Nel lontano 2013 cadde tra le mie mani Reus, opera prima degli olandesi Abbey Games, curioso titolo indie comparso su Steam che catturò la mia attenzione grazie ai suoi splendidi screenshot: enormi giganti elementali che, per chissà quale volere divino, interagivano con le primitive tribù di qualche sconosciuto pianeta. Ebbene, a sorpresa eccolo spuntare anche per PlayStation 4 e Xbox One, e non posso negare che questo piccolo tuffo nel passato mi abbia fatto più che piacere, ma prima di fare due chiacchiere sul videogioco in questione ci tengo a precisare un punto fondamentale, che potrebbe trarre in inganno i meno attenti (come me): Reus non è un god game, o almeno non lo è nel senso classico del termine, se paragonato ai vari Populous (lacrimuccia) e Black & White (mare di lacrime); Reus è un vero e proprio puzzle game che spreme al massimo le nostre povere meningi.
GIGANTI ALLA RISCOSSA
L’eternità è una noia assurda, soprattutto se sei un pianeta completamente disabitato. Con un briciolo di magia, però, e una buona dose di poteri divini, ecco spuntare quattro giganti in grado di modificare la superficie del corpo celeste e, ovviamente, creare la vita. I quattro protagonisti dell’opera – che vestono i panni di uno stupendo gigante di roccia, un albero antropomorfo, un granchio radioattivo e uno “schifo” verde – sono in grado di evocare, grazie ai loro poteri, piante, minerali e animali di diverso tipo a seconda del bioma, attirando così l’interesse di qualche nomade che, di conseguenza, fonderà un villaggio nelle prossimità di tali risorse.
I quattro giganti sono in grado di modificare la superficie del corpo celeste
Calcolando che le varie simbiosi vanno in combo, e che ogni singolo elemento può essere trasformato ed evoluto grazie ad abilità speciali dei giganti in almeno altri due o tre elementi diversi, potete ben immaginare la fatica che si fa nel trovare il giusto equilibrio per far crescere ricchi e prosperi i “nostri” villaggi, ricordando però di non esagerare: quegli “infami” degli esseri umani, difatti, se circondati da troppe ricchezze possono perdere la testa e dichiarare guerra alle colonie limitrofe o, peggio ancora, ai poveri giganti, che saranno comunque in grado di rispondere a suon di terremoti e piogge di fango.
ERMELLINI TOSSICI
Reus non ha una vera e propria trama: in ogni partita, che ci ruberà dalla mezz’ora all’ora a seconda delle nostre preferenze, non dobbiamo fare altro che portare a termine qualche obiettivo che ci prefissiamo, come far crescere un particolare tipo di villaggio, utilizzare solo animali o piante per sfamare i piccoli coloni o, perché no, spingere una tribù ad attaccare quelle limitrofe. Per poter “platinare” il titolo servono pazienza e dedizione, grazie ai cento e passa obiettivi disponibili suddivisi in tre distinte ere.
Reus non ha una vera e propria trama
Reus, nonostante tutto, rimane un buon titolo per chi apprezza gli enigmi e le sfide, anche se potrebbe risultare ripetitivo e noioso nel breve periodo. Il prezzo non è così allettante, ma potrebbe comunque essere un buon bottino da recuperare durante i saldi.
Reus è un connubio di puzzle che si spaccia per un god game: cercare le varie soluzioni per far crescere al meglio i vari villaggi è senza dubbio stimolante e curioso, e il dover raggiungere diversi obiettivi in appena mezz’ora è un ottimo modo per prendere il pad in mano anche quando abbiamo poco tempo a disposizione. Purtroppo può risultare sin troppo ripetitivo nel breve periodo, ma se amate incastrare tasselli fra di loro potrebbe essere proprio il titolo che fa per voi.