La sentite questa bella atmosfera natalizia? Quella dei biscottini allo zenzero appena sfornati, dell’eterna “guerra” tra i sostenitori del pandoro e quelli del panettone (rigorosamente con uvetta e canditi), delle code per entrare nel parcheggio del centro commerciale per acquistare i regali da mettere sotto l’albero? Che bello il Natale: la festa per antonomasia, l’esaltazione massima del consumismo che cannibalizza l’aspetto religioso di una celebrazione dalla storia millenaria. Si dice che in questo periodo siamo tutti più buoni, tuttavia in quel di Capcom Vancouver devono aver preso alla lettera tale detto popolare, visto che hanno deciso di far scatenare i morti viventi di Dead Rising 4 proprio nel bel mezzo delle festività.
RED FRIDAY
Sono passati quindici anni dagli eventi di Willamette, da quando il reporter Frank West svelò la cospirazione governativa dietro l’epidemia zombie che trasformò la pacifica cittadina del Colorado nella sagra dei cervelli divorati e delle budella sui marciapiedi. Il suo reportage lo ha reso una vera e propria celebrità, un eroe contemporaneo che si è battuto per smascherare i piani segreti del governo degli Stati Uniti d’America.
Ci si potrebbe dunque aspettare che il buon Frank abbia deciso di appendere la fotocamera al chiodo per vivere una vita tranquilla e godersela lontano dalla celebrità, e in effetti così è stato: il nostro improbabile eroe è diventato un insegnante di giornalismo, circondato da giovani promesse intenzionate a seguire la sua stessa strada alla ricerca dello scoop perfetto.
se il protagonista è rimasto tutto sommato invariato, qualcosa nella formula dell’ultimo Dead Rising è cambiato, e si sente
Una vita tranquilla, dicevamo, almeno finché una sua studentessa decide di riportarlo con l’inganno lì dove tutto ebbe inizio per seguire una nuova storia, una vicenda familiare fatta di esperimenti segreti, corporazioni dedite solo al mero profitto e, manco a dirlo, cadaveri affetti da zombismo. Dopo un prologo che vede Frank infiltrarsi in un’installazione scientifica ben protetta da forze paramilitari private e un breve salto temporale in avanti, Dead Rising 4 ci trascina di peso nel Willamette Memorial Megaplex, il mastodontico centro commerciale incastonato nella cittadina statunitense, ancora una volta focolaio di una terribile epidemia, scoppiata all’indomani del Giorno del Ringraziamento, che ha trasformato buona parte della popolazione in corpi barcollanti affamati di carne umana. Inutile dire che l’onere di svelare le cause del contagio è caduto nuovamente sulle spalle di Frank West e, di riflesso, su di noi.
CINQUANT’ANNI E NON SENTIRLI
Il salto temporale di tre lustri ci restituisce un Frank West sicuramente più maturo che però non si fa di certo intimorire da qualche decina di migliaia di zombie che vogliono banchettare con il suo corpo. Agile e forte come sempre, Frank si muove tra gli ampi atri del megaplex con rinnovata disinvoltura, come se corpo e spirito fossero quelli di un trentenne. Va detto, tuttavia, che se il protagonista è rimasto tutto sommato invariato, qualcosa nella formula dell’ultimo Dead Rising è cambiato, e si sente.
nel primo atto sembra di avere tra le mani un musou con armi che si rompono dopo pochi colpi
DICIAMOCI L’UN L’ALTRO “EUPEPSIA”
Fortunatamente, superato lo scoglio del primo atto, Dead Rising 4 ingrana la marcia e propone un open world pieno di possibilità, fatto di collezionabili che permettono di scoprire di più sulla genesi di questa nuova epidemia, rifugi da liberare e superstiti da mettere in salvo per accedere a schematiche per la costruzione di armi sempre più bizzarre e devastanti.
i nemici necessitano di approcci diversi rispetto a quelli da mettere in atto per abbattere gli infetti
LEFT 4 RISING
A corredo di una campagna da affrontare rigorosamente in solitaria, Capcom Vancouver propone una modalità multiplayer con una struttura molto simile a quella di Left 4 Dead, senza però puntare su un intreccio narrativo particolarmente complesso.
la campagna non può essere affrontata con un amico
Il multiplayer rappresenta sicuramente una gradita aggiunta che punta a sopperire all’impossibilità di affrontare la campagna in compagnia di un amico; e sebbene il piatto forte di Dead Rising 4 resti comunque la storia che narra le vicende di Frank in quel di Willamette, la modalità co-op svolge egregiamente il suo lavoro e rappresenta un buon modo per incrementare la longevità di un titolo già di per sé piuttosto solido in quanto a contenuti.
Il ritorno a Willamette di Frank West è esattamente quello che ci aspettavamo: nonostante un inizio tutt’altro che brillante e coinvolgente, Dead Rising 4 propone una serie di novità che fanno dimenticare modifiche radicali nella formula di gioco quali l’assenza di un tempo limite per portare a termine l’avventura e la mancata possibilità di affrontare la campagna insieme ad un amico. L’ultimo titolo sfornato da Capcom Vancouver è un action sopra le righe che lascia ampia libertà al giocatore in una cittadina allo sbaraglio piena zeppa di strumenti improbabili con cui fare una carneficina di zombie escogitando metodi sempre più creativi per farsi strada tra i morti viventi. Chi cerca un divertimento leggero difficilmente rimarrà deluso dal quarto capitolo della serie del team canadese.