in un gioco come questo conta ben più di qualcosa.

Ho aperto la qui presente recensione parlando di “occasione sprecata” e lo ribadisco con forza anche in sede di commento. Buona parte dei problemi importanti di Sniper Ghost Warrior 3 si sarebbero potuti evitare (o, quantomeno, tamponare) con un po’ di attenzione e uso del buonsenso. Al di là della quantità spropositata di bug – che si spera vengano limitati con le future patch, anche se siamo già alla v.1.03 – ciò che lascia perplessi è il folle posizionamento dei checkpoint, capofila di alcune grosse ingenuità che aumentano l’amarezza per ciò che sarebbe potuto essere il titolo di CI Games se solo gli sviluppatori avessero dedicato qualche giorno a giocare col loro pargolo, oltre che a programmarlo. Qualora amiate spasmodicamente gli sparatutto tattici, Sniper Ghost Warrior 3 potrebbe valere comunque l’acquisto, anche se il mio consiglio è di sedersi in panchina, almeno per ora, e sperare che lo sviluppatore riesca a raddrizzare il tiro strada facendo.

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Pro

  • Tatticamente aperto a tante soluzioni.
  • Balistica ben realizzata.
  • Alcuni scorci belli da vedere.

Contro

  • Tempi di caricamento ai limiti dell'umana pazienza.
  • Uso infame dei checkpoint.
  • Bug a pioggia.
  • Quando l’azione si fa frenetica, il gunplay non dà soddisfazione.
6.5

Sufficiente

Detto, fatto, un po' matto. Il Kikko redazionale passa per vecchio e stanco, ma è quello che porterà un fiore, un mouse e una tastiera sulle tombe di tutti gli altri loschi figuri che gravitano per le nebbiose vie di TGM.

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