Cursed Castilla EX non mi aveva convinto particolarmente, colpevole di aver introdotto poche aggiunte significative a un gioco già perfetto così com’era nella sua forma originale e gratuita. Super Hydorah, invece, è una “bestia” completamente diversa. È come se Locomalito e Gryzor87 si fossero trattenuti in occasione del loro debutto commerciale, solo per dare il massimo nella rinascita di quella che – probabilmente – è la loro creazione più cara, diverse volte descritta dai due come “il gioco che abbiamo sempre sognato”. Super Hydorah prende ispirazione da un numero infinito di classici, rielabora la lezione e restituisce al giocatore uno sparatutto a scorrimento orizzontale impegnativo come vuole la scuola spagnola, non alla portata di tutti, forse, ma splendidamente remunerativo.
SHOOT THE CORE!
L’aggiunta più importante rispetto al passato è il gioco cooperativo per due, rigorosamente in locale, un extra succosissimo che da solo dovrebbe spingere gli amanti del genere a lanciare carte di credito verso lo schermo. Combattere l’attacco dei biomeccanici Meroptiani con un amico è davvero una squisitezza, ma la doppia potenza di fuoco non è sinonimo di sicuro successo dato che lo schermo è sempre inondato da proiettili, adesso circondati da un contorno rosso che rende l’azione più leggibile in rapporto al gioco base.Super Hydorah non è un danmaku, ma il fuoco nemico è comunque implacabile; quello che fa la differenza tra un gioco appagante e un generatore a ciclo continuo di becera frustrazione è il rilevamento di collisione perfetto al pixel, che permette di far compiere alla nostra astronave (un plateale omaggio al VicViper di Nemesis e al Lord British di Salamander, a seconda che venga osservata lateralmente o dall’alto) veri e propri miracoli.
i proiettili sono circondati da un contorno rosso che rende l’azione più leggibile in rapporto al gioco base
Tutto ruota attorno la solita pixel art da urlo, una vera e propria forma d’arte che ti fa chiedere come diavolo faccia Locomalito a creare simili opere usando strumenti alla portata di tutti come Game Maker e Inconmaker; volendo può essere utilizzato un filtro che simula i vecchi CRT – tra scanline e sfocature – ma la grafica di Super Hydorah è così perfetta nel suo genere da poter essere tranquillamente gustata così com’è anche dal più integralista dei retrogamer.
Siccome uno sparatutto arcade senza potenziamenti non è nulla, Super Hydorah presenta un sistema di armamento liberamente configurabile prima di ogni livello, offrendo ai giocatori la possibilità di scegliere tra armamenti primari, secondari o potentissimi ordigni attivabili esclusivamente raccogliendo le apposite munizioni. La fregatura è che – inizialmente – l’unica arma disponibile è un risibile proiettile frontale, destinato però a diventare più letale raccogliendo appositi gettoni colorati, che gli consentiranno di evolvere fino a un più efficace sparo doppio. Una sorta di “livellamento” che scongiura uno degli spauracchi del genere, ovvero l’incubo di restare privi di armi in seguito alla perdita di una vita: qui la barra dell’esperienza decresce un po’, offrendo una potenza di fuoco ridimensionata, ma non azzerata a ogni nuova vita. Nuovi sistemi offensivi si uniranno al catalogo facendo a pezzi i boss di fine livello, con una serie di gingilli in esclusiva per questa versione avanzata.
BIOMECHANIC HAZARD
Ecco, i livelli sono un altro elemento che ha subito una considerevole impennata: dai sedici del gioco originale si passa ai ventuno del Super, divisi a loro volta in trentacinque sezioni con altrettanti avversari finali da trasformare in polvere cosmica. Ogni destinazione viene scelta su una mappa stellare, garantendo una notevole rigiocabilità, assieme al dovuto fattore strategico. Uno stage pare inaffrontabile? Perché non deviare verso un nuovo pianeta, allora, tentando di completarlo per conquistare una nuova arma che renderà il viaggio più semplice? Super Hydorah, del resto, è carico di segreti che aspettano i piloti dotati del colpo d’occhio necessario a sgamare particolari nascosti dove muoversi per conquistare apposite stelline che apriranno la strada a nuove rotte, armi e al cosiddetto finale eroico.
L’alta difficoltà (che purtroppo è unica, e non può essere addolcita) rende il gioco stimolante, ma rischia di far strappare i capelli in particolari passaggi
Per quel che riguarda il sonoro, il lavoro di Gryzor87 è inattaccabile, anche stavolta, con oltre sessanta tracce che coprono una varietà di stili. Ci sono anche un paio di pezzi cantati, con dei testi apparentemente enigmatici: chissà, magari scavando a fondo tra i segreti del gioco…
Super Hydorah è un titolo magnifico, ricco di inventiva, voglia di eccellere e un profondo rispetto nei confronti del passato, ma non è esente da difetti. L’alta difficoltà (che purtroppo è unica, e non può essere addolcita) lo rende sì stimolante, ma rischia di far strappare i capelli in particolari passaggi, quando determinati proiettili o nemici ignorano le basi dell’educazione passando attraverso le pareti, riportandoci indietro ai bei tempi (?) di Magician Lord. Poi, il gioco cooperativo è bellissimo ma, contrariamente a quanto avviene in titoli simili, una volta morti non c’è un respawn immediato e per tornare a combattere assieme il pilota ancora in vita dovrà trovare un particolare bonus per “resuscitare” il compagno. Un po’ una seccatura che spezza il ritmo dell’azione. Infine, come in tutti i giochi di Locomalito, c’è una penalizzazione nel caso si usino dei “continue”: il punteggio viene brutalmente resettato mandando nell’angolo, in lacrime, i fanatici degli high score. È un universo difficile, ma almeno è possibile prendere fiato con un simpatico minigioco cooperativo, dove due robot collegati da un cavo laser devono eliminare alieni coordinando i loro movimenti.
Super Hydorah è uno sparatutto old-school davvero ben fatto, ricco di sorprese e curato fino all’inverosimile. Impegnativo, remunerativo e soddisfacente, il nuovo gioco di Locomalito mostra che l’accordo con Abylight Studios si è rivelato una vera e propria benedizione per i videogiocatori vecchia scuola. Non è per tutti a causa di una difficoltà innegabilmente tarata verso l’alto, ma farà impazzire gli orfani di Gradius.