Mi sono innamorato di Forma.8 dal primo momento in cui l’ho visto. Deve essere successo qualche anno fa, nel 2014 se ho fatto bene i compiti, dopo che Insanely Twisted Shadow Planet mi aveva già fatto pilotare una piccola astronave su Xbox 360 e il ricordo del bianco e nero sfocato di LIMBO mi affascinava forse più del gioco in sé. Durante i 2 minuti e 22 secondi del trailer d’annuncio, gli occhi mi stavano dicendo che MixedBag voleva sì probabilmente cavalcare lo stesso stile minimal reso famoso dai due titoli appena citati, ma in un modo tutto suo. Da quell’istante, però, non ho più ricordi precisi: di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e, per me, seguire un indie tricolore per tre anni non è facilissimo, specie considerando un backlog che si popola alla velocità della luce. Detta in maniera meno romantica, di Forma.8 non mi interessava più niente… e mi andava bene così. A farmelo tornare in mente è stata la timeline di un amico, su Facebook. È bastato rivedere una singola immagine di gioco perché lo stesso amore di un tempo, quello che credevo sopito, si riaccendesse. Ed era più forte che mai.
UN DRONE DA SOLO
Forma.8, il metroidvania creato dai ragazzi di MixedBag, come si diceva, sceglie di raccontare il pianeta ostile su cui ci ritroviamo con uno stile grafico minimalista e affascinante. Ai comandi di un piccolo drone dobbiamo far luce su quanto successo sul misterioso corpo celeste che stiamo esplorando. Gli spazi in cui spostarsi sono delimitati da spesse pareti nere, mentre gli sfondi, che hanno il compito di donare varietà alle ambientazioni, alternano colori caldi e freddi, miscelandoli alla perfezione per creare un’atmosfera a tratti onirica, resa tale anche grazie all’ausilio di suoni curati, non invadenti e ben orchestrati.
Mi sono innamorato di Forma.8 dal primo momento in cui l’ho visto
Come ogni metroidvania che voglia fregiarsi di tale etichetta, anche Forma.8 ci costringe a percorrerne la mappa in lungo e in largo, alla ricerca di indizi su come procedere. Addentrandoci nelle varie gallerie ci si imbatte, infatti, in alcuni nostri simili “rotti”, dai quali recuperare delle funzioni che ci danno modo di proseguire nell’avventura. I primi poteri su cui possiamo contare sono la capacità di emettere una piccola scarica cinetica e la possibilità di sganciare delle vere e proprie bombe, entrambi utili per avere ragione dei nemici e combinabili tra loro per ottenere effetti più devastanti.
Andando avanti nel gioco, e recuperando il giusto numero di collezionabili (che ricordano molto dei normalissimi bulloni), avremo accesso anche ad altri poteri, come la super velocità, utile per superare puzzle ambientali nei quali viene richiesto di accendere tutte le fiammelle in un dato periodo di tempo (solitamente troppo corto per farcela al primo colpo), una specie di balzo supersonico che consente di guadagnare l’accesso ad alcune zone bloccate da bolle bianche, e via discorrendo.
Quel che funziona meno, in Forma.8, è la sensazione di abbandono che si respira già dopo una manciata di minuti
Il gioco degli italiani MixedBag ha il grande vantaggio di affascinare già al primo sguardo: bastano infatti pochi secondi per trovarsi persi ad ammirare gli splendidi fondali, mentre si cerca di aver ragione dei nemici, una scarica cinetica alla volta. La mappa, grande a sufficienza per impegnare più di qualche ora, nasconde anche uno dei problemi più grandi di Forma.8, che forse si fida troppo dei giocatori, abbandonati a loro stessi nel giro di qualche minuto. Volendo, si potrebbe pensare a una scelta voluta, per aumentare il senso di angoscia che il trovarsi su un pianeta ostile può instillare in ogni animo, ma si correrebbe il rischio di prendersi in giro: è un difetto, punto, e viene compensato dai molti pregi, che partono dall’appagamento degli occhi per arrivare al piacevole sistema di controllo, versatile e ben studiato. Non sarà il capolavoro che avete sempre cercato, ma Forma.8 merita i vostri soldi e il vostro tempo, grazie a una qualità incredibilmente importante: la capacità che ha di divertire.