The Whispered World è un’avventura grafica interamente disegnata a mano, pubblicata nel 2009 da Daedalic Entertainment dopo una gestazione lunga e travagliata. Marco Hüllen, autore di quel piccolo capolavoro, è tornato con Silence, una storia tutta nuova ambientata nello stesso universo. Il dettagliatissimo mondo bidimensionale che caratterizzava il primo episodio si è oggi trasformato in uno sfarzoso, coloratissimo e altrettanto dettagliato 2.5D composto da ambienti pre-renderizzati su più layer con tanto di elementi e personaggi in 3D, perfettamente amalgamati in quella che possiamo definire l’esperienza visiva più emozionante degli ultimi anni. E dire che di avventure ne ho giocate tante: ben poche, però, possono vantare un impatto grafico così curato.
L’EMOZIONE DI GIOCARE
Le ambientazioni sgargianti, la ricchezza di dettagli e di colori e lo stile dei personaggi sono solo alcuni degli ingredienti che contribuiscono al senso di meraviglia provocato dal gioco.
Ogni azione, anche la più piccola e insignificante, è animata dall’inizio alla fine
NEL MONDO DEI SOGNI
La storia ha inizio in un’epoca imprecisata, ma che potremmo assimilare alla Seconda Guerra Mondiale. Il sedicenne Noah e la sorellina minore Reine stanno giocando nel cortile di un orfanotrofio, quando le sirene che annunciano i bombardamenti suonano all’impazzata.
I due fanno appena in tempo a nascondersi in un bunker quando, di lì a poco, l’esplosione di una bomba li trascinerà magicamente in Silence, il “Whispered World” che Noah aveva già avuto modo di conoscere, nei panni del giovane clown Sadwick, nel primo gioco della serie. Noah dovrà inizialmente ritrovare Reine, allontanatasi nel mondo incantato, per poi unirsi a una lotta, in compagnia di nuovi amici, finalizzata a sovvertire il potere di una “falsa regina” usurpatrice, e tornare a vivere nel mondo reale.
Ai dialoghi, ridotti all’osso, spetta solo il compito di far prendere decisioni che possono impattare, seppure limitatamente, sulla narrazione
I protagonisti dovranno risolvere una serie di enigmi secondo gli schemi delle più classiche avventure punta & clicca, ma a differenza del capitolo precedente, più volte criticato per l’insistenza dei dialoghi e per l’illogicità di alcuni enigmi, stavolta regnano la logica lineare e la “narrazione visiva”. Ai dialoghi, ridotti all’osso, spetta solo il compito di far prendere decisioni che possono impattare, seppure limitatamente, sulla narrazione degli eventi. Non c’è nemmeno un inventario: gli oggetti raccolti vanno utilizzati quasi sempre subito, se non nella “stanza” accanto, e in genere basta passare su un item per trasformare il puntatore contestuale nell’oggetto in cui va usato (più chiaro di così…). Il risultato è un adventure insolitamente facile da giocare e godibile da un pubblico mille volte più ampio ed eterogeneo rispetto al predecessore. Il che, probabilmente, farà storcere il naso a chi ama scervellarsi con enigmi arzigogolati al limite della fantasia umana, ma siamo sicuri che, offrendo Silence una storia e delle meccaniche assolutamente godibili, nessuno avrà da ridire.
NOVITÀ E PICCOLE NOIE
Come in The Whispered World, anche in Silence potremo contare sull’aiuto di Spot, una sorta di bruco tuttofare che può appiattirsi, piazzarsi sotto un oggetto ingombrante, e disarcionarlo gonfiandosi come un pallone (ma può anche suggere liquidi da pozze di vario genere e assumere temporaneamente dei poteri speciali, con cui sarà possibile risolvere enigmi altrimenti insuperabili).
i “minigiochi” sono funzionali allo sviluppo della trama
Ciò che invece può seriamente irritare è la fastidiosa presenza dei caricamenti da disco, che avvengono praticamente ogni volta che passiamo da una schermata a un’altra. Purtroppo, questo è il prezzo da pagare per grafica e animazioni di tale eccellenza, ma fortunatamente al giorno d’oggi esistono anche i drive SSD che possono mitigare notevolmente il problema. Se ne avete uno, usatelo.
Silence è doppiato in Inglese, ma ha i sottotitoli e i menu in Italiano, il che è certamente un’ottima cosa se non parlate la lingua di Shakespeare. Le scritte compaiono sullo schermo progressivamente, e questo è il motivo per cui alcune frasi possono apparire troncate negli screenshot.
Silence è ciò che potremmo riassumere in “breve ma intenso”, un gioco di rara bellezza capace di coinvolgere il giocatore e fargli provare grandi emozioni, vuoi per la grafica e la storia, vuoi per i personaggi e i tempi narrativi calcolati in modo eccellente. In altre parole, questo è il livello a cui dovrebbero ormai assurgere tutte le avventure grafiche, e sarà davvero difficile, d’ora in avanti, sorvolare con la stessa indulgenza sui “difettucci” tipici del genere. E poco importa se lo finirete in un giorno: le emozioni mica si contano col cronometro!